Raccolta firme per chiedere la riapertura degli ambulatori di medicina integrata

Un gruppo di pazienti operate di tumori “femminili” lancia la raccolta firme su Change.org per chiedere la riapertura degli Ambulatori di Medicina Integrata dell’AUSL di Bologna chiusi da mesi

Nessun futuro per i due ambulatori di Medicina Integrata dell’AUSL di Bologna. A metà ottobre, dopo il pensionamento della dott.ssa Grazia Lesi che li portava avanti, i trattamenti di agopuntura dell’Ambulatorio all’Ospedale Bellaria di Bologna e quello all’Ospedale di Bentivoglio sono stati sospesi. La direzione dell’AUSL, più volte interpellata, ad oggi non ha messo in campo nessuna azione concreta per la loro riapertura. Un gruppo di pazienti ha deciso di riunirsi autonomamente e di lanciare una raccolta firme su Change.it (https://tinyurl.com/2tcn3hnm) per sollecitare gli organismi preposti al ripristino e l’ampliamento dell’assistenza assicurata dagli ambulatori, fiori all’occhiello del sistema sanitario regionale.

L’inaugurazione, il 21 novembre 2019, dell’ambulatorio di Medicina Integrata all’Ospedale Bellaria è stato un piccolo grande passo per aiutare tutte le pazienti che devono affrontare i difficili anni delle terapie per tumore al seno. Nelle 10 ore settimanali di apertura sono state trattate a Bologna 88 pazienti. L’accesso alle sedute di agopuntura è avvenuto mediante richiesta diretta da parte delle donne o mediata dal medico oncologo/psicologo/operatore sanitario referente. Queste richieste erano in aumento in seguito agli evidenti benefici anche per pazienti in carenza estrogenica a causa delle cure di sospensione ormonale. Tutte le donne che hanno terminato il percorso delle prime 10 sedute sono stata seguite con sedute di agopuntura con frequenza almeno mensile per il mantenimento degli effetti benefici.  Ora, però, a distanza di 4 mesi gli ambulatori rimangono chiusi. Proprio nel momento in cui, causa pandemia, le donne si trovano in maggiore difficoltà economica le pazienti non hanno più la possibilità di essere seguite gratuitamente. Un gruppo di pazienti ha deciso di fa sentire la propria voce affinché il progetto venga ripristinato il prima possibile: “A nome di tutte le donne ammalate di tumore al seno e di neoplasie ginecologiche ci auguriamo e speriamo fortemente che questo servizio, così utile per alleviare gli effetti della terapia ormonale, venga ripristinato e implementato.


Storia dell’Ambulatorio di Medicina Integrata dell’Ospedale Bellaria

In Emilia- Romagna nel 2021 si sono ammalate di tumore al seno 4500 donne. In molti casi (circa il 70-75%), il tumore al seno è di tipo “ormonale”, cioè presenta sulla sua superficie i recettori per gli ormoni femminili, che diventano così degli stimoli alla sua crescita. Per questo la cura prevede, dopo l’intervento chirurgico, dai 5 ai 10 anni di sospensione dell’attività ovarica. La terapia “ormonale” per il tumore al seno ha un impatto sulla qualità di vita persino maggiore della chemioterapia. L’entrata in menopausa indotta, che nel 25% dei casi avviene in pazienti ancora fertili, è un impatto violento e radicale che stravolge il corpo e di conseguenza la vita delle donne. Nonostante la presenza di vampate di calore sia altamente invalidante (spesso con oltre 20 sbalzi di temperature al giorno), le pazienti non ricevono trattamenti specifici dalla medicina convenzionale e spesso si ritrovano sole ad affrontare anche questi effetti collaterali pesantissimi.  Le donne operate per neoplasie ginecologiche, si trovano in una situazione analoga e spesso sono molto più’ giovani, quindi affrontano i problemi della menopausa indotta in età fertile, con pesanti implicazioni sulla loro vita personale familiare e di coppia.

Il progetto che ha portato all’apertura dell’Ambulatorio del Bellaria, è iniziato nel 2002 quando la dott.ssa, Grazia Lesi , Ginecologa ed esperta di Medicina Cinese e Agopuntura, sollecitata anche dalle richieste del gruppo di AutoMutuoAiuto “ Sempre Insieme”, da cui sarebbe nata l’Associazione Il Seno Di Poi di Bologna, iniziò una terapia di agopuntura per alleviare questi effetti.
I dati emersi dallo studio AcCliMaT, condotto e coordinato dalla dr.ssa Grazia Lesi e collaboratori, di cui la AUSL di Bologna è stata capofila, evidenziarono come, attraverso un ciclo di trattamento di agopuntura associato ad una sana alimentazione e ad un corretto stile di vita, si può ridurre di almeno il 50% la sindrome climaterica con un netto miglioramento della qualità di vita delle pazienti. Lo studio prevedeva 10 sedute di agopuntura con frequenza settimanale e un colloquio con una oncologa esperta in stili di vita in oncologia. Gli straordinari risultati ottenuti furono pubblicati nel settembre 2016 sulla prestigiosa rivista internazionale Journal Of Clinical Oncology. Dallo studio AcCliMat si è passati a Med.IO.RER (Medicina Integrata in Oncologia)  promosso dall’ OMNCER e di cui la ausl Bologna è capofila, con l’obiettivo di valutare se fosse possibile integrare all’interno dei servizi, quello delle metodiche di cura non convenzionali.