15 agosto: le sedi e le mostre aperte dell’Istituzione Bologna Musei

Ecco le sedi dell’Istituzione Bologna Musei che mercoledì 15 agosto 2018 saranno aperte dalle h 10.00 – 18.30:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
Museo Morandi | via Don Minzoni 14
Museo Civico Archeologico | via dell’Archiginnasio 2
Museo Civico Medievale, via Manzoni 4
Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6
Museo Davia Bargellini | Strada Maggiore 44
Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34

Nella stessa giornata, le sedi di Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”, Museo civico del Risorgimento e Museo del Patrimonio Industriale osserveranno la chiusura, come previsto da orario ordinario.

Vi segnaliamo inoltre le mostre temporanee che, oltre alle collezioni permanenti, potranno essere visitate dai cittadini e dai turisti che sceglieranno di trascorrere la giornata in città:

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
Orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 18.30 | giovedì h 10.00 – 22.00
Telefono: 051 6496611
Sito:
www.mambo-bologna.org


That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine
Periodo di apertura: fino all’11 novembre 2018
Costo: intero € 6 | ridotto € 4
Card Musei Metropolitani Bologna € 3
intero cumulativo mostra + Collezioni Permanenti MAMbo e Museo Morandi € 10
ridotto cumulativo mostra + Collezioni Permanenti MAMbo e Museo Morandi € 8
L’esposizione, dal taglio dichiaratamente generazionale, indaga gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese presentando i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, che che esplorano differenti media e linguaggi.
That’s IT! (IT come codice dell’Unione Europea che individua la sigla dell’Italia), a cura di Lorenzo Balbi, non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogativi e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica. Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale?
La mostra propone alcune tra le possibili risposte.


Rosanna Chiessi. Pari&Dispari

Periodo di apertura: fino al 16 settembre 2018
Costo: intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Il MAMbo prosegue nella programmazione espositiva della Project Room, dedicata a una ricognizione di protagonisti e vicende tra le più significative per la storia artistica del territorio, presentando un focus dedicato a Rosanna Chiessi, a cura di Lorenzo Balbi e organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico Pari&Dispari – Rosanna Chiessi e Comune di Reggio Emilia Biblioteca Panizzi.
L’esposizione intende omaggiare, con rinnovata attenzione, una straordinaria protagonista dell’arte italiana ed internazionale, al cui nome si deve un impegno fondamentale per la conoscenza e la diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento: area concettuale italiana, poesia visiva, Azionismo Viennese, movimenti Fluxus e Gutai, arte performativa. Il progetto consente dunque di riscoprirne l’intensa avventura – per la prima volta in un contesto museale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2016 – attraverso alcune delle testimonianze più rilevanti della sua attività che, negli anni Settanta, ha trasformato Reggio Emilia e Cavriago in crocevia di correnti artistiche di eccezionale rilievo.

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Museo Civico Archeologico | via dell’Archiginnasio 2
Orari di apertura: da martedì a venerdì h 9.00 – 18.00 | sabato, domenica, festivi h 10.00 – 18.30
Costo: intero 6 € | ridotto 3 €
| gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Telefono: 051 2757211
Sito:
www.museibologna.it/archeologico


Ritratti di famiglia. Personaggi, oggetti, storie del Museo Civico fra Bologna, l’Italia e l’Europa
Periodo di apertura: fino al 19 agosto 2018
Lungo un’ideale linea del tempo che va dal 1522, anno di nascita di Ulisse Aldrovandi, al 1944, anno di morte di Pericle Ducati, sono disposti oltre 350 oggetti caratterizzati dal legame con le principali figure che hanno contribuito alla formazione e allo studio delle collezioni del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Diciotto personaggi compongono la galleria degli avi di quello che oggi è il museo, dei veri e propri “Ritratti di famiglia”, a cui si affiancano le storie degli oggetti archeologici, della formazione delle raccolte del Museo, della storia di Bologna e dei suoi vivaci istituti culturali. Conducendo il visitatore lungo il cammino di sviluppo del modo di guardare all’antico, dal ‘600 fino alla nascita della scienza archeologica e delle moderne strutture di valorizzazione e di tutela, si scoprirà che un racconto apparentemente marginale permette inaspettate aperture verso vicende storico-politiche, culturali, sociali. Una narrazione a più voci che proietta la città in un panorama italiano ed europeo già a partire dal XVI secolo.
La mostra è a cura di Paola Giovetti e Anna Dore.

