“Non conforme” è il tema di riflessione che la ventitreesima edizione del Festival Danza Urbana affronta a partire dalle proposte artistiche strutturate in formati più aperti e destrutturati capaci fluidamente di passare dal codice della danza a quello performativo e musicale, in un metissage e ibridazione di linguaggi che arricchisce la danza stessa di punti di vista inediti.
La scelta del Festival sul piano della non conformità delle estetiche non si limita tuttavia solamente a ricercare nuovi format, ma desidera promuovere un ambito, quello della danza urbana, che pone l’accento sulla relazione, non solo rispetto ai luoghi della città, ma al contesto sociale e politico nel quale interviene. Per questo il Festival avverte quest’anno l’esigenza di osservare le fragilità e le marginalità della nostra società con creazioni che portano in scena corpi “non conformi”, nelle cui pieghe è possibile ritrovare il senso più profondo di Umanità. Un’umanità che i processi creativi più inclusivi valorizzano ponendo al centro il dialogo e l’incontro tra le diverse culture. Il Festival stesso, nel portare avanti la propria progettualità vive la condizione “non conforme”, determinata dalla scelta di offrire spettacoli per lo più gratuiti per una maggiore inclusività, accessibilità e diffusione di questa arte presso i cittadini e dalla scelta di luoghi non convenzionali.
La cornice di Bologna estate 2019, il cartellone estivo promosso e coordinato dal Comune di Bologna, accoglie il Festival che si terrà quest’anno dal 3 all’8 settembre. La manifestazione tende a consolidare alcuni appuntamenti con le reti nazionali e internazionali a cui appartiene, in particolare: Masdanza, concorso coreografico internazionale, da cui il Festival quest’anno ha scelto tre compagnie provenienti dall’estremo Oriente (Giappone, Cina e Taiwan) e la consueta collaborazione con il Network Anticorpi XL, rete nazionale della giovane danza d’autore. A questi si aggiungono come new entry il progetto Sedimenti che si pone come una delle sezioni del più ampio progetto PETROLIO. Uomo e natura nell’era dell’Antropocene, progetto di Matera 2019 – Capitale europea della cultura, curato dall’Associazione Basilicata 1799. Questa sezione, sviluppata in un percorso creativo in quattro tappe di residenza artistica tra Firenze, Beirut, Ravenna e Matera ha portato alla creazione di un’opera collettiva concepita per spazi pubblici, realizzata da quattro coreografi e due musicisti provenienti da differenti paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna e Libano). Attivo già da qualche anno, ma oramai riconoscibile con una vera e propria identità, il progetto Convergenze si colloca come incontro tra il Festival e le realtà culturali, locali e internazionali, con cui condivide alcune iniziative. Quest’anno questa sezione offre differenti esperienze laboratoriali e ne raccoglie gli esiti, con il desiderio di rendere partecipe il pubblico dei processi di ricerca e sperimentazione di una danza sempre più orientata alla relazione e all’incontro. Non spettacoli, ma forme di coinvolgimento e partecipazione che trovano nella danza la forma più profonda di incontro.
L’apertura del Festival, martedì 3 settembre, è affidata a La bellezza ti stupirà della compagnia Enzo Cosimi (Oratorio San Filippo Neri, ore 21:30 | posti limitati, biglietto €6). Il coreografo e grande maestro della scena italiana, alla sua quinta presenza al Festival, porta la sua riflessione sui temi della marginalità sociale, su figure “fragili” nella società contemporanea. Il lavoro è realizzato in collaborazione con associazioni della città tra cui Cantieri Meticci, Ass. Naufragi, Centro Zonarelli, ASP – Bologna, Società Dolce, Piazza Grande, Ass. MondoDonna e Làbas, associazioni che a diverso titolo scelgono quotidianamente di lavorare al servizio di persone senza fissa dimora, richiedenti asilo, donne vittima di tratta, persone che scelgono o si trovano a vivere drammaticamente ai bordi della società odierna e che hanno collaborato con il festival in occasione di questo spettacolo. Nei pressi di Palazzo D’Accursio, mercoledì 4 settembre, verranno ospitate due creazioni di giovani coreografi segnalati dal Network Anticorpi XL: Stellario Di Blasi (Piazza del Nettuno ore 18:30) lavora sulla figura di un Caronte ancora giovane e non ancora feroce, Nicola Galli (Sala Borsa ore 19) con Genoma scenico propone un gioco interattivo in cui sarà direttamente il pubblico a scegliere cosa far fare ai quattro danzatori in scena. In serale ci si sposta alla Pinacoteca Nazionale (ore 19:30 e ore 21:30, in replica anche giovedì 5 settembre ore 19 e 21) per Save the last dance for me, l’ultima creazione di Alessandro Sciarroni che proprio da una tradizione