Elisa Caldana e Aki Nagasaka. Times of Crisis a Villa delle Rose

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna prosegue la sua attività con artisti in residenza ed è lieto di presentare la mostra Times of Crisis di Elisa Caldana (Pordenone, 1986) e Aki Nagasaka (Osaka, 1980), prodotta nell’ambito dell’edizione 2021 del Programma di Residenze ROSE.
L’esposizione apre al pubblico sabato 20 novembre 2021 e rimane visibile fino a domenica 23 gennaio 2022, con ingresso gratuito.

Dopo Mahony Collective, Dina Danish & Jean Baptiste Maitre, Catherine Biocca ed Helen Dowling, anche le artiste di questa edizione sono state selezionate nel 2019 tramite una procedura internazionale promossa dall’Istituzione Bologna Musei | MAMbo.
Le candidature, in totale 73 provenienti da 29 paesi, sono state esaminate da una commissione di esperti di arte contemporanea composta da: Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo; Giulia Pezzoli, curatrice del Programma di Residenze ROSE; Javier Hontoria, direttore del Museo Patio Herreriano di Valladolid, Spagna; Chiara Pergola, artista; Andrea Viliani, responsabile e curatore del Centro Ricerche del Castello di Rivoli. Il progetto, così come quello di Helen Dowling trova solo nel 2021 una sua realizzazione a causa di alcuni slittamenti forzati, dovuti alla pandemia da Covid-19.

Times of Crisis 
costituisce la restituzione pubblica di un processo artistico e di pensiero che le artiste hanno sviluppato durante un soggiorno a Bologna della durata di otto settimane, iniziato nella seconda metà di settembre 2021, come ospiti della Residenza per artisti Sandra Natali del MAMbo. Come previsto dal bando di selezione, Elisa Caldana e Aki Nagasaka hanno lavorato a un progetto espositivo che, partendo da una ricerca iniziata nel 2018 a Tokyo durante la loro residenza al Tokyo Arts and Space, ha poi trovato luogo negli spazi espositivi unici della settecentesca Villa delle Rose, ampliando al contempo il raggio di azione al contesto cittadino bolognese.

Precarietàincertezza, un senso di crisi continuo che tocca ogni ambito, dalla politica all’ambiente, dall’economia alla situazione sanitaria, sono concetti che ogni essere umano sperimenta quotidianamente, e che appartengono in modo particolare alle ultime generazioni: è a partire da questa riflessione condivisa che le artiste, con le loro differenti sensibilità, hanno accostato racconti fondati su realtà e quotidianità complesse a immagini poetiche, disegni creati da illustratori Manga professionisti, per dar voce alla complessità della realtà sociale contemporanea.
Il punto di partenza, Tokyo, e quello di arrivo, Bologna, si incontrano e si specchiano l’uno nell’altro, perdono le proprie peculiarità per dar vita a un terzo luogo, non geografico ma derivato, lo spazio di Times of Crisis.

Sono le sale di Villa delle Rose, con le opere prodotte da Caldana e Nagasaka, e le strade della città, grazie a un serie di affissioni, a fare da sfondo alle storie ambientate in un Giappone solo apparentemente lontano, ma che in realtà ci riporta immediatamente alle realtà più difficili della contemporaneità mondiale. Attraverso stampe, documenti, oggetti di recupero riassemblati in installazioni dal carattere essenziale, le due artiste permettono al visitatore di avvicinarsi ai racconti, immedesimarsi nei loro protagonisti e vivere con loro gli accadimenti che ne cambiano per sempre le vite. Grazie all’utilizzo di codici QR associati alle immagini esposte in mostra e affisse per le strade, l’osservatore potrà trasformarsi in ascoltatore di narrazioni ordinarie ma significative di un’epoca, la nostra, piena di ingiustizie e solitudini, ma anche di resistenza e speranza.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione Edizioni MAMbo, in italiano e inglese, che include un’intervista della curatrice alle artiste. Da alcuni passi di questo dialogo possiamo cogliere meglio la genesi e lo sviluppo del progetto, dalla sua prima fase a Tokyo nel 2018, alla successiva di rielaborazione e riflessione a Bologna e come questi due momenti si integrano.
È Elisa Caldana a raccontare:
“A Tokyo, abbiamo trascorso molto tempo a camminare per la città e a parlare con la gente del posto, con l’intenzione deliberata di tornare alle basi di un incontro in prima persona e di vivere l’esperienza diretta di trovarsi in una determinata città, in un determinato momento. Personalmente, più cercavo di essere lì e di vivere il luogo da vicino, più entravo in un vuoto: gran parte dell’idea del luogo rimaneva fittizia e generata attraverso mediazioni, traduzioni, storie, filtri, ecc. Dopo l’esperienza di Tokyo, c’è stato un lungo periodo di incubazione. Bologna è diventata il luogo in cui catalizzare questa incubazione avvenuta separatamente e dialogando a distanza, in un arco temporale esteso da una pandemia. In questo lasso di tempo, la parola crisi è stata menzionata sempre più spesso in relazione a tanti aspetti della vita e ha assunto una dimensione globale, considerando il clima, la pandemia, la disponibilità di risorse, per citarne solo alcuni. Bologna è una continuazione europea del progetto, perché abbiamo abitato e sviluppato il suo secondo capitolo proprio in connessione con gli scenari stratificati della città. Allo stesso tempo, il capitolo precedente si è sradicato da Tokyo ed è diventato la lente attraverso la quale siamo entrate nella nuova città. In un certo senso, Times of Crisis riflette la collisione tra più località”.