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Museo Civico Medievale | via Manzoni 4
Orari di apertura: da martedì a domenica h 10.00 – 18.30
Costo: € 5 intero | € 3 ridotto | gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Telefono: 051 2193930 – 2193916
Sito:
www.museibologna.it/arteantica


Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer
Periodo di apertura: fino al 30 settembre 2018
Dal 1996 i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna promuovono il ciclo di iniziative Ospiti, in cui vengono esposte temporaneamente opere che possono suscitare interesse da parte del pubblico per la singolarità della loro storia o di ciò che raffigurano, ma anche per la loro rarità, o per la ricerca di una loro corretta attribuzione o per un particolare legame con il patrimonio artistico o la storia dell’arte della città e del suo territorio. Spesso tali prestiti si configurano come veri e propri scambi, attivati in occasione di esposizioni presso altri istituti italiani e internazionali. Infatti l’importanza dell’opera prestata rende necessaria una sua momentanea sostituzione, permettendo così di ricevere ed esporre per un periodo di tempo limitato degli illustri “ospiti”, posti in dialogo con il patrimonio conservato nei Musei Civici d’Arte Antica.

Nel contesto di questa attività di valorizzazione e di collaborazione culturale e scientifica con istituzioni museali internazionali, la mostra Ospiti tedeschi. Goldschmiede und Bildhauer, visibile al Museo Civico Medievale dal 7 giugno al 30 settembre 2018, presenta due oggetti di elevatissimo pregio che provengono da musei tedeschi: un prezioso busto reliquiario del capo di San Paolo del XV secolo dal Museo della Cattedrale di Münster e una scultura rinascimentale in legno raffigurante il Cristo Salvatore, opera di Gregor Erhart, dal Maximilianmuseum di Augusta (Augsburg).


Il magico quotidiano. Gianni Del Bue
Periodo di apertura: fino al 30 settembre 2018
Negli spazi espositivi del Lapidario, il Museo Civico Medievale di Bologna ospita Il magico quotidiano, una personale dell’artista contemporaneo Gianni Del Bue da un’idea di Graziano Campanini.
Del Bue che già aveva omaggiato con sue esposizioni alcune capitali del Rinascimento come Firenze, Urbino, Mantova ora si intrattiene con Bologna e la sua storia. Il contatto con la città avviene attraverso il Museo Medievale, scrigno autorevole di un arte con forte impatto sul cosmico, sulla Natura, sul sacro e sull’immaginario.
Le opere antiche esposte nel museo sono testimonianze che contengono cordialità e mistero, sapienza e giocosità, sono realizzate con perizia esecutiva mantenendo semplicità e sguardo candido sul mondo. Per certi versi questa condizione risulta congeniale e affine all’arte di Del Bue che vive da molti anni nelle Langhe piemontesi e realizza dipinti che intrecciano spesso il piano della realtà e quello del “fantastico “ Gli elementi del paesaggio, delle architetture, dei cortili diventano allegorie del pensiero, che cercano una nuova intimità col mondo.

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Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6
Orari di apertura: da martedì a domenica h 10.00 – 18.30
Costo: € 5 intero | € 3 ridotto | gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Telefono: 051 2193998
Sito:
www.museibologna.it/arteantica


Creti, Canova, Hayez. La nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800 nelle Collezioni Comunali d’Arte
Periodo di apertura: fino al 9 settembre 2018
L’esposizione, organizzata dai Musei Civici d’Arte Antica dell’Istituzione Bologna Musei con la curatela di Silvia Battistini e Massimo Medica, consente di ammirare oltre 150 opere ordinate secondo numerosi accostamenti inediti, anche grazie alla presentazione di alcuni lavori solitamente conservati in deposito e di prestiti provenienti da altri musei civici. La mostra si sofferma sulla ripresa ricorsiva di modelli delle epoche precedenti da parte degli artisti che operarono durante il XVIII e il XIX secolo, mettendo a confronto stili e iconografie di importanti autori non solo bolognesi. La sintesi che ne nacque gettò le fondamenta del gusto contemporaneo, creando i presupposti teorici ed estetici anche per le avanguardie del primo Novecento.
A partire dal 20 luglio il percorso di visita vede un significativo arricchimento con l’allestimento del celebre dipinto di Francesco Hayez Filottete ferito, appena rientrato dal prestito accordato dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia per la mostra temporanea Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia che ha raccolto un grande successo di pubblico e di critica. L’accostamento ravvicinato di questo esercizio giovanile, databile intorno al 1820, con un’opera della piena maturità dello stesso artista veneziano esposta nella stessa sala – la composizione della biblica figura femminile Ruth realizzata nel 1853 per il collezionista bolognese Severino Bonora – consente di apprezzare le evoluzioni stilistiche e formali nella sua costante frequentazione del genere ritrattistico.

