DAL 1 AL 15 AGOSTO 2020 ORE 18.30 – VILLA ALDINI – BOLOGNA
16 AGOSTO REQUIEM ANTIGONE
REPLICA SPECIALE ALL’ALBA IN PROCESSIONE AL CIMITERO DI BORGO PANIGALE
IN MEMORIA DEI MORTI DI CORONAVIRUS
Lo spettacolo fa parte della rassegna “Bologna Estate” del Comune di Bologna
Archivio Zeta porta in scena a Villa Aldini di Bologna lo spettacolo Antigone/Nacht Und Nebel. Villa Aldini, già visitata da Stendhal e set, nella primavera del 1975, dell’ultimo film di Pier Paolo Pasolini, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, diventa palco ideale per Antigone/Nacht Und Nebel, “tragico mare interiore, mare nostro rosso sangue, dove non riusciamo più a dare sepoltura mentre la peste contamina la terra ferma”.
Dopo il no dell’Ente Tedesco – per paura di nuovi focolai di Covid19 – che gestisce i sacrari di guerra germanici in Europa e che ogni anno, da 18 anni a questa parte, rinnovava il permesso di poter lavorare al Cimitero militare germanico del Passo della Futa, Archivio Zeta ha cercato nuove soluzioni per poter allestire il proprio lavoro. Così, in pochissimo tempo, il Comune di Bologna ha trovato una soluzione inserendo Antigone/Nacht Und Nebel all’interno della propria programmazione estiva “Bologna Estate”, nello spazio di Villa Aldini che domina dall’alto la città.
Il debutto dello spettacolo è in programma il primo agosto alle 18.30. Le repliche andranno avanti fino al 16 agosto quando, all’alba, come Antigone, Archivio Zeta andrà in processione al Cimitero di Borgo Panigale per l’ultima replica speciale che si intitolerà Requiem Antigone e che sarà un rito culturale catartico per dare simbolicamente sepoltura ai morti di Coronavirus che i camion dell’Esercito Italiano hanno portato da Bergamo fino al Crematorio di Borgo Panigale nel marzo di quest’anno.
Informazioni:
Prenotazione e pagamento solo online: https://www.archiviozeta.eu/casa-editrice/biglietti/
Le prenotazioni sono attive per le repliche fino al 9 agosto, per le repliche successive saranno attive dal 3 agosto. Solo per informazioni: 334.9553640, dalle 10 alle 13.
Calendario repliche, tutte alle 18.30: sabato 1 – domenica 2 – mercoledì 5 – giovedì 6 – venerdì 7 – sabato 8 – domenica 9 – mercoledì 12 – giovedì 13 – venerdì 14 – sabato 15, agosto 2020
Note di Archivio Zeta – Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
Ça c’est superbe!
Così pare abbia esclamato Napoleone in visita a Bologna nel 1805 ammirando il panorama da questo colle. E fu così che Antonio Aldini, segretario di stato del Regno d’Italia, tra il 1811 e il 1816 fece costruire questo grande edificio in stile neoclassico.
Benvenuti in Villa dunque, in questa Villa che Stendhal, passando da Bologna nel 1816 definì una fabbrica che s’innalza sopra la collina con frontone e colonne, a guisa di tempio antico. Benvenuti a Villa Aldini a Bologna perché siamo stati cacciati senza giusta causa dal nostro Teatro di Marte par excellence.
Un grazie speciale va al Comune di Bologna, all’Assessore e all’Ufficio Cultura che ci hanno fin da subito espresso solidarietà, ci hanno sostenuto e accolto nel calendario di Bologna Estate. Ringraziamo anche la Regione Emilia-Romagna che ha cercato con noi una soluzione per questa strana estate. E infine un grazie ai tantissimi cittadini e ai tanti amministratori locali che ci hanno scritto, consigliato, suggerito luoghi dove proseguire il nostro lavoro.
Abbiamo deciso di rifugiarci in questa Villa, come i dieci ragazzi novellatori del Decameron, per scampare al contagio della peste del 1348. Come loro abiteremo questo tempio per circa due settimane.
