Un progetto di MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects, a cura di Elisabetta Modena e Valentina Rossi
Con il supporto di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Fondazione de Mitri
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room
via Don Minzoni 14 – Bologna
7 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, spazio dedicato principalmente alla riscoperta di alcuni degli episodi culturali più stimolanti e innovativi originati in ambito bolognese e regionale, prosegue la sua attività con un nuovo progetto espositivo: Hidden Displays 1975-2020. Progetti non realizzati a Bologna, ideato da MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects e a cura di Elisabetta Modena e Valentina Rossi, che si realizza con il supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione de Mitri di Modena.
La ricerca, l’esposizione e il volume edito da Edizioni MAMbo, che esce in concomitanza con l’apertura della mostra, nascono dal confronto tra due realtà: il MAMbo – punto di riferimento per l’arte contemporanea sul territorio bolognese ed emiliano-romagnolo – e MoRE, museo e archivio digitale che dal 2012 raccoglie, conserva ed espone virtualmente i progetti non realizzati di artisti del XX e XXI secolo. Attraverso il sito moremuseum.org è possibile scoprire progetti artistici che non sono stati realizzati per motivazioni tecniche, logistiche, ideologiche, economiche, morali o etiche, oppure perché utopici o impossibili da tradurre in realtà. Lo scopo del museo è quello di valorizzare questi progetti archiviando, sistematizzando e valorizzando i documenti, le immagini e i testi donati dagli artisti, nonché organizzando mostre, sia online che offline, convegni e seminari.
Hidden Displays 1975-2020 scaturisce da una ricerca sviluppata sul territorio con l’obiettivo di rintracciare e studiare le mostre e le opere d’arte immaginate o progettate, ma non realizzate in ambito bolognese dal 1975, anno della nascita della Galleria d’Arte Moderna di Bologna nella sede di Piazza Costituzione progettata da Leone Pancaldi, a oggi.
Attraverso il lungo lavoro di ricerca in archivio e il contatto diretto con i protagonisti del sistema dell’arte che gravita intorno a Bologna, sono emersi ricordi, esperienze, testimonianze e documenti di numerose occasioni rimaste nei cassetti degli artisti e dei curatori.
In mostra sono visibili una cinquantina di tracce di un racconto di fatto ancora ignoto: i documenti archivistici e i progetti artistici sono volutamente presentati in modo non lineare e non cronologico.
Dalla ricerca sono emerse numerose occasioni espositive rintracciate grazie a un lavoro di scavo svolto principalmente nell’archivio del MAMbo e in quelli privati della città.
Gli archivi degli artisti hanno restituito una numerosa serie di progetti che sono illustrati in mostra secondo modalità discusse volta per volta con gli artisti stessi: alcuni hanno scelto di esporre i materiali originariamente sviluppati per la progettazione dell’opera poi non realizzata (documenti digitali o materiali analogici); altri hanno invece interpretato il lavoro in modo diverso, trasformando la documentazione progettuale in una traccia evocativa e utile a restituirne l’idea e il senso originari.
I progetti espositivi non realizzati dal 1975 ad oggi che sono emersi dalla ricerca sono proposti, ideati o sviluppati da curatori, artisti, critici e storici dell’arte: Lorenzo Balbi, Renato Barilli, Alberto Boatto, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Giorgio Celli, Roberto Daolio, Mario De Micheli, Tano Festa, Guido Le Noci, Marinella Paderni, Concetto Pozzati, Maura Pozzati con Michele Corleone e Pierfrancesco Pacoda e Lea Vergine.
