1) Il tuo posto preferito per la colazione a Bologna?
Non ho un posto preferito perché ho sempre avuto il mio bar dove andare al mattino a fare colazione. Fino ad un anno fa il “gessetto” oltre al ristorante aveva anche il bar come sua appendice e dunque al mattino il binomio fare colazione e leggere il giornale erano d’obbligo: una bella abitudine!
Oggi che ho ceduto il gessetto bar, non ho un vero proprio bar dove creare nuove abitudini; mi capita ancora di passare all’Ex Gessetto bar per “caffe e quotidiano” e ogni volta si accendono i bei ricordi e la cosa è molto piacevole. Amo il mio lavoro.
Devo dire che nell’ultimo anno mi capita sempre più spesso di fare colazione a casa con la mia compagna (che è una vera amante della colazione) e la cosa mi sta piacendo molto: un approccio molto casalingo che mi sta inaspettatamente conquistando. Dopo anni di vita e pasti fuori casa, dalla colazione alla cena, ritrovare e vivere lo spazio di casa non è affatto male!!
2) Cosa prendi?
Preferisco le colazioni salate e vado matto per il toast. Dunque la mia colazione è toast + acqua gassata + caffè. Quando sono fuori dall’Italia – sotto l’equatore -, come spesso mi capita in inverno, invece preferisco la frutta esotica e il caffè americano: da quelle parti prendere il prosciutto crudo non è una grande idea 😊
3) Cosa è cambiato dopo il lockdown nella tua vita o cosa cambierà a breve?
La quarantena per il Covid-19 è stata davvero un’esperienza forte. Ho avuto la fortuna di passarla in casa con mia sorella ed è stata una bella esperienza. Il valore della famiglia è un punto centrale della mia vita e stare 2 mesi (tutti i giorni) con la propria sorella non è affatto comune alla nostra età.
Il contesto della pandemia globale ha reso tutta l’esperienza lockdown intrisa di un velo di tristezza al suon di numeri pazzeschi di decessi, ma ha anche risvegliato in noi la consapevolezza di quanto la vita possa cambiare da un momento all’altro. Il concetto del “qui e ora” tanto presente nelle attività new-age di benessere emotivo è stato sempre “bisfrattato”, come se fosse un’argomentazione un po’ da filosofi o da fricchettoni. In questa dis-avventura pandemica il concetto di essere capaci di godersi il “proprio momento” della vita si è presentato davanti agli occhi di tutti. Essendo un meditatore Vipassana da diversi anni i concetti del “qui e ora”, delle “emozioni” e della “centratura” sono a me molto cari e vivono alla base del mio DNA di uomo e d’imprenditore e mi accorgo di quanto essi siano sempre più attuali in un mondo che sta sostituendo la passionale “relazione con il prossimo” con una più esile e fredda “relazione d’interessi”.
Non vorrei essere frainteso: sono un imprenditore dall’età di 22 anni e l’esperienza mi ha mostrato molti aspetti della vita e del mondo professionale dell’impresa e non vivo certo nel mondo delle favole del “volemose bene”. Sostengo invece che un approccio più equilibrato tra le “emozioni di sopravvivenza” dettate dal potere e dal denaro e le “emozioni di etica e gentilezza” possa giovare all’uomo, all’imprenditore e anche agli affari. Il lockdown potrebbe (credo che per alcuni sia accaduto) aver risvegliato questa necessità di equilibrio tra un ordinario stato di stress ad un più equilibrato stato di felicità. Si ho detto “Felicità” credo che occorra riabilitare questa parola e fornirle tutta la forza di cui è stata privata. Lo stato di felicità ritengo sia alla base del proprio successo come uomo e come imprenditore, generando una vera e propria forza trainante per l’azienda. Trascurare la felicità potrebbe diventare un vero problema!
4) Come ti stai rigenerando o quali strategie hai messo in campo sia a livello personale che lavorativo per rigenerarti dopo il lockdown e per il futuro più vicino
Ho operato su 2 fronti: il mio ristorante e la mia professionalità come formatore.
Era da molto tempo che non ripraticavo più aule con gli abiti del formatore. I miei viaggi all’estero mi avevano portato a mettere da parte questa mia professione che ho deciso di riattivare. Questa decisione è avvenuta un anno fa quando un caro amico, a capo di un gruppo di professionisti, mi ha chiesto di creare con loro un nuovo corso di formazione innovativo sul food e sul mondo della ristorazione. Un Metodo che interpretasse il mondo della ristorazione da una nuova prospettiva usando un nuovo paradigma. L’idea corrispondeva ai miei valori, così durante l’anno che è passato ho creato la didattica del Metodo terminandone la stesura proprio durante il lockdown. Non posso ancora rivelare il nome del Metodo per motivi legati al Marchio e alla registrazione, ma a breve ci sarà il lancio ufficiale e mi piacerebbe avere pareri da i miei colleghi (che certamente coinvolgerò) e dal mondo della ristorazione vicino a me.
Posso solo anticipare che il metodo sarà ricco di strumenti pratici figli di un’esperienza concreta di gestione di oltre 20 anni, ma offrirà grandi riflessioni su che tipo di imprenditore si voglia essere. Ci occuperemo prima dell’uomo che c’è dietro l’imprenditore e poi passeremo al “ristorante” con particolare attenzione al personale e alla motivazione che permette di raggiungere obiettivi importanti. Sarà un viaggio interessante e pratico che codificherà la ristorazione sotto un’altra luce. Sarà bello e d’ispirazione sapere cosa ne penserà il mondo della ristorazione a partire da quello bolognese.
Il Ristorante Gessetto dove il metodo è stato applicato da 5 anni ha risposto al momento di crisi offrendo servizi nuovi come il take away e il delivery, ma soprattutto con l’apertura dello shop on-line dei nostri prodotti a marchio “gessetto”. Abbiamo creato 3 oli e 3 vini a nostro marchio è aperto lo shop on-line di distribuzione in Italia (gratuita) e in tutta Europa, iniziando già ad avere i primi risultati positivi sull’attività. Anche se breve arricchiremo l’offerta con nuovi prodotti, la nostra attività principale resta la cura del cliente e il servizio di pasta fresca “dal vivo” sui nostri tavoli. Il mercato della città ora inizia a rispondere bene e noi continueremo a offrire la nostra formula di “cucina + servizio” con grande attenzione. A noi piace dire che nel nostro lavoro usiamo sia le mani che il cuore. Amiamo quello che facciamo.