Prima tappa da marzo fino al 7 aprile. La Pinacoteca Nazionale di Bologna partecipa con l’opera di Lavinia Fontana (Bologna, 1552-Roma 1614) Apparizione della Madonna col Bambino alle sante Caterina d’Alessandria, Margherita, Agnese, Orsola e Barbara (1601).
“OPERA TUA” 2023: OPERE E ARTISTE DELLA PRIMA TAPPA
Di seguito sono riportate le principali informazioni inerenti alle opere e alle artiste della prima tappa di
“Opera tua” 2023 che dall’8 marzo al 7 aprile vedrà a confronto l’“Apparizione della Madonna col Bambino alle sante Caterina d’Alessandria, Margherita, Agnese, Orsola e Barbara” (1601) di
Lavinia Fontana (Bologna, 1552-Roma 1614) e “Incoronazione di Spine” (1629) di Lucrina Fetti (Roma 1589 ca. – Mantova post 1633).
Le opere della prima tappa:
“Apparizione della Madonna col Bambino alle sante Caterina d’Alessandria, Margherita,
Agnese, Orsola e Barbara”: questo prezioso dipinto proveniente dal monastero di San Michele in
Bosco, Bologna, raffigura l’apparizione della Vergine alle sante Caterina d’Alessandria, al centro, Barbara e Orsola a sinistra, Margherita e Agnese a destra, tutte riconoscibili dai rispettivi attributi iconografici.
La firma e la data 1601, poste entrambe sotto alla figura di Santa Barbara, confermano che si tratta di un’opera della maturità artistica di Lavinia, una mirabile fusione dei più significativi apporti della cultura artistica di fine Cinquecento. Le cromie di ascendenza neoveneta si fondono alle movenze flessuose e alle fisionomie allungate dell’elegante manierismo parmense, al ricordo dell’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello della Pinacoteca di Bologna, a cui rinvia la composizione, infine alle più aggiornate innovazioni dei Carracci visibili nel naturalismo ottico dei gioielli, delle stoffe leggere, del drago che accompagna Margherita.
“Incoronazione di Spine”, dipinto del 1629 come rivela l’iscrizione, il dipinto proviene dalla chiesa di
Sant’Orsola a Mantova, all’interno della quale decorava, insieme ad altre tre tele dedicate al tema della
Passione di Cristo, le pareti laterali della cappella dedicata a santa Chiara. La composizione dell’Incoronazione di spine è ripresa da un dipinto di Ludovico Caracci, in origine destinato alla certosa di San Girolamo di Bologna e oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale della medesima città. Nel
rielaborare questo prototipo, che pure è seguito alla lettera, la pittrice accentua il contrasto chiaroscurale
per porre in enfasi l’intensa carica emotiva della scena raffigurata.
Le artiste della prima tappa:
Lavinia Fontana (Bologna 1552 – Roma 1614) viene ricordata per essere stata la prima donna a dipingere una pala d’altare e per aver dipinto il primo nudo femminile in Minerva nell’atto di vestirsi. Lavinia era figlia del pittore manierista Prospero Fontana, nella cui bottega poté attingere a una vasta gamma di esperienze pittoriche emiliane (dal Parmigianino a Tibaldi), venete (Veronese, Jacopo da Bassano), lombarde (Sofonisba Anguissola) e toscane. Presso il padre poté anche frequentare i Carracci, poco più giovani, ma che non mancarono di influire su di lei. Si narra che, ricevuta dal pittore imolese Giovan Paolo Zappi la richiesta di sposarlo, Lavinia pose la condizione di poter continuare a dipingere. Zappi accettò la cosa, tanto che rinunciò in pratica a lavorare in proprio e assunse il ruolo d'assistente della moglie. Lavinia Fontana acquistò ben presto, già a Bologna, fama come ritrattista, distinguendosi soprattutto per l’accuratezza dei particolari, come abbigliamento e acconciature, nelle figure femminili. I successi maggiori le giunsero a Roma dove fu chiamata dal nuovo papa Gregorio XIII, suo conterraneo, e si trasferì stabilmente nel 1603. Grazie a tale alta protezione, Lavinia eseguì innumerevoli lavori per l’entourage della corte papale tanto da essere soprannominata «la Pontificia Pittrice».
Lucrina Fetti (Roma 1589 ca. – Mantova post 1633) quando giunse a Mantova nel 1614 al seguito del
fratello Domenico Fetti, chiamato dai Gonzaga come pittore di corte, aveva già appreso l’arte pittorica nella bottega romana del padre Pietro. Divenne monaca, abbandonando il nome di Giustina per Lucrina ed entrando nel monastero di Sant’Orsola, istituzione religiosa fortemente voluta da Margherita Gonzaga. Nel primo Seicento due erano le istituzioni predominanti nella Mantova dei Gonzaga: la corte ducale e il convento di Sant’Orsola, presso le quali erano pittori di corte, ivi residenti, rispettivamente i fratelli Domenico e Lucrina Fetti. I temi religiosi, ovviamente, caratterizzavano le opere di Lucrina essendo gli stessi esposti nel convento e nella chiesa di Sant’Orsola. Altra specializzazione riguardava la ritrattistica tanto che negli appartamenti privati di Margherita Gonzaga erano conservati ed esposti sette dipinti aventi per soggetto la stessa Margherita e altre donne della famiglia Gonzaga.