Aki Nagasaka aggiunge:
“La parte di Tokyo ci ha dato esperienze intense e traboccanti attraverso sguardi ravvicinati su problemi e situazioni differenti che si manifestavano in particolari aree di Tokyo o in particolari individui di Tokyo. Ci ha messo alla prova nel comprendere la crisi da molteplici prospettive: economica, politica, etica ed ecologica. Personalmente, mi ha anche stimolato a pensare a come l’arte e gli artisti possano essere utili per gli altri e per la società al di là delle mostre e delle comunità artistiche. Tutti questi problemi e domande hanno radici universali. Dopo quasi tre anni di riflessioni e introspezioni, di conversazioni e di pratiche individuali, stiamo cercando di presentare l’essenza di Tokyo e la vita dei cittadini di Tokyo a Bologna, attraverso la narrazione di storie. Come dice Elisa, una città immaginaria emerge dalle nostre storie e gli incidenti e le situazioni che si verificano in questa città hanno universalità e importanza per il pubblico di tutte le località”.

I visitatori della mostra e le persone che incontrano i manifesti di Times of Crisis lungo le strade di Bologna possono ascoltare le storie rinarrate dalle artiste leggendo il seguente codice QR:


 

Design del suono in collaborazione con Luisa Puterman. Illustrazioni di Koto Fujii Tomohiro Iwakura, in dialogo con Elisa Caldana e Aki Nagasaka.

Biografia Elisa Caldana & Aki Nagasaka
Elisa Caldana, nata nel 1986 a Pordenone, attualmente vive e lavora all’Aja (Paesi Bassi). Aki Nagasaka è nata nel 1980 a Osaka, vive e lavora tra il Giappone e Hong Kong. Entrambe si sono diplomate alla Städelschule Staatliche Hochschule für Bildende Künste, a Francoforte sul Meno. Le loro pratiche individuali si concentrano sull’indagine dei flussi sotterranei che sono alla base dei cambiamenti all’interno delle dinamiche sociali e li affrontano attraverso gli strumenti della ricerca e della narrazione. Elisa Caldana e Aki Nagasaka hanno avviato il loro progetto Times of Crisis a Tokyo nel 2018, nell’ambito del Tokyo Arts and Space International Residency Program.

Elisa Caldana lavora principalmente con scultura, performance, film e scrittura. I suoi lavori sono concettualmente legati dall’uso dell’astrazione e dell’immaginazione per portare l’attenzione su temi sociali e politici, analizzando i paradossi e gli spazi liminali che si generano dalla coesistenza di punti di vista plurali. Architettura, spazi pubblici, monumenti e identità collettiva sono temi ricorrenti nel suo lavoro. Sue opere sono state esposte in mostre e presentazioni a livello internazionale, in varie sedi tra cui: ROZENSTRAAT, Amsterdam (2020); Whitechapel Gallery, Londra (2020); Tokyo Arts and Space Hongo, Tokyo (2019); MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (2018); ar/ge kunst Kunstverein, Bolzano (2017); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2016); Museum für Moderne Kunst MMK, Francoforte (2013).

Aki Nagasaka dà vita ai suoi progetti attraverso incontri casuali con esseri viventi, oggetti ed eventi della sua vita quotidiana. Utilizzando una ricerca multiforme, l’attività fisica e la narrazione come sue principali metodologie di lavoro, crea storie che collegano questioni esistenti ma apparentemente slegate e indipendenti tra loro, rivela correnti sotterranee nella società e presenta punti di vista marginali che rendono palesi le strutture di potere esistenti tra gruppi di persone e specie.
Tra le sue principali mostre: To Our Beginnings: Time Traveling through Algae (The Hokkaido University Museum, Sapporo, 2021); ARTS & ROUTES (Akita Modern Museum of Art, Akita, 2020); Foreshadows (Tokyo Arts and Space Hongo, Tokyo, 2019); Quatro Elementos (Galeria Municipal do Porto, Porto, 2017): Material and Mechanism (Aomori Contemporary Art Centre, Aomori, 2014); Signs Taken in Wonder (The MAK, Austrian Museum of Applied Arts/Contemporary Art, Vienna, 2013).