Liv Ferracchiati, giovane drammaturgo tra i più interessanti del panorama contemporaneo italiano, presenta al Teatro Arena del Sole il 14 e 15 febbraio, Commedia con schianto. Struttura di un fallimento tragico: una satira sul sistema teatrale, sugli artisti e sulle debolezze dell’essere umano, ma anche un grido di disperazione da parte di una generazione che prova a lasciare un segno.
Un giovane autore, in parte affermato, in parte no, sta elaborando il suo ennesimo testo teatrale e lo fa durante le prove con gli attori. Il tema è la scrittura come strumento di conoscenza della vita. Per lui la cosa più importante è l’impulso creativo, il motore dello slancio iniziale, ossia il precipitare violento nella creazione e per questo, per rimanere ancorato alla creazione, vista la pressione del sistema produttivo, inizia a scrivere quanto gli accade. A un certo punto però realtà e invenzione si accavallano, le scene diventano troppo caotiche e qualcosa va storto.
La confusione esistenziale rispecchia quella professionale e durante la conferenza stampa il protagonista si rende conto di non saper nemmeno dire la sinossi e che quello che sta producendo è un saggio di autoanalisi dei suoi stessi comportamenti.
In questo testo, così prossimo al debutto, ha rivelato troppo di sé: ha parlato della donna che c’era prima, poi sparita, che gli ha rovinato la vita, della nuova musa incontrata a un meeting di drammaturgia, che ha pure tentato di baciare scagliandola violentemente giù dal suo piedistallo, ha persino menzionato i produttori che lo pressano, il sistema teatrale che lo stritola, ha frignato rispetto alla paura di bruciarsi e si è lamentato degli attori che vogliono, lecitamente, sapere quale storia raccontare.
Per difendersi smette di scrivere e la stesura si interrompe a pagina diciassette. L’autore ha bisogno di salvarsi, di una struttura per sfuggire al caos.
Continui dubbi e incertezze si palesano attraverso una crisi esistenziale combattuta mangiando pere, simbolo di dipendenza e conforto. L’ingurgitare senza tregua pere, acerbe o granulose, è un nonsenso buffonesco, proprio un mancato nesso di causa ed effetto, paradigma di tutto quello che si possa fare nella vita quando siamo alla ricerca di significato e salvezza.
Liv Ferracchiati
Si laurea in Lettere e Filosofia indirizzo Letteratura, Musica e Spettacolo a La Sapienza di Roma e in regia teatrale alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano.
Nel 2015 fonda la Compagnia The Baby Walk e inizia la sua collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria, per il quale, nel 2016, scrive e dirige Todi is a small town in the center of italy, allo stesso tempo lavora alla sua Trilogia sull’Identità. Nel 2017, Todi is a small town in the center of italy, Peter pan guarda sotto le gonne e Stabat Mater (che si è aggiudicato il Premio Hystrio Nuove Scritture di Scena 2017) sono stati selezionati da Antonio Latella per la Biennale Teatro 2017. Il terzo e ultimo capitolo della Trilogia sull’Identità, Un eschimese in Amazzonia, Premio Scenario 2017, ha debuttato nella sua prima versione compiuta a Bologna, nel dicembre 2017, per Scenario.
Nel 2019 la Trilogia sull’identità è stata presentata integralmente a Romaeuropa Festival e al Festival delle Colline Torinesi.
Informazioni:
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti Sala Thierry Salmon: da €7 € a € 15 più prevendita
biglietteria tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it
Teatro Arena del Sole
via Indipendenza, 44 – Bologna
Sala Thierry Salmon
14 e 15 gennaio 2020
venerdì ore 20.30 I sabato ore 20.00