Angélica Liddell, artista potente ed estrema, dopo Liebestod – El olor a sangre no se me quita de los ojos – Juan Belmonte – fra i migliori spettacoli stranieri della stagione secondo la critica – torna in Italia con la sua nuova creazione: Caridad. Una aproximación a la pena de muerte dividida en 9 capítulos in prima nazionale al Teatro Arena del Sole di Bologna sabato 15 aprile alle ore 19.00 e domenica 16 alle ore 16.00 (uniche date italiane).
Presentato per la prima volta al Festival Temporada Alta di Girona a ottobre 2022, lo spettacolo è una coproduzione internazionale di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Iaquinandi S.L, Festival Temporada Alta Girona, CDN Orleans Centre Val de Loire, Teatros del Canal Madrid e in collaborazione con Aldo Miguel Grompone (Roma).
Diviso in 9 capitoli, Caridad richiama i testi sacri – fra tutti, il Vangelo di Matteo – per riflettere sul male e sulla possibilità del perdono. Lo spettacolo attraversa i temi della vendetta, del crimine e del peccato, per indagare la virtù della carità, considerata più importante sia della fede che della speranza: un «apogeo dell’amore» che conduce «ad abbracciare gli assassini». Il pubblico si confronta con il concetto di progresso sociale, misurabile, secondo l’artista, sulla base del grado di atrocità che siamo capaci di perdonare.
«Il cristianesimo – dichiara l’artista – continua a essere uno dei movimenti più moderni e trasgressivi per la quantità di perdono e carità che ci costringe a sopportare di fronte al criminale. “Beati i perseguitati a causa di giustizia” dice Matteo; è più importante del monito “non ucciderai”, è più importate del comandamento “non ruberai”. Il perdono e la carità implicano l’accettazione totale della natura umana, che include la malvagità, che non è altro che una grande concentrazione di sofferenza».
Da queste premesse Angélica Liddell mette in discussione il senso comune di moralità e di giustizia: «la vera carità non può essere immorale, poiché redime il ladro, lo stupratore e l’assassino. Il suo latte non nutre i bambini, ma i vecchi. La carità è la più conflittuale delle virtù teologali. La carità, infatti, ci pone dinanzi a un conflitto morale: amare oltre la legge. Amare il criminale. Proprio come l’arte, la Carità è capace di commuoversi fino al punto da farci deporre la legge. Dall’altro lato la Carità cristiana si veste dei raggi dell’amore assoluto, la promessa dell’Eden. “In verità ti dico: oggi sarai con me in paradiso” dice Gesù al ladrone sulla croce. Non esiste canto più bello sulla Carità della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Il cristianesimo si fonda su questa epistola».
Arte e crimine sono per Liddell equiparabili, in quanto provengono da una stessa matrice originaria, l’”Irrazionale”, e agiscono fuori da ogni legge, nel segno della libertà. «Se accettiamo il fatto della libertà – prosegue l’artista – dobbiamo accettare il fatto dell’arte e del male. Il crimine, l’arte e l’amore rappresentano l’impotenza della ragione».
Un’inclinazione filosofico-poetica di tutta la ricerca artistica di Angélica Liddell, che trae ispirazione soprattutto dal pensiero dello scrittore e antropologo Georges Bataille, dell’esoterista e teosofo Rudolf Steiner e del filosofo e sociologo Michel Foucault. «Voglio narrare attraverso le citazioni» scrive Liddell, chiamando a raccolta in Caridad altri autori fondamentali del suo immaginario: Andrzej Żuławski (Possession), Samuel Beckett, Lewis Caroll, Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo; Il fiore delle Mille e una notte), Jean-Luc Godard (Le Mépris), Marchese de Sade (La filosofia nel boudoir), Albert Serra (Liberté), Carl Theodor Dreyer (Ordet), Sergej Iosifovič Paradžanov (Il colore del melograno).
Il crimine e il male vengono legittimati e sublimati in scena non per provocare o destare scandalo, ma per «derubare la realtà ed elevarla a mito», ovvero quello che per l’artista è lo spazio del riconoscimento, conducendo a una profonda riflessione sul senso della punizione e della condanna: «Intimamente, per purificarci, non necessitiamo di una vittima ma di un assassino. Non ci purifica la morte degli appestati, ma la morte o il bando di colui che ha causato la peste, come Edipo. In questa maniera quello che ci purifica non è la vittima ma il criminale».
«Mitificare la pena di morte nella sua connotazione sacrificale – prosegue la regista – genera un conflitto morale di altissimo grado che si compensa con una trasgressione maggiore, la Carità. Allattare l’assassino, porsi al suo posto è ciò che la società non tollera. Ma come faremo quando nessuno morirà per noi, quando l’idea di sacrificio sarà scomparso dalle sentenze e ci rimarrà solo l’idea di condanna, di castigo e di sete. Basta al popolo la condanna perpetua per ottenere la sua purificazione?».
ERT / Teatro Nazionale ha pubblicato nella collana Linea, edita con Luca Sossella, due volumi dedicati ad Angélica Liddell: Non devi fare altro che morire nell’arena (2022), contenente il testo di Liebestod e due saggi di approfondimento scritti dall’artista; e Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli (2023), il 36esimo volume della collana, entrambi con la traduzione di Silvia Lavina. Linea è un progetto editoriale curato da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti: da 7 € a 25 € esclusa prevendita
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00
Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it
Angélica Liddell (Figueres, Girona, 1966) è regista, performer e autrice. Fonda la compagnia ATRA BILIS TEATRO nel 1993. Le sue opere sono state tradotte in francese, inglese, rumeno, russo, tedesco, polacco, greco, portoghese, giapponese e italiano. Molti dei suoi ultimi lavori sono stati presentati in contesti prestigiosi come Festival d’Avignon, Wiener Festwochen, Shaubuhne di Berlino, Théâtre de l’Odeón di Parigi e importanti istituzioni in Europa, America e Asia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Casa de América Award for Innovative Drama per Nubila Wahlheim (2003); SGAE Theatre Award per Mi relación con la comida (2004); Premio Ojo Crítico Segundo Milenio Award (2005); Notodo del Público Award per la migliore opera con Perro muerto en tintorería: los fuertes (2007). E inoltre il premio Nazionale di Letteratura Drammatica assegnato dal Ministero della Cultura spagnola per La casa de la fuerza (2012); il Leone d’Argento a La Biennale Teatro di Venezia 2013; il Premio di letteratura LETEO (2016); il Premio de la crítica de las artes escénica en Cataluña, per lo spettacolo internazionale The Scarlet Letter (2020). Nel 2017 viene nominata Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura della Repubblica di Francia. È artista associata del CDN Orleans Centro Val de Loire.
Il suo debutto italiano è stato con ERT / Teatro Nazionale a VIE Festival nel 2011, dove ha presentato Te harè invincible con mi derrota, un omaggio alla violoncellista Jaqueline du Pré. È tornata a VIE nel 2014 con lo spettacolo prodotto da ERT, You are my destiny (Lo stupro di Lucrezia). Il rapporto con Emilia Romagna Teatro è proseguito negli ultimi due anni con i debutti nazionali di Liebestod – El olor a sangre no se me quita de los ojos – Juan Belmonte, andato in scena al Teatro Arena del Sole il 29 e 30 aprile 2022, dopo essere stato presentato al Festival d’Avignon; e della coproduzione internazionale Caridad, dopo la prima al Festival Temporada Alta Girona.