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Anche se non accessibili nel giorno di Ferragosto, sono inoltre visibili – secondo le modalità e gli orari di apertura previsti – le seguenti esposizioni e collezioni:

Casa Morandi | via Fondazza 36
Orari di apertura: solo su prenotazione venerdì e sabato h 17.00 – 19.00; domenica h 11.00 – 13.00
telefonando al numero 051 6496611
Ingresso: libero
Telefono: 051 6496611
Sito:
www.mambo-bologna.org/museomorandi


Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura

Periodo di apertura: fino al 2 settembre 2018
Leggere il lavoro di Giorgio Morandi attraverso pochi semplici oggetti, un pennello, un bulino, un tubetto di colore: è quanto si propone Giancarlo Fabbi, autore dei dieci scatti fotografici che vengono esposti a Casa Morandi, con la curatela di Massimo Recalcati.

Giancarlo Fabbi, modenese di nascita, inizia sin da giovane a utilizzare la fotografia da autodidatta, all’inizio per passione e poi sempre più per necessità, facendone una vera e propria ragione di vita.
A partire dal 2014 il suo obiettivo si è concentrato su alcuni oggetti appartenuti a Giorgio Morandi, esposti in mostra insieme alle fotografie, che ha accostato per creare delle personali nature morte. Fabbi evita volutamente di utilizzare le componenti più celebri delle composizioni morandiane come le bottiglie, le conchiglie, i fiori per offrire una visione asciutta ed essenziale degli elementi primari e più umili riferibili alla pittura e all’incisione.
La sua indagine fotografica, nella serie in mostra, viene condotta eccezionalmente a colori e in digitale, contrariamente agli altri suoi progetti tutti rigorosamente in bianco e nero, per i quali si avvale sempre dell’utilizzo dell’analogico e della luce naturale «per dare realtà a quello che si fa», come lui stesso dichiara.
La serie di dieci fotografie vuole incoraggiare una meta-riflessione su alcuni aspetti fondamentali della pittura di Morandi: composizione e ricomposizione geometrica, insistenza su pochi temi, silenzio, solitudine, assenza di retorica e di qualsiasi narrazione.

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Museo per la Memoria di Ustica | Via di Saliceto 3/22 – ex magazzini ATC
Orari di apertura:
fino al 23/09 venerdì, sabato e domenica h 17.00 – 20.00
venerdì 10 agosto apertura straordinaria dalle h 17.00 alle 24.00 in occasione dell’evento “La Notte di San Lorenzo” nell’ambito della rassegna “Attorno al Museo”
dal 27/09 giovedì e venerdì h 9.00 – 13.00 | sabato e domenica h 10.00 – 18.30
Ingresso: libero
Telefono: 051 377680
Sito:
www.mambo-bologna.org/museoustica | www.attornoalmuseo.it


Inaugurato il 27 giugno 2007 negli spazi di un ex deposito dell’azienda di trasporti cittadina ATC (oggi Tper), il Museo per la Memoria di Ustica conserva i resti del velivolo DC9 I-TIGI della compagnia Itavia che, partito da Bologna con destinazione Palermo, precipitò al largo di Ustica ventisette anni prima, il 27 giugno 1980, provocando la morte di 81 persone.

