Dal 24 giugno al prossimo 12 luglio la storica e riconosciuta dal FAI Villa Achillini a Sasso Marconi (Bo) ospita la mostra fotografica “ Dalle Mani delle Donne” a cura della fotografa Tiziana “ANAIZIT” Marongiu.
La mostra, inaugurata con successo di pubblico nel novembre del 2021 a Bologna presso la Sala Museale del Baraccano con il patrocinio del Quartiere Santo Stefano del Comune di Bologna, in concomitanza del 25 novembre “Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne” comunica con testimonianze concrete attraverso le immagini, che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi.
Le successive tappe insieme a Coop Alleanza 3.0 Main Sponsor che ha creduto fin dall’inizio nella bontà e finalità sociale del progetto e, nell’intento di raggiungere e sensibilizzare più persone possibile e rendersi fruibile anche in spazi non convenzionali, è proseguita nelle Gallerie commerciali degli Ipercoop di Bologna con i patrocini di: Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna, Quartiere Navile del Comune di Bologna e il Comune di Castenaso: con il primo appuntamento tenutosi presso l’Iper COOP Centro Lame nel mese di marzo in concomitanza con l’8 marzo, la giornata internazionale dei Diritti della Donna.
Il secondo appuntamento dal 29 aprile al 15 di maggio ha visto la mostra ospitata presso la galleria del Centro Commerciale Centro Nova di Villanova di Castenaso; questa volta, non a caso, si è svolta in concomitanza della giornata del 1 maggio per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori. Ed è per questo che il progetto fotografico, in itinere, nato principalmente per mantenere il focus su un tema condiviso, diventato quanto mai sempre più importante sul diritto al lavoro delle donne, organizzando per la giornata del 3 maggio la presentazione per comunicare con testimonianze concrete e attraverso le immagini, che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi
La tappa a Villa Achillini che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Sasso Marconi, la Proloco e il FAI Delegazione di Bologna – Gruppo Appennino Bolognese nel giorno dell’inaugurazione venerdì 24 giugno dalle ore 19 prevede la performance dell’artista bolognese Mara Guerrini, sue le mani in un pannello della mostra, che in tempo reale dipingerà con la tecnica dell’acquerello, un telo di seta pura bianca montato su telaio un’opera riportante le affascinanti ambientazioni circostanti la villa. L’opera in seta verrà poi messa in vendita all’asta e, una parte di ricavato andrà in beneficenza alla “Casa delle Donne per non subire Violenza” di Bologna.
“Perché le che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi”
L’esposizione, si compone di 29 pannelli autoportanti realizzati dall’idea di un progetto a cui la fotografa lavorava da anni, ma che durante la pandemia si è concretizzato, poiché sviluppa il tema della perdita del lavoro delle donne: secondo i dati riportati dall’Istat più di 450mila donne in Italia hanno perso il lavoro a causa del Covid-19. Attualità purtroppo caratterizzata da dati allarmanti sull’occupazione femminile.
Sono state le donne a pagare il prezzo più pesante della crisi, ed è per questo che la Mostra fotografica intende raccontare storie di donne, a tutte le donne, che con le loro mani strumento potentissimo, possono riscrivere il loro futuro con fiducia nelle proprie capacità. Per creare e autoaffermarsi nel lavoro e nella vita. Le immagini esposte, in bianco e nero di grande formato, sviluppate in verticale con tre fotogrammi in sequenza sono scatti simbolici su mani di donne che lavorano. Ogni foto mette in primissimo piano le mani, una sorta di rinascita e di vita. Dita che si muovono verso l’infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto. Ne vediamo la fatica, la meraviglia, l’energia di colei che è abituata a dare la vita. È la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico. La sensazione è che più che guardarle, le mani ci troviamo ad ascoltarle. Le mani sono un diario di racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di “una zona franca” che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c’è dentro il mondo.
Dalle Mani delle donne
Se paragoniamo le mani di un uomo a quelle di una donna riconosciamo infinite differenze.
L’uomo nasce cacciatore, guerriero: mani maschili la cui stretta è doppia rispetto a quelle femminili. Per contro la mano femminile è flessibile e precisa. Le dita sono più fragili ma anche più adatte a piegarsi, i legamenti sono più snodati. Flessibilità e precisione, che la rende uno strumento capace di compiti molto particolari come ricamare o modellare. Per millenni, le donne erano le artiste per eccellenza. In tutte le culture, era lasciata a loro l’arte del decorare, infilare collane, lavorare sui dettagli nelle pitture, sculture, in particolare la ceramica.
Nelle immagini dell’artista questa forza delicata, permettetemi l’ossimoro, rappresenta un punto importante dell’intero lavoro e sintetizza i suoi temi principali portandoli in una dimensione atemporale: la rappresentazione di antichi e moderni mestieri da cui l’artista ci invita a guardare il nostro presente nella proiezione di un futuro necessariamente possibile.
Dita che si muovono verso l’infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto.
Ne vediamo la fatica, la meraviglia, l’energia di colei che è abituata a dare la vita.
La scelta dell’artista è la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico.
La sensazione è che più che guardarle, le mani ci troviamo ad ascoltarle.
Le mani di Anaizit, sono un diario di racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di “una zona franca” che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c’ è dentro il mondo.
Carte geografiche che vanno tradotte.
La mano della pastaia, per esempio, che ci fa tornare bambini quando la nonna tirava la sfoglia. Ricordi antichi e gesti attuali. Nella mano, in cucina, nei gesti precisi di quei piccolissimi tortellini, si ritrova tutta l’azione che richiede la forza, perizia e delicatezza del gesto minuto. Sbucciare, mescolare, spezzare, dosare, impastare premere, lavare sono solo alcuni dei gesti, che nella nostra carta geografica troviamo ancor prima della perfezione del gesto finale, immortalato dallo scatto.
Anaizit è così: mentre guardiamo veniamo rimandati ad un altrove, che non si vede eppure puoi immaginarlo, assaporarlo. Non sono mai immagini “cercate”, ma di grande spontaneità. Un pregio.
Dà il benvenuto ad ogni mattino con fresca spontanea esaltazione, brillando di entusiasmo e vitalità. Chi guarda non può non esserne contagiato. Raramente una fotografia di Anaizit presenta caratteristiche diverse dall’essenzialità, dall’ eleganza, dalla chiarezza e comprensibilità.
Il raffinato intimismo della contemplazione nella tatuatrice, la soavità della parrucchiera in scatti così lievi che sembrano quasi sospesi…
Anaizit è autodidatta come tanti immensi artisti. Scoprì l’espressione artistica da adulta come forma di sollievo alle proprie sofferenze di vita. Per la legge del contrappasso, apre l’anima, a noi lettori, e i suoi scatti ci deliziano.