Dal 1 al 16 agosto. Le nostre repliche iniziano in prossimità del 2 agosto nel giorno del 40° anniversario della strage impunita di Bologna, strage di morti insepolti perché senza giustizia, per colpa di uno stato ancora oggi contaminato dalla peste di segreti e depistaggi e andremo avanti fino al 16 agosto quando, all’alba, come Antigone, ci recheremo in processione al Cimitero di Borgo Panigale per l’ultima replica speciale che si intitolerà Requiem Antigone e che sarà un rito culturale catartico per dare simbolicamente sepoltura ai morti di Coronavirus che i camion dell’Esercito Italiano hanno portato da Bergamo fino al Crematorio di Borgo Panigale nel marzo di quest’anno.
Vi invitiamo in questa Villa perchè è stata anche il set degli esterni dell’ultimo tragico film di Pier Paolo Pasolini, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Nella primavera del 1975, pochi mesi prima di essere ucciso, Pasolini è qui, davanti a questo frontone e trasforma la Villa nell’esatto opposto della Villa del Decameron: la Villa non è più luogo di salvezza e ri-creazione ma diventa il cupo luogo della violenza e della perversione sessuale, una pornotopia della reclusione. Siamo nella Repubblica Sociale e i Signori del Potere si affacciano da questo balcone, come Creonte, come Napoleone, per annunciare ad una orrenda Nuova Preistoria la distruzione dell’umano.
Amici, vi convochiamo qui, in questo tempo sospeso, in questa villa crocevia di rifugiati, migranti, richiedenti asilo, per raccontarvi ancora una volta la storia di Antigone.
Antigone continua a essere tragico mare interiore, mare nostro rosso sangue, dove non riusciamo più a dare sepoltura mentre la peste contamina la terra ferma.
Nacht und Nebel – come Nuit et brouillard di Alain Resnais, documentario sui lager, con le parole di Jean Cayrol – come il decreto Notte e Nebbia, che Adolf Hitler emanò il 7 dicembre 1941, un beffardo eufemismo che trasse dall’opera L’oro del Reno di Richard Wagner dove il personaggio di Alberich, indossato l’elmo magico, si trasformava in colonna di fumo e spariva cantando “Nacht und Nebel, niemand gleich”, “Notte e Nebbia, (non c’è) più nessuno”. Gli oppositori al regime dovevano essere fermati e fatti scomparire “nella notte e nella nebbia”, diceva testualmente Hitler. Su applicazione del decreto, tutte le persone rappresentanti un pericolo per la sicurezza, sabotatori e resistenti, vennero deportate e sparirono nel segreto assoluto, costretti a indossare un’uniforme con la sigla N.N. (Nacht und Nebel). Modus operandi che fece scuola anche in America Latina.
Antigone è prigioniero politico che viene fatto sparire, annegare da Creonte, come N.N., nella notte e nella nebbia della storia ma N.N. è oggi anche Nomen Nescio, che in latino significa Non conosco il nome: non conosciamo il nome dei morti in mare non identificati, le non-persone sul fondo del Mediterraneo così come abbiamo abbandonato di fronte alla morte i malati di Covid.
Infine vorremmo dedicare la nostra attuale Antigone, con tutta umiltà, ad un’altra Antigone che, a causa del Coronavirus, non ha potuto ancora debuttare, quella del regista Milo Rau, Antigone in the Amazonas, che avrebbe dovuto inaugurare a maggio il Wiener Festwöchen al Burgtheater di Vienna. L’attrice Kay Sara che avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Antigone è nata nello stato brasiliano dell’Amazzonia ed è attivamente impegnata per dare voce alle popolazioni indigene e proteggere il loro ecosistema. Nel lungo discorso inaugurale per il festival che si intitola Questa follia deve finire e che vi consigliamo di leggere integralmente, lo potete trovare in rete, Kay Sara dice:
Avremmo portato in scena questa nuova Antigone in una strada occupata attraverso l’Amazzonia – quelle stesse foreste bruciano senza sosta. Non sarebbe stato uno spettacolo, sarebbe stata un’azione. Non un atto artistico ma un atto di resistenza: contro il potere dello stato che sta distruggendo l’Amazzonia. (…) Questa follia deve finire. Smettetela di essere Creonte. E’ tempo di essere Antigone. Perché quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere. Resistiamo assieme, siamo umani. Ognuno secondo la sua visione e nel suo luogo, uniti dalle nostre differenze e dall’amore per la vita che ci unisce tutti.