Superato il traguardo delle 20.000 presenze, l’esposizione organizzata dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna in occasione del cinquecentenario della nascita di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) prolunga di sei settimane il periodo di apertura previsto. Un’occasione straordinaria per riscoprire un episodio del Rinascimento tanto importante quanto poco conosciuto: il risveglio delle scienze naturali
Superati i 20.000 visitatori, la mostra “L’altro Rinascimento. Ulisse Aldrovandi e le meraviglie del mondo“, inaugurata lo scorso 8 dicembre 2022 presso il Museo di Palazzo Poggi, a Bologna, proroga l’apertura al pubblico fino a domenica 28 maggio 2023.
Il traguardo di presenze raggiunto dall’esposizione, organizzata in occasione del cinquecentenario della nascita di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) dal Sistema Museale di Ateneo dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna, con il contributo di Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni, e con il patrocinio del Comune di Bologna e del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea – ISEM, è reso ancora più ragguardevole dal fatto che numerosa è stata la partecipazione delle scuole e dei giovani tra 19 e 26 anni, complici la ricca offerta di visite guidate e laboratori didattici destinata sia agli istituti primari e secondari che al pubblico generico, di recente ampliata con nuove attività, nonché la gratuità dell’accesso riservata agli studenti dell’Università di Bologna e la riduzione del prezzo del titolo d’ingresso per la fascia 19-26 anni.
“Il gradimento dell’esposizione ha superato le più rosee aspettative – dichiara il presidente del Sistema Museale di Ateneo – SMA, Roberto Balzani -, anche perché comunicare la storia della scienza è tutt’altro che facile. I visitatori di solito accorrono numerosi alle mostre d’arte: il fatto che ciò accada oggi per Aldrovandi, i suoi oggetti e i suoi libri ci fa riflettere sulle modalità di allestimento e di organizzazione delle collezioni in futuro, per mantenere vivo questo dialogo con un pubblico ampio ed eterogeneo”.
Il differimento della chiusura della mostra è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità degli enti prestatori, in particolare l’Accademia Carrara di Bergamo, a cui appartiene il ritratto di Ulisse Aldrovandi di Agostino Carracci (1557) e il Museo delle Civiltà di Roma, di cui sono esposti i manufatti mesoamericani della maschera del dio azteco Yacatecuhtli, posseduta e studiata da Aldrovandi, insieme a due manici di pugnale coevi, dalla forma zoomorfa e antropomorfa. Tra gli oggetti in mostra della collezione “americana” di Aldrovandi, anche la testina in serpentino da lui definita «idolo col cappello», proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna, scoperta e riconosciuta solo nel 2020.
La mostra accompagna il visitatore in un viaggio alla scoperta di un episodio del Rinascimento tanto importante quanto poco conosciuto, perché messo in ombra dai capolavori dell’arte e dell’architettura che tutto il mondo riconosce: il risveglio delle scienze naturali.
Se gli artisti avevano cercato di imitare e superare i capolavori della classicità, i filosofi le idee, e gli umanisti la letteratura, negli ultimi decenni del Cinquecento Ulisse Aldrovandi e un piccolo gruppo di naturalisti, medici e farmacisti italiani decisero di ripercorrere le orme di Aristotele e di Plinio, trasformandosi da umanisti in scienziati. A loro dobbiamo tre insospettabili eredità. Per la prima volta uscirono a studiare animali e piante in natura, anziché solo sui libri, muovendo i primi passi verso la scienza come la conosciamo oggi. Cominciarono a raccogliere collezioni che diventeranno i musei di storia naturale. Fecero realizzare le prime vere immagini della natura, creando un immaginario della natura che è ancora il nostro.
Della straordinaria vicenda di questo manipolo di proto-scienziati si sarebbero potuto perdere le tracce, se l’Università di Bologna non avesse conservato nelle sue collezioni e nella sua biblioteca un patrimonio eccezionale di oggetti, immagini, libri e manoscritti, legati sia al lascito fatto da Aldrovandi alla città, sia alle raccolte dell’Istituto delle Scienze creato più tardi da Luigi Ferdinando Marsili.
“L’altro Rinascimento” offre infatti al visitatore molti dei “gioielli” custoditi dall’Alma Mater, in gran parte mai esposti prima, fra i quali alcune delle più antiche mappe del mondo conosciuto, i volumi con le tavole illustrate fatte dipingere da Aldrovandi, e naturalmente la collezione naturalistica del grande scienziato bolognese, unica arrivata sino a noi nella sua quasi interezza, oltre che la più grande, importante e famosa del suo tempo. Insieme a loro ci sono oggetti e opere d’arte, insieme a videoproiezioni immersive e installazioni digitali.
Nata da un’idea di Roberto Balzani, professore dell’Alma Mater e Presidente del Sistema Museale di Ateneo, la mostra è curata da Giovanni Carrada, esperto di comunicazione della scienza e del patrimonio culturale, con la consulenza scientifica dei professori Giuseppe Olmi e Davide Domenici dell’Università di Bologna.
L’Alma Mater ha inoltre inserito da qualche giorno, nella propria linea di merchandising prodotta da Macron, alcune T-shirt con tre soggetti tratti dalle tavole illustrate di animali di Ulisse Aldrovandi, conservate dalla Biblioteca Universitaria. Sono disponibili nel bookshop del Museo di Palazzo Poggi e nell’UniboStore.
“L’altro Rinascimento” si inserisce nell’ambito del più ampio programma di celebrazioni dei cinquecento anni della nascita di Aldovrandi promosso dal Sistema Museale di Ateneo e dalla Biblioteca Universitaria di Bologna.
Per maggiori informazioni: site.unibo.it/ aldrovandi500/it/mostra-altro- rinascimento-ulisse-aldrovandi .