Il museo, fortemente voluto dall’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica presieduta da Daria Bonfietti, con il sostegno del Comune di Bologna, ospita l’opera permanente A proposito di Ustica che l’artista Christian Boltanski ha creato per la città. Intorno al relitto 81 specchi neri – uno per ogni vittima – sono l’occasione in cui il visitatore può “inabissare” lo sguardo e ascoltare il “coro” di voci trasmesse dagli altoparlanti collocati dietro ciascuno di essi: frasi semplici che si sovrappongono, frammenti di parole a rappresentare lo spirito delle persone scomparse. Appesi al soffitto 81 lumi si accendono e si spengono lentamente, come se seguissero il ritmo di un battito cardiaco, quasi fosse il respiro collettivo delle persone decedute e di chi oggi le ricorda. Nove scatole nere contengono gli effetti personali delle vittime: scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti. Gli oggetti, sottratti così alla vista e a qualsivoglia voyeurismo, sono stati inventariati e ordinatamente impaginati da Boltanski nell’opuscolo Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH870, disponibile presso il museo.
Il percorso di visita si completa con una sala video in cui è possibile assistere alla proiezione di filmati e testimonianze riportate da agenzie giornalistiche e telegiornali, a partire dal momento della tragedia sino ad arrivare alla realizzazione del museo. Alcune postazioni informatiche permettono inoltre di approfondire, attraverso la visione di documentazioni audio-video, la conoscenza di uno dei grandi misteri della storia recente italiana.

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Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” | via di Casaglia 3
Orari di apertura: venerdì h 9.00 – 13.00 | sabato e domenica h 10.00 – 18.30
Costo: € 5 intero | € 3 ridotto | gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Telefono: 051 2194528 – 2193916 (biglietteria Museo Civico Medievale)
Sito:
www.museibologna.it/arteantica


Fondato nel 1946 su iniziativa di Vittorio Zironi, e acquisito dal Comune di Bologna nel febbraio 2016 in seguito alla generosa proposta di donazione da parte degli eredi Zironi, il Museo del Tessuto e della Tappezzeria si configura come un unicum di eccezionale rilievo nel panorama delle collezioni italiane ed estere dedicate all’arte tessile per il ricchissimo patrimonio di oltre 6000 oggetti, di natura e varietà differenti, raccolto in oltre quarant’anni di acquisizioni e donazioni. Del tutto peculiare è poi l’attenzione con cui i manufatti tessili sono posti in relazione agli strumenti di lavoro e ad aspetti poco noti del processo produttivo tessile, che connota questa istituzione come una importante base di studio per conoscere i segreti e le tecniche di un lavoro artigiano dalle origini molto antiche.
Il percorso di visita si articola oggi in 20 sale disposte sui tre piani di Villa Spada ed espone una significativa ma parziale porzione dell’intero patrimonio – 2500 pezzi – che comprende collezioni di tessuti italiani (tra cui damaschi, lampassi, broccati, velluti, tele bandiera, broccatelli, taffetas, liseré), tessuti orientali (turchi egiziani, copti, caucasici, persiani e indiani), merletti e ricami, paramenti sacri, abiti e costumi, bandiere e stendardi, pelli, stampi, cuoi, passamanerie, telai, accessori e attrezzi per tappezzieri. Un vastissimo repertorio di forme e materiali, nel cui continuum si distinguono veri e propri capolavori che punteggiano ogni sala.

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Museo del Patrimonio Industriale | via della Beverara 123
Orari di apertura:

fino al 15/09 aperto solo su prenotazione per gruppi telefonando almeno 3 giorni prima dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 14.00 al numero 051 6356611
dal 16/09 da martedì al venerdì h 9.00 – 13.00 | sabato e domenica h 10.00 – 18.30

Costo: € 5 intero | € 3 ridotto | gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e ogni prima domenica del mese
Telefono: 051 6356611
Sito:
www.museibologna.it/patrimonioindustriale


Moto Bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959

Periodo di apertura: fino al 14 ottobre 2018
L’esposizione è incentrata sul periodo d’oro per Bologna nel settore produttivo motociclistico: nei decenni 1920-’50 il territorio bolognese è infatti un centro di importanza nazionale in quest’ambito, grazie a una concentrazione senza eguali di piccole e medie aziende produttrici di moto finite (oltre 70 attive con alterne fortune in quegli anni) e un numero ancora maggiore in grado di fornire tutto ciò che serve per assemblare qualsiasi motociclo.

In quegli stessi anni si situa l’avventurosa storia della C.M, non dissimile da quella di molte aziende bolognesi.
La mostra presenta 15 motociclette degli anni 1930-’50, tra i più importanti modelli realizzati dalla C.M e tra i più significativi esemplari presenti nelle collezioni di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un ricco apparato di immagini fotografiche e di cataloghi, in gran parte inedito, è visibile in tre proiezioni su schermo e a video.


Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali

Periodo di apertura: fino al  25 novembre 2018
La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso.

L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina.
In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni.