FUTURE FILM FESTIVAL
. IL CINEMA DEL FUTURO | IL FUTURO (NON SOLO) DEL CINEMA


XX EDIZIONE
 BOLOGNA, 29 MAGGIO / 3 GIUGNO 2018

Programma speciale, quello per i vent’anni del FUTURE FILM FESTIVAL, dal 29 maggio, al 3 giugno a Bologna. Diretto da Giulietta Fara e Oscar Cosulich – primo e più importante evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate all’animazione, al cinema, ai videogame e ai new media – si conferma un osservatorio irrinunciabile sul futuro (non solo) della settima arte.

ANIMAZIONE, VISUAL EFFECTS, ANIME, CARTOON, ANTEPRIME, MASTERCLASS, VIRTUAL REALITY
Dall’anteprima italiana di UNSANE di Steven Soderbergh, a Mary and the Witch’s Flower, fino al nuovo film di Jan Svankmajer; dall’omaggio a Isao Takahata con tutti i suoi film, al pazzo DC Super Heroes vs. Eagle Talon; dal delicato On Happiness Road, fino al restauro dell’epic fantasy-horror Legend of the Mountain e agli originali film indipendenti Torrey Pines e Where It Floods, Future Film Festival XX presenta il record della selezione di tutti i tempi con venticinque lungometraggi e novantacinque corti, oltre ad eventi speciali e masterclass.

Il Future Film Festival, manifestazione che si svolge nell’ambito di Bologna Estate 2018, inaugura ufficialmente il 29 maggio, in Accademia delle Belle Arti di Bologna, ma in verità esiste un ricco programma pre-festival che vale la pena seguire:

LA MOSTRA
E’ stata IS IT FUTURE IS IT PAST (Salaborsa, Piazza Nettuno, Bologna, fino all’11 giugno), da una frase del Sequel, di Twin Peaks del 2017,  a dare il via al ventesimo anno: prima mostra in Italia che racconta la storia degli effetti visivi in venti tappe, come i 20 anni di Future Film Festival. Da Méliès a Blade Runner, per arrivare fino ad Avatar e ai mondi virtuali di Spielberg, toccando autori e artisti italiani e internazionali che hanno lavorato agli effetti visivi: per esempio, in uno dei Tablet che raccontano i segreti degli effetti di alcuni film troviamo Koko the Clown, personaggio nato dai fratelli Max & Dave Fleischer, protagonista della serie d’animazione Out of the Inkwell (1918/1928). Per chi non lo sapesse Max Fleischer è l’inventore del Rotoscopio (tecnica di animazione utilizzata per creare un cartone animato, in cui le figure umane risultino realistiche. Il disegnatore ricalca le scene a partire da una pellicola filmata in precedenza), che impiegò per la prima volta per KOKO: “Il viaggio alla riscoperta del cinema propone making of inediti dei film in mostra, per guardare il cinema per una volta dalla parte dell’obiettivo” , sottolinea Giulietta Fara, uno dei due direttori del Future Film Festival. “Il consiglio è di andare a vederla prima, durante e anche dopo il Festival” aggiunge Oscar Cosulich, con-direttore, “Oltre che di seguire gran parte di questo ventesimo programma per capire, dalla storia, come si sta evolvendo il cinema e così avere una chiave di lettura sul nostro oggi e una visione consapevole del possibile futuro”.

MAST. Auditorium Gratuito, necessario prenotare su EventBrite
Vero festival nel Festival quanto succederà al MAST. Auditorium il 25 , 26 e 27 maggio. L’argomento è delicato e attualissimo per i suoi risvolti umani e sociali: ROBOT & SUPERHUMANS, la sfida del lavoro tra cinema e realtà. Presentata in sala dal critico cinematografico e docente universitario Roy Menarini, sarà proiettata una selezione di film di fantascienza, storici e più attuali (da Io Robot, di Alex Proyas, USA, 2004, ispirato all’antologia di Isaac Asimov, Il pianeta proibito, di Fred M. Wilcox, USA, 1956, MOON 
di Duncan Jones, USA 2009, a GATTACA – LA PORTA DELL’UNIVERSO
USA, 2011 e IN TIME  entrambi di Andrew Niccol, USA, 2011) sulla figura dei robot e il ruolo della tecnologia. Non a caso questo pre-festival è realizzato in collaborazione con la Fondazione MAST, un’istituzione internazionale, culturale, basata sulla Tecnologia, l’Arte e l’Innovazione (http://www.mast.org/future-film-festival-2018)

SERATA DI APERTURA
S’inizia martedì 29 Maggio alle 18, con l’ Inaugurazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e lo svelamento dell’opera dell’artista emergente Benni Bosetto – sua è l’immagine simbolo di questa edizione, un lavoro site specific – alla presenza dell’artista, dei direttori del Festival Giulietta Fara e Oscar Cosulich, di Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo e Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. L’evento è frutto della collaborazione, non la prima, tra il MAMbo, l’Accademia di Belle Arti di
Bologna e il Future Film Festival. Dalla selezione congiunta del Future Film Festival e del MAMbo tra 56 artisti in mostra nella collettiva That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine, che aprirà i battenti il prossimo 22 giugno al MAMbo, è nata la collaborazione con la giovane artista italiana che vive ad Amsterdam, e la produzione di un’opera originale realizzata da lei.

La stessa sera il primo regalo al pubblico del festival: l’Anteprima UNSANE di Steven Soderbergh (Usa, 2018, 98’) regista del film cult Sesso, bugie e videotape: Sawyer Valentini (Claire Foy) è una donna in carriera costretta a lasciare Boston per fuggire dalla minaccia di David Strine (Joshua Leonard), uno stalker che la perseguita. Traumatizzata, Sawyer vive in maniera ansiosa e sospettosa ogni relazione, ma quando si rivolge ad una clinica psichiatrica la terapista la raggira, facendole firmare un ricovero spontaneo di 24 ore. Nella struttura, Sawyer ritrova lo stalker, che ha cambiato identità.
Dal videotape allo smartphone, Soderbergh rimane attento alle tecnologie e alle riprese “a bassa definizione”.

Nel 2013 Steven Soderbergh aveva annunciato il suo addio al cinema con lo psichothriller “Side Effects”, questo auto-esilio dal grande schermo era terminato l’anno scorso con la commedia criminale “Logan Lucky”, ma è Unsane che mostra il senso della ricerca dell’autore di percorrere canali di produzione e distribuzione alternativi a Hollywood. Alla domanda se un film come questo, integralmente girato in modo veloce e “sgranato” con uno smartphone, sia il futuro del cinema, Soderbergh ha risposto: “Se sia il futuro tout court, non so. Sicuramente è una direzione, una fase di transizione. Non c’è dubbio che l’iPhone al cinema oggi aiuti a tradurre una storia nella realtà visiva del mezzo più usato al mondo. La resa è intensa, iperrealista, e sicuramente un filtro che dobbiamo ancora abituarci a vedere sul grande schermo. Posso parlare per me: questo nuovo medium cinematografico cambierà il mio modo di fare cinema”.

LUNGOMETRAGGI IN CONCORSO E FUORI CONCORSO
Trentatre lungometraggi: dieci si contenderanno il Platinum Grand Prize, dieci fuori concorso (cinque anteprime italiane, una anteprima europea); due Follie Notturne (una anteprima italiana, una europea); film omaggio a ISAO TAKAHATA; due Eventi Speciali ( versioni restaurate in 4K) .

Altri dati significativi di questa edizione sono la presenza di numerosi film indipendenti, il contrasto a volte tra disegni che sembrano destinati a bambini e storie per adulti, la buona presenza di registe donne (cinque). Di film il cui tema tocca conflitti sociali e sindacali (per esempio Un Homme est mort, di Olivier Cossu, in anteprima italiana, e prodotto da ARTE, ha ottenuto il premio del pubblico al festival FICAM, di Meknès in Marrocco e sarà presente fuori concorso al Festival di Annecy), o guerra e conflitti in generale, animazione che guarda alla storia del passato o all’attualità.
Iniziamo con i lungometraggi in concorso: The Man Who Knew 75 languages (Der Mann, der 75 Sprachen Spach – Norvegia, Lituania, Regno Unito, Romania, Germania, 2016, 65’) in Anteprima Italiana, tra quelli che guardano alla storia, si svolge infatti nel 1855, alla vigilia dello scoppio della guerra di Crimea: Georg Sauerwein, un giovane e geniale linguista, viene chiamato alla corte germanica per far da tutore alla Principessa Elisabeth di Wied. I due s’innamorano, ma la differenza di classe impedisce loro di coronare il proprio sogno e Georg viene allontanato dalla Corte. I due rimarranno in contatto per tutta la vita, ispirandosi a vicenda a combattere per la pace, per la cultura e per il diritto delle minoranze di esprimersi nella propria lingua madre.
Il Film, diretto da Anne Magnussen, fotografa esperta e regista, proveniente dalla norvegese Film School, con alle spalle un numero importante di produzioni televisiva e un’ attività di documentarista che l’ha resa celebre per il grande contributo alla condizione degli orfani e degli adolescenti rovinati dalle dipendenze, prodotto dai celebrati Fumi Studio, Embla Film e Fralita Films, è realizzato con l’antica tecnica del rotoscopio ed è una celebrazione appassionata della libertà di amare e vivere secondo la propria natura.
Anne Magnussen sarà ospite del Festival in una speciale Masterclass.
Altro lungometraggio che parla di conflitti che hanno determinato la storia è 1917 the real October (1917 – Der wahre Oktober – Germania, Svizzera, 2017, 90’) e sempre diretto da una regia femminile Katrin Rothe
Nel 1917 in Russia scoppia la rivoluzione d’ottobre. Il documentario della pluripremiata Katrin Rothe ci racconta quei giorni epocali attraverso il punto di vista di 5 grandi artisti dell’epoca: lo scrittore Maxim Gorky, il pittore Kazimir Malevich, il poeta Vladimir Mayakovsky, il critico e pittore Alexandre Benois, la poetessa, saggista e scrittrice Zinaida Nikolayevna Gippius.
Animato virtuosisticamente in cut-out animation, il film è un originale e necessario punto di vista su uno degli eventi che hanno cambiato il mondo.
ANTEPRIMA ITALIANA
Mutafukaz , di Run e Shojiro Nishimi (Francia, Giappone, 2017, 90’) in Anteprima Italiana è il frutto del matrimonio riuscito tra il francese Studio 4°C. e la giapponese Ankama co-Production. Tratto dalla fortunata serie a fumetti omonima di Run (Guillame Renard), è un adrenalinico e liberissimo film d’animazione postmoderno in 2D, capace di raccontare la street culture come pochi altri: Angelino è solo uno dei tanti fannulloni che popolano la megalopoli Dark Meat City, condividendo una stanza d’hotel con l’amico Vinz e con un’orda di scarafaggi. Un giorno Angelino ha un incidente con lo scooter mentre consegna delle pizze, e comincia ad avere strani mal di testa e visioni allucinate…
Ed ecco due film ambientati in IRAN. La prima una storia iraniana, una produzione estera per eludere la censura, che sicuramente avrebbe avuto a che dire, si tratta di Tehran Taboo di Ali Soozandeh (Austria, Germania, 2017 ‘90)
La trama parla di una madre sola che vive a Teheran con il figlio muto di cinque anni. Per pagare l’affitto e il divorzio dal marito galeotto, lavora come prostituta e come infermiera. Condivide il suo segreto con la vicina di casa incinta, una casalinga annoiata, che si prende cura di suo figlio, ma spera anche di trovare una via d’uscita dalla quotidianità sempre così ripetitiva. Nel loro stesso quartiere abita un giovane studente di musica, destinato a vivere un dramma dopo una notte passata con una ragazza vergine di diciotto anni. Il film è girato in live action e poi animato con il rotoscopio (visitare la mostra in Salaborsa per vedere Koko the Clown, il primo personaggio realizzato in rotoscopio nel 1918), Teheran Taboo è uno spaccato crudo e poetico della vita di tutti i giorni della povera gente di Tehran, schiacciata tra i dogmi della società iraniana e i problemi del mondo reale.
Il secondo film, di una regista donna, in Anteprima italiana è Window Horses: The Poetic Persian Ephifany of Rosie Ming, di Ann Marie Fleming (Canada, 2017, 85): Rosie Ming, una giovane poetessa canadese di origini cinesi, viene invitata a un festival di Poesia in Iran. Giunta là, per la prima volta lontana dai suoi nonni iperprotettivi, conosce altri poeti che la costringono a fare i conti con le sue origini e la sua storia. Un film magico, prodotto dal National Film Board of Canada, che riflette sul dovere di abbattere tutte le barriere culturali e generazionali.
Dagli Stati Uniti due lungometraggi, entrambi indipendenti, in Anteprima italiana: Dave Made a Maze di Bill Watterson (USA, 2017, ’80), girato con un budget bassissimo e praticamente in una stanza, ricco di invenzioni e effetti old style: Dave, un artista frustrato, costruisce un labirinto nel suo salotto e vi si trincera dentro. La fidanzata Annie raduna una squadra di folli avventurieri per andare a recuperarlo. Una volta dentro, finiranno prigionieri in un mondo fantastico pieno di follie create da Dave, tra trappole, minotauri e altri folli pericoli. Where It Floods di Joel Benjamin (USA, 2017, 47’) animato in cut-out animation e autoprodotto con budget all’osso è un piccolo grande film sulla testardaggine, la memoria, il senso di colpa e la cecità autoimposta: In un mondo funestato da disastri climatici, Calvin, sua moglie Patty e loro figlio Kenny tentano in tutti i modi di tenere in piedi la loro fattoria, situata in un paesaggio allagato nel Midwest dell’America. Tutti i loro vicini sono emigrati, ma Calvin e i suoi non vogliono rinunciare alle loro radici, costi quel che costi.
Due registi, una donna e un uomo, per La Casa Lobo (The Wolf House), di León e Cociña (Cile, 2018, 73’) : Maria, una giovane donna in fuga da una setta di fanatici religiosi, si rifugia in una casa. Le danno il benvenuto due maiali, apparentemente gli unici abitanti del posto. Ma pian piano l’universo della casa sembra mutare, assecondando gli umori di Maria, persino i maiali si tramutano in esseri umani. L’incubo è cominciato.
Ispirato alla storia vera della setta di origine tedesca chiamata Colonia Dignidad, che commise atroci violenze in collaborazione con la dittatura di Pinochet, La Casa Lobo è un grande film inquietante e caotico, animato in stop-motion capace di dare forma allo spettro mai sopito della dittatura. Anteprima italiana.

Dalla Francia Un homme est mort di Olivier Cossu (2017, 66’) in anteprima italiana è un film dai forti temi sociali, prodotto da ARTE, da un adattamento dell’omonimo fumetto di Kris ed Etienne Davodeau, che mette in luce la figura del regista René Vautier, ingiustamente dimenticato dalla storia del cinema e qualche anno fa riscoperto proprio dal Cinema Ritrovato di Bologna. Il film ha girato per alcuni festival esteri, riscuotendo sempre successo.
La storia è ambientata a Brest nel 1950, una città in piena ricostruzione a seguito dei bombardamenti. Durante una manifestazione per rivendicare migliori condizioni salariali, la situazione con le forze dell’ordine degenera portando alla morte del giovane Éduard Mazé, colpito in piena testa. René Vautier, cineasta militante comunista, documenta la situazione dei lavoratori con la collaborazione non sempre facile del piccolo Zef e Désiré, gli amici d’infanzia di Éduard. Una volta terminato il film, René improvvisa una sorta di cinema itinerante, proiettando le immagini sui cantieri e nei luoghi di picchettaggio di tutta la Bretagna. Il film infonderà un nuovo slancio alla lotta.

Ultimo film in concorso My Dogs, Jinjin and Akida di Cho Jong-duck (Corea del Sud, 2016, 67’)Jae-Young ha due cani, Jinjin e Akida, con cui condivide le sue tristi giornate, visto che i suoi genitori non fanno altro che litigare.
La sua vita cambia quando vengono a vivere accanto a casa sua Soon-young, Ki-sik e la loro mamma. Il ragazzo confida loro che vorrebbe che suo padre se ne andasse, visto che sembra amare I cani più di lui. Roso dall’invidia, Jae-Young caccia di casa uno dei cani, con conseguenze irreparabili.
Dalla Corea del Sud un film d’animazione duro ed emozionante, in cui l’ingenuità del tratto contrasta intelligentemente con la cruda disanima dell’animo umano. Anteprima Italiana.

SERATA DI CHIUSURA E LUNGOMETRAGGI FUORI CONCORSO

A chiudere il Festival sarà il thriller Truth or Dare (Obbligo o verità, Usa, 2018, 100’), della Blumhouse Productions, diretto da Jeff Wadlow, autore di Kick-Ass, che vede come protagonisti Lucy Hale (Pretty Little Liars) e Tyler Posey (Teen Wolf), affiancati da Violett Beane, Hayden Szeto, Landon Liboiron, Sophia Taylor Ali e Nolan Gerard Funk: Un gruppo di amici, una sera, gioca ad “Obbligo o Verità”. Sembra l’occasione dei consueti lazzi innocenti fino a quando il gioco non si rivela un rischio mortale, perché qualcuno, o qualcosa, inizia a punire chi di loro dice una bugia, o rifiuta di eseguire l’obbligo.
Fondata da Jason Blum nel 2000, la Blumhouse Productions (Auguri per la tua morte, Scappa – Get Out, Split) inanella un successo dopo l’altro con film il cui costo medio non supera i 5 milioni di dollari – per Truth or Dare ne sono stati spesi 3,5 – e i cui incassi medi si aggirano sui 90 milioni. Secondo Blum spiega il segreto del successo dello spendere poco e guadagnare molto con queste parole: “investendo un budget limitato in ogni film, noi possiamo mantenere la massima libertà creativa degli autori, perché anche se questo andasse male la perdita sarebbe contenuta” e sembra funzioni.

Omaggio a Isao Takahata – Ricordi struggenti, il cinema di Isao Takahata
Non poteva mancare al Future Film Festival (che portò alla luce per la prima volta in Italia i film e le serie dello Studio Ghibli nel 1999 – durante la sua prima edizione) l’omaggio a Isao Takahata. Fiore all’occhiello di questa edizione, un’ampia retrospettiva e una tavola rotonda dedicata al grande Maestro giapponese. Isao Takahata, recentemente scomparso, è l’acclamato maestro dell’animazione e regista giapponese, co-fondatore del celebre Studio Ghibli con Hayao Miyazaki, tra l’altro padre di serie popolari in Italia quali papà Heidi e Anna dai Capelli Rossi. Nelle opere di Takahata sono presenti in giusto equilibrio folclore, famiglia e natura, egli è stato capace di passare dall’avventura pura dell’esordio con La Grande avventura del principe Valiant, all’intimismo tipicamente giapponese di Pioggia di ricordi, passando per la struggente e umanistica tragedia bellica di La Tomba delle lucciole, per terminare la carriera con il suo capolavoro La storia della principessa splendente, stilizzatissima e asciutta sintesi di un’intera vita. Il pubblico potrà assistere alle proiezioni su grande schermo di La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968), Panda! Go, panda! (1972), Goshu il violoncellista (1982), Una tomba per le lucciole (1988), Pioggia di ricordi (1991), Pom Poko (1994), I miei vicini Yamada (1999) e naturalmente La storia della principessa splendente (2013).
A completare l’omaggio a Takahata una tavola rotonda dedicata al regista, coordinata da Enrico Azzano, critico cinematografico e autore del libro Studio Ghibli, con la partecipazione di Luca Della Casa, storico del cinema di animazione, Lorenzo Ceccotti, alias LRNZ, fumettista, Claudio Acciari, fumettista e animatore, Raffaele Meale,
critico cinematografico.

Tra i film fuori concorso, in anteprima, The Breadwinner di Nora Twomey (Irlanda, Canada, Lussemburgo, 2017, ‘94), tratto dal bestseller Sotto il burqa di Deborah Ellis, fortemente voluto dalla produttrice Angelina Jolie per il suo denunciare la condizione delle donne nell’ Afghanistan del Taliban. Infatti, è la storia di Parvana, una bimba di 11 anni, che cresce nell’Afghanistan del 2001 e quando il padre viene ingiustamente arrestato, si traveste da maschio per poter girare liberamente per la città e aiutarlo. The Breadwinner, della casa di produzione Cartoon Saloon (La canzone del mare), un inno alla libertà, alle donne e alla resistenza è stato candidato agli Oscar e Golden Globe come miglior film di animazione e vincitore di molti premi internazionali.

Dalla Francia Les garçons sauvages di Bertrand Mandico (2017, 110’) Il primo lungometraggio di un grande regista di cortometraggi sperimentali è una fiaba nerissima e visivamente lussureggiante che evoca classici come Il Signore delle mosche e La Morte corre sul fiume, ma anche certi film dai racconti di Giules Verne. Il film ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui il premio della settimana della critica a Venezia: All’inizio del 20esimo secolo, sull’isola di La Rèunion, cinque adolescenti di buona famiglia innamorati dell’occultismo commettono un orrendo crimine. La loro rieducazione viene affidata al capitano di una nave che ha metodi a dir poco barbarici per riportare i ragazzi sulla retta via. I cinque sognano un ammutinamento ma non sanno che la loro trasformazione, cominciata sotto l’egida del capitano, è destinata ad andare ben oltre le loro aspettative.
Dalla Cina e record d’incassi in quel Paese, e non è poco, definito dai critici “ la risposta a La Città incantata di Miyazaki “ Big Fish and Begonia (Da Hai), di Liang Xuan, Zhang Chun (2016 in Versione Italiana), è un epico fantasy dal respiro internazionale che ha sbancato ai botteghini asiatici. Racconta di Chun, una divinità con le sembianze di una giovane, che vive in un mondo parallelo a quello umano, al di sotto del mare, dove il mare diventa cielo e dove ogni cosa è amministrata da rigide regole cosmiche.Tra queste vige un obbligo ferreo: quando i giovani dèi, alla soglia dei sedici anni, sono chiamati a visitare il mondo degli umani, non devono avvicinarsi troppo ad essi, ma guardarli solo da lontano. Chun, raggiunta la superficie, incontra Kun, un giovane pescatore… I due sfideranno le regole degli dei.
Insects HMYZ (Repubblica ceca, 2018), in Anteprima Italiana è un metafilm ambizioso e complesso di Jan Svankmajer, grande maestro del surrealismo cecoslovacco, che qui mostra tutta la sua maestria nella gestione degli effetti speciali in stop-motion (alla mostra IS IT FUTURE IS IT PAST è presente il making of di Alice, altro suo capolavoro), che lo hanno reso celebre: In una piccola città, una troupe di attori fanno le prove per mettere in scena una pièce dei fratelli Capek, “la vita degli insetti”. Le loro vite si confonderanno coi destini dei protagonisti del testo teatrale.
In Anteprima italiana Torrey Pines, girato da Clyde Petersen (Stati Uniti 2016) premiato regista indipendente, transgender. Il film è un’autobiografia, in cui Clyde Petersen racconta con humor le difficoltà incontrate e che ha dovuto superare, una storia di crescita e scoperta di sé, che il regista definisce A queer punk coming-of-age tale (Un racconto di formazione queer e punk): nella California degli anni ’90, cresciuta da una madre schizofrenica che la tormenta coi suoi deliri cospirazionisti, la dodicenne transgender Clyde non ha vita facile. L’arrivo della pubertà e la scoperta dell’identità sessuale complicano ancor di più la situazione.
L’attenzione all’oriente del Future Film Festival prosegue con due film sudcoreani. Il primo, In Anteprima Europea, del regista Jae-Huu Ahn, The Shower (2017), breve adattamento della novella “Rain Shower” di Hwang Sun-Won del 1953. Il racconto si ambienta in campagna e segue l’incontro tra un ragazzo del posto e una ragazza appena trasferitasi da Seul. Dalle rive di un fiume, attraverso campi coltivati, tra la brezza collinare, i due vivono spensierati giorni di primavera, cercando riparo dagli intensi ma brevi acquazzoni tipici del periodo, che rappresentano l’efficace metafora del loro rapporto. Il giovane regista e disegnatore propone una delicata storia dal forte impatto emotivo e accompagna la trama con fondali avvolgenti, dal tratto fine e minuzioso. Egli ha dichiarato di voler perseguire l’ideale di “disegnare quella cura, quei colori che toccano il cuore”.
IL secondo è I’ll Just Live in Bando, in Anteprima italiana, dell’esordiente Yongsun Lee del 2017, una storia dura e quotidiana di ordinarie frustrazioni: Il quarantaseienne JunKoo Oh, attore mancato, insegna recitazione a scuola, ricavandone solo frustrazioni. In famiglia non gli va meglio, sua moglie lavora troppo, la figlia vuole andare in una scuola molto costosa e il figlio è nei guai con la legge. Quando gli viene offerta un’importante parte d’attore, Oh è al settimo cielo, ma subito dopo gli viene proposto un contratto a tempo indeterminato come attore. Qualsiasi scelta farà, gli costerà cara. Lee, con esperienza precedente di regia solo di cortometraggi, ha girato il film con il budget risibile di 42.000 dollari.
Ancora oriente e ancora una regista donna con On Happiness Road (Xing Fu Lu Shang ) di Hsin Yin Sun, Taiwan, 2018. Tratto da un cortometraggio premiatissimo della stessa regista, il film è un delicato viaggio nella memoria, in cui la storia di una famiglia si mescola con maestria a quella della sua città: Dopo anni di assenza, Chi, emigrata da anni negli USA torna alla natia Taiwan per assistere ai funerali della nonna. In crisi con il marito americano e indecisa sul suo futuro, Chi ne approfitta per riscoprire le sue origini tornando a casa dei genitori e ripercorrendo la storia di famiglia e della stessa Taiwan.
Dal Giappone Mary and the Witch Flower (Mary to Majo no Hana), 2017, del regista Hiromasa Yonebayashi già noto per Arrietty e Quando c’era Marnie. Yonebayashi torna alla regia dopo la chiusura dello Studio Ghibli, dimostrando il suo grande talento anche senza i suoi maestri Miyazaki e Takahata, con Mary, il suo terzo, grande personaggio di donna indipendente e combattiva, in un grande racconto fantastico di crescita, sconfitta e rinascita: Mary è una ragazzina allegra e vivace, giovane e innocente, ma i suoi modi impacciati le complicano la vita. Quando trova un fiore proibito, il “Fiore della Strega”, Mary viene trascinata in una straordinaria avventura.
Mary si trasforma in una strega usando le proprietà magiche del Fiore e comincia ad essere ammirata e considerata una ragazzina dai poteri straordinari. Ma si tratta di poteri solo temporanei. Per mantenere una promessa, Mary intraprende un viaggio alla ricerca della verità, ma è proprio allora che perde tutti i suoi poteri di strega.

FOLLIE NOTTURNE

Non è Future Film Festival se non ci sono le Follie Notturne!
Due le follie notturne, entrambe giapponesi, in questa ventesima edizione.

Si inizia con Meatball Machine Kodoku (2017), un nuovo delirio splatter e fuori-di-testa, per una notte indimenticabile da risate e popcorn, del regista Yoshihiro Nishimura, suo l’indimenticato Tokyo gore police. In Anteprima italiana.
La trama racconta di Yuji, un mite esattore, che trova un insperato nuovo scopo nella propria vita quando una forma di vita aliena invade la sua città, iniziando a impossessarsi poco a poco delle menti degli ignari residenti. Gli alieni trasformano i corpi degli ospiti in mostri – i necroborg – Yuji, affetto da un cancro allo stadio terminale che funge da difesa immunitaria naturale, comincia a mutare fisicamente a causa dell’attacco psichico, ma resta in possesso delle facoltà mentali, potendo così organizzare l’offensiva.

La seconda follia, stavolta in Anteprima Europea, è DC Super Heroes vs. Eagle Talon di Frogman (2017), tratto da una celebre serie animata in flash, il film approvato dalla Warner Bros, è una delirante e spassosa commedia supereroistica che gioca con intelligenza sul divario di budget dei film americani e quello risicato del brand Eagle Talon: i supercriminali, guidati dal Joker, stanno attaccando Tokyo! L’Eagle Talon Society, curioso e sgangherato gruppo di criminali locali, è costretta ad allearsi con la Justice League americana per batterli. Il problema è che Superman e compagnia sono abituati a budget stratosferici, e con i quattro soldi dell’animazione di Eagle Talon non riescono a dispiegare appieno i loro poteri. Solo i miliardi di Batman, che ha però lasciato la League, possono salvarli.
CONCORSO CORTOMETRAGGI
La sezione del Future Film Festival dedicata ai cortometraggi presenta una ricchissima selezione – ben 95 titoli da tutto il mondo – delle migliori opere internazionali realizzate negli ultimi due anni con tecniche di animazione, dal tradizionale disegno animato (drawings) alla stop-motion, dalla flash animation alla computer grafica 3D. Il concorso Future Film Short vede assegnati due premi: il tradizionale Premio del Pubblico, e il Premio della Giuria composta da esperti del settore.
EVENTI SPECIALI
Due film tra gli Eventi Speciali, specialissimi, entrambi in versione restaurata in 4K.
Legend of the Mountain di King Hu (Taiwan, 1979) Adattato da un racconto popolare risalente alla dinastia Song, Legend of the Mountain venne realizzato nella Corea del Sud in modo simultaneo a Raining in the Mountain, altro capolavoro di King Hu, entrambi film che dimostrano la maestria del regista nel rendere, con una grafica spettacolare, le sue intuizioni filosofiche sui concetti di vita ed esistenza.
Il giovane studioso Ho Yunqing viene incaricato da un illustre monaco di trascrivere un particolare sutra Buddista che ha la fama di custodire un’enorme potere sugli spiriti dell’aldilà. Per eseguire il suo compito, si dirige verso una lontana fortezza di un’antica città. In seguito al susseguirsi di strani eventi, incontra una giovane donna di nome Melody, che si rivela essere uno spirito intenzionato a manipolare il giovane per potersi impossessare del sutra, Ho si ritrova coinvolto nello scontro che frappone spiriti benevoli e spiriti maligni.
Il secondo è The Fabulous Baron Munchausen di Karel Zeman (Cecoslovacchia, 1962), ispirato alle antiche illustrazioni di Gustave Dorè. Si tratta della copia restaurata del capolavoro meliesiano di Karel Zeman, geniale artigiano che mescolava live action con animazione, con gusto surrealista e naif (alla mostra IS IT FUTURE IS IT PAST c’è il making of de La diabolica invenzione, altro suo capolavoro): L’imbattibile, sardonico, bugiardo, irresistibile Barone di Munchausen racconta le sue mille avventure, dal viaggio sulla Luna a quando sconfisse da solo l’armata turca, passando per il suo volo a cavalcioni di una palla di cannone e i suoi viaggi nello stomaco di un pesce gigante o appeso agli artigli di un enorme uccello.

Tante, come sempre, le proposte del FFF: e come sempre rivolte al pubblico di ogni età, dai bambini – con proiezioni e laboratori pensati per stimolare la creatività dei più piccoli – agli adulti.
MASTERCLASS
Mercoledì 30 maggio ore 15 laboratorio delle Arti
Past, Present and Future of VR Design
Questo workshop si propone di fare un excursus sulla vr dalla sua esplosione nel mercato consumer, alla situazione attuale e le prospettive future. Si discuterà delle soluzioni disponibili di sviluppo immersive, sempre più creative ed ergonomiche come il VR Editor di Unreal Engine, di cui
saranno analizzati pro e contro del suo utilizzo. Saranno fatti vedere esempi con HTC Vive. Workshop a cura di Saverio Iacono Research Fellow – Università degli Studi di Genova, Genova (Italia) – Assegnista di ricerca presso il DIBRIS (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi) per lo studio e progettazione di applicazioni web/mobile/
gaming che permettano la fruizione di esperienze immersive 360/3D in realtà virtuale/aumentata mediante visori HMD.
Giovedì 31 maggio e venerdì 1 giugno – Accademia di Belle Arti di Bologna
La sfida della stop-motion – Arte, tecnica e materiali del film Mani Rosse
Sognate di fare un film come Tim Burton? Siete così pazzi? Anche in Italia “zi-puòfa-re!” Nel workshop pratico saranno analizzate tutte le fasi di lavoro, i problemi tecnici e le soluzioni dietro la produzione di un film in stop-motion, partendo dal sofisticato medio-metraggio Mani rosse, in prossima uscita. Teoria, analisi della produzione e dimostrazioni pratiche con l’animatore e pluripremiato regista Francesco Filippi.

Venerdì 1 giugno ore 15 – MAMbo
Masterclass di Marino Guarnieri, co-regista del film Gatta Cenerentola
Durante la masterclass sarà presentato il making of del film d’animazione tutto italiano, 100% made in Naples, prodotto dalla Mad Entertainment con Skydancers e distribuito in Italia da Videa, che in pochi mesi ha trovato un’accoglienza trionfale in Italia e all’estero. Per la prima volta nella storia del più importante premio dedicato al cinema italiano un prodotto animato arriva in nomination per la statuetta più importante, quella per il miglior film. Presentato alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in concorso nella sezione ‘Orizzonti’, Gatta Cenerentola ha vinto ben due David: quello per i migliori effetti digitali e quello come miglior produzione. La pellicola, diretta Il film, diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, dopo le recensioni entusiastiche da parte della critica e il premio come miglior noir dell’anno, continua a raccogliere consensi.
Domenica 3 giugno ore 15 – MAMbo
Rone VR
Incontro con Lester Francois, regista di RONE VR il film in competizione nel Virtual Reality Contest del FFF, che mostra il ritratto dello street artist “Rone”, le cui immagini di ragazze
adornano palazzi in disuso. Il film in 360°, interattivo e in VR porta lo spettatore direttamente dentro il mondo dell’artista: troviamo i posti dove l’artista lavora, le stanze abbandonate, gli edifici
in disuso, e veniamo a conoscenza della sua filosofia. Il workshop racconta le fasi di produzione e realizzazione del film.

Domenica 3 giugno ore 18 – MAMbo
Anne Magnussen: tecniche e segreti del rotoscoping
The Man who Knew 75 Languages: Tecniche e segreti del rotoscoping. Anne Magnussen, regista del film, illustrerà al pubblico tutti i processi con cui la troupe ha rotoscopizzato il film, mostrando backstage, animatic e cortometraggi.
VIRTUAL REALITY CONTEST
Quest’anno la sala a cielo aperto del Future Film Festival, inaugurata lo scorso anno con opere in VR, diventa lo spazio ideale per vedere la selezione del nuovissimo concorso VIRTUAL REALITY CONTEST, che mescola opere in 360° ad App in VR, dove lo spettatore deve anche interagire con la storia per far procedere gli eventi. Dall’horror alle riflessioni intimiste, dal documentario alle opere che analizzano il mondo social e i suoi pericoli, la selezione offre uno spaccato di ciò che viene prodotto oggi nel mondo con la virtual reality, dalla Corea del Sud all’Australia, dalla Russia agli Stati Uniti.
Fuori concorso, due perle in VR legate a film cult quali L’Isola dei Cani (di cui viene presentato il making of in VR) e Ready Player One (di cui viene presentato un mondo in cui gli spettatori diventano Avatar e possono dunque diventare altro da sé).
Cineca presenta due interessanti lavori per il Virtual Cultural Heritage, ovvero come avvicinare le nuove generazioni alla storia.
In collaborazione con Acantho e Cineca Visit Lab.

“Il Future Film Festival rappresenta da anni il luogo in cui l’innovazione traduce nell’arte le proprie visioni – afferma Roberto Privitera, Responsabile Marketing e Business Development di Acantho – e dunque parla al cuore di chi, lavorando come noi nelle telecomunicazioni, è alla costante ricerca di chiavi di lettura per anticipare i tempi e creare, nel segno dell’eccellenza, nuovi ponti per la comunicazione fra le persone. Acantho ha intrapreso più di quindici anni fa, in maniera pionieristica, lo sviluppo di una rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che si estende per 4.200 Km. Siamo parte del Gruppo Hera, realtà da cui abbiamo mutuato l’attenzione alle migliori esperienze culturali dei nostri territori, e in particolare crediamo importante sostenere manifestazioni che, come il FFF, siano capaci non soltanto di riscuotere un significativo successo di pubblico ma anche di guardare lontano, coinvolgendoci in un viaggio nel futuro che siamo felici di compiere assieme.” www.acantho.it

FUTURE FILM KIDS
Anche quest’anno il Festival propone un percorso dedicato ai più piccoli. Ogni film in programma adatto ad un pubblico di minori sarà segnalato come di consueto da una grande K (sta per KIDS) mentre tre saranno i laboratori:
Venerdì 1 giugno Minecraft & yoga I bambini potranno partecipare a un laboratorio alla scoperta di uno dei videogiochi più polari conservati all’archivio videoludico della Cineteca.
I partecipanti saranno poi coinvolti in una sessione di Yoga che trarrà
spunto dalla stessa trama dal videogioco.
Sabato 2 giugno Anima le figurine di Heidi Grazie a forbici, figurine e una telecamera, il laboratorio insegnerà ai bambini come è semplice creare un breve cartone animato dando vita alle figurine grazie alla tecnica di animazione Stop-Motion. In collaborazione con il Museo della Figurina di Modena.
Domenica 3 giugno Anima le figurine di Anna dai Capelli Rossi Grazie a forbici, figurine e una telecamera, il laboratorio insegnerà ai bambini come è semplice creare un breve cartone animato dando vita alle figurine grazie alla tecnica di animazione Stop-Motion.
In collaborazione con il Museo della Figurina di Modena.

IL PREMIO LA POLLA
Un’altra novità di questa edizione è la redazione del Future Film Festival composta da giovani tra i diciotto e i venticinque anni e coordinata da un giornalista. Scelti attraverso una call sui social media, i giovani saranno muniti di uno Student Pass gratuito per seguire tutte le proiezioni e gli eventi del Festival, ogni giorno dalle 16:30 alle 18:30 parteciperanno alle riunioni di redazione e potranno scrivere la loro recensione.
Lanciato nel 2010, il Premio Franco La Polla ha premiato inizialmente le migliori tesi e in seguito i saggi di argomento cinematografico, fantasy, animazione e effetti speciali, musical, serie tv, fantascienza, fantastico.
La giuria è composta, sin dalla sua prima edizione da Silvia Albertazzi, Giacomo Manzoli, Roy Menarini, Leonardo Gandini, Michele Fadda, Enrico Terrone e Massimiliano Spanu, con la supervisione di Susanna La Polla De Giovanni.

CREDITI
Il Future Film Festival è organizzato da Associazione Amici del Future Film Festival, Presidente Massimo Ferrarini.
Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna, Bologna Musei, MAMbo, MAST, Bologna Fiere, ECIPAR Bologna, Fondazione del Monte di Bologna.
Con il patrocinio di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna, Consolato Generale del Giappone a Milano.
Media Partners: Quinlan, Rivista di critica cinematografica, Gagarin Orbite Culturali, Long Take, Radiocinema, Cinematografhe.it, Cineforum, Flashgiovani – Network metropolitano dell’informagiovani multitasking del Comune di Bologna, Radio Città Fujiko, Radio Città del Capo, Lega Nerd.
Cultural Partners: Istituzione Biblioteche Bologna – Biblioteca Salaborsa, Bottega Finzioni, Energie Diffuse – Emilia Romagna Film Commission, Museo della Figurina di Modena – Fondazione Arti visive, Bike Pride, Dynit.it, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Karel Zeman Museum, Fleischer Museum.
Technical Partners: TPER – Trasporto Passeggeri Emilia Romagna, Serdata, Liveticket, Bamama
Spazio VR Partners: Acantho – Società del Gruppo Hera, Cineca – Visit Lab