Le opere non realizzate sono invece state ideate e proposte da artisti legati al territorio per diverse ragioni: Alessandra Andrini, Sergia Avveduti, Riccardo Baruzzi, Riccardo Benassi, Francesco Benozzo, Davide Bertocchi, Christoph Büchel, William Burroughs, Calori & Maillard, David Casini, Cristian Chironi, Luca Coclite, Cuoghi Corsello, Ericailcane, Emilio Fantin, Flavio Favelli, Irene Fenara, Simone Forti, Francesca Grilli, Daniel Gonzàlez, Jannis Kounellis, Claudia Losi, Eva Marisaldi, Fabio Mauri, Paul McCarthy, Matteo Meschiari, Giancarlo Norese, Francesca Pasquali, Stefano W. Pasquini, Chiara Pergola, PetriPaselli, Cesare Pietroiusti, Andrea Renzini, Davide Rivalta, Mili Romano, Andrea Salvatori, Marco Samorè, Enrico Serotti, Ivana Spinelli, Sissi, Luca Trevisani, Eldi Vejzai, Luca Vitone e ZimmerFrei.
In occasione di Hidden Displays 1975-2020. Progetti non realizzati a Bologna viene pubblicato un volume omonimo, curato da Elisabetta Modena e Valentina Rossi, edito da Edizioni MAMbo e realizzato su progetto grafico di Sartoria Comunicazione.
Il libro – che viene presentato al pubblico giovedì 7 ottobre alle h 18.00 nella sala conferenze del museo (ingresso su prenotazione, tel 051 6496611) – si apre con i saggi delle curatrici, organizza cronologicamente i risultati della ricerca, inevitabilmente non definitiva per il tema trattato, propone contributi scientifici e presenta i progetti e le mostre non realizzate come capitoli di una storia dell’arte contemporanea bolognese inedita e per forza di cose frammentata.
Il volume comprende inoltre una serie di interviste a figure che hanno caratterizzato la vita artistica della città quali: Adelaide Auregli, Renato Barilli, Franco Calarota, Mariuccia Casadio, Danilo Eccher, Silvia Evangelisti, Gino Gianuizzi, Claudio Marra, Simone Menegoi, Fabiola Naldi, Maura Pozzati, Anteo Radovan, Francesco Ribuffo, Giancarlo “Ambrogio” Vitali e Luca Vitone.
Il catalogo si chiude con una postfazione di Marco Scotti, mentre le schede critiche sono curate da Ilaria Bignotti, Anna Bottoli, Monica Masucci, Elisabetta Modena, Claudio Musso, Fabiola Naldi, Valentina Rossi e Anna Zinelli.
Durante il periodo di apertura della mostra è inoltre prevista la realizzazione di progetti emersi nella ricerca ed esposti in Project Room. Si inizierà sabato 11 dicembre 2021 con un progetto non realizzato di Emilio Fantin. Nella volontà delle curatrici non si tratta di re-enactment di opere ma piuttosto di post-enactment, ovvero di una pratica curatoriale che prevede la messa in scena, l’allestimento o la realizzazione di un’opera nata originariamente in un contesto specifico, non realizzata, e prodotta poi in un’altra situazione (in alcuni casi anche per mano di persone diverse).
Per comprendere a pieno il senso di Hidden Displays 1975-2020, sono le stesse curatrici Elisabetta Modena e Valentina Rossi a offrire una chiave di lettura:
“Nelle nostre intenzioni, questo volume e questa mostra non sono da intendersi come una sfilata di fallimenti. Al contrario, i progetti qui raccontati aprono infatti una riflessione sul labile confine tra ciò che può essere definito come realizzato e ciò che non può esserlo, perché i progetti qui presentati sono stati pensati, studiati e proposti: la loro dimensione materiale e reale sarà evidente nella Project Room del museo, in cui si affolleranno testi, bozzetti, maquette, carteggi, disegni, planimetrie, render, video, fotografie, appunti, ma anche idee, visioni, e speranze”.
MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects nasce come progetto dell’Associazione Culturale Others ed è membro di CAPAS (Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo) dell’Università di Parma. È composto da: Corrado Beldì, Ilaria Bignotti, Cristina Casero, Irene Guzman Craighero, Francesca Modena, Nina Però, Alberto Salarelli, Marco Scotti, Vanja Strukelj, Francesca Zanella e Anna Zinelli.
Assistente curatoriale e coordinamento generale: Anna Bottoli
Organizzazione: Monica Masucci
moremuseum.org