bolognese muove i suoi passi. Si tratta infatti di un lavoro che parte da una “danza in via d’estinzione”, la Polka Chinata danza di corteggiamento eseguita in origine da soli uomini e risalente ai primi del Novecento: fisicamente impegnativa, quasi acrobatica, prevede che i danzatori abbracciati l’un l’altro, girino piegati sulle ginocchia quasi fino a terra. Il lavoro nasce in collaborazione con il Maestro Giancarlo Stagni, maestro di balli che ha ridato vita a questa tradizione. Installazione interattiva, opera multimediale, azione performativa: tutto questo messo insieme è Square di Lorenzo Bianchi Hoesch (Cortile Guido Fanti | Palazzo D’Accursio, giovedì 5 (in replica venerdì 6 settembre dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18, la performance della durata di 35’ circa, è per due spettatori alla volta che partono scaglionati ogni 5’). Gli spettatori, dotati di cuffie (per partecipare è necessario portare il proprio smartphone e delle cuffie/auricolari) saranno condotti in percorso esplorativo-immaginativo nel contesto attorno a Piazza Maggiore, avendo la possibilità, nel continuo slittamento tra realtà e finzione, non solo di vedere e vivere la città con occhi nuovi e diversi, ma anche di immaginare la città che sarà, magari dal punto di vista dei nuovi cittadini. L’opera sonora, che sarà poi donata alla città, è stata realizzata dall’artista appositamente per Bologna e diventerà parte integrante del nuovo percorso espositivo della Fondazione per l’Innovazione Urbana. Alle ore 18 (Orto botanico) il danzatore giapponese Hisashi Watanabe ci affascinerà combinando elementi di giocoleria a composizione coreografica. A seguire (ore 18:30) sempre all’Orto botanico si esibirà lo spagnolo Ivan Benito con Galapago il suo assolo che, partendo dalla teoria dell’evoluzione, si pone alcuni interrogativi sul futuro dell’ambiente e sulla sopravvivenza delle specie. Oltre alle repliche di Square (dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18), venerdì 6 settembre si configura come una giornata ricca di eventi: alle ore 18:30 (Piazza San Francesco) Francesca Penzo firma la coreografia di Melt, un duetto realizzato per Orlando Izzo e la guineana Amara Sacko. Questo primo studio rientra in un progetto più ampio, chiamato Fattoria Indaco, che desidera, grazie alla danza, lavorare a una maggiore inclusione e accessibilità dei giovani di seconda e terza generazione e richiedenti asilo, nel territorio cittadino. A seguire, sempre in Piazza San Francesco, alle ore 19, quattro artisti di caratura internazionale (Bassan Abou Diab, Yeinner Chicas, Olimpia Fortuni, Leonardo Maietto) si sono cimentati nei mesi passati in un progetto chiamato Sedimenti per Matera 2019 che li ha visti impegnati in quattro residenze (Firenze, Beirut, Ravenna e Matera) che potessero condurre alla creazione di questa loro opera collettiva che si intitola Who cares? Ecologia del dialogo che grazie al gesto artistico si interroga sui disastri ambientali, sulla comunità, sul peso della cultura e della politica, oggi. Alle ore 20 negli spazi della Fondazione per l’Innovazione Urbana il Dance Mob Lab di Gohatto Project. Altrettanto ricca la programmazione di sabato 7 settembre con due appuntamenti con la MasDanza Platform. Alle ore 18 in Piazzetta Pasolini la compagnia taiwanese Hung Dance, presenta Birdy un duetto lirico che racconta della continua ricerca della libertà e della sua privazione. Alle ore 18:30 i cinesi Zhiren Xiao e Ran Sun con Relationships fa immergere il pubblico nella reciproca connessione che può scattare tra individui. Un Stormo volerà sul Parco 11 settembre alle ore 19: è quello ideato e condotto da Matteo Lanfranchi di Effetto Larsen. Stormo è l’esito di un laboratorio che si terrà al Centro Sportivo Barca (venerdì 6 dalle 16:30 alle 19:30 e sabato 7 settembre dalle 10 alle 13, info e iscrizioni a info@muvet.org e al 3801412398). Il lavoro cercherà di far affiorare un’armonia all’interno del gruppo, creando così una coreografia simile ai movimenti degli uccelli negli stormi. Il Festival si conclude domenica 8 settembre, con un doppio appuntamento: alle ore 11:30 (Parco 11 settembre) un gruppo di giovani studenti del Master in coreografia del Centro Internazionale di Danza HZT di Berlino, che nei giorni precedenti sono stati ospitati e hanno seguito il Festival, proporranno ai cittadini e agli spettatori a una passeggiata performativa che possa esplorare il paesaggio urbano, partendo dalla propria cifra coreografica. Alle ore 12, Francesca Penzo prosegue il suo lavoro con le donne migranti e mostra con Yes, I’m a witch il nuovo esito dei suoi incontri durante l’anno.
Il festival è sostenuto dal Comune di Bologna Dipartimento cultura e promozione della città.