Risuonerà in un luogo fortemente simbolico lo Stabat Mater di Antonín Dvořák, affresco sinfonico-corale di ispirazione religiosa, che mercoledì 28 marzo alle 20.30 sarà diretto da Michele Mariotti – sul podio della “sua” orchestra bolognese – nella Basilica di San Petronio, principale chiesa felsinea affacciata su Piazza Maggiore e intitolata al patrono cittadino. Il concerto, che si svolge nell’ambito della stagione sinfonica del Teatro Comunale, vede protagoniste le voci del soprano Charlotte-Anne Shipley, del mezzosoprano Enkelejda Shkoza, del tenore Antonio Poli e del basso Luiz-Ottavio Faria, insieme al Coro del Comunale preparato da Andrea Faidutti.
Nello Stabat Mater, scritto da Dvořàk tra il 1876 e il 1877 in un momento molto difficile della sua vita, a causa della tragica morte prematura dei suoi tre figli, il compositore boemo segue la scia di alcuni predecessori e mette in musica la celebre Sequenza duecentesca attribuita a Jacopone da Todi (ca. 1236-1306), che si apre con i versi “Stava la Madre addolorata presso la croce in lacrime”. La tematica del dolore e dell’angoscia di una madre, in questo caso la Madre di Dio, che piange la morte del figlio, pare essere fortemente significativa delle emozioni vissute da Dvořàk e dalla sua famiglia. In quel periodo il musicista era anche organista presso la chiesa di St. Adalbert a Praga, immerso nella musica sacra e forse ispirato da essa durante la stesura. Le dieci sezioni che compongono lo Stabat Mater possono essere considerate a sé stanti tranne la prima e l’ultima, nelle quali si trova invece un richiamo al materiale tematico utilizzato, quasi come se i due brani facessero da cornice all’opera. Oltre al successo riscosso dallo Stabat Mater per la prima esecuzione a Praga nel 1880, rimane celebre il concerto alla Royal Albert Hall di Londra quattro anni dopo, con Dvořàk alla guida di un’orchestra dalle dimensioni mastodontiche e di un coro – pare – di più di 840 elementi.
Questo concerto vede per la prima volta l’utilizzo dei nuovi timpani Hardtke Berlin, donati al Teatro Comunale dal gruppo di sostenitori Bologna Opera Friends (Carlotta Cocchi, Domenico De Leo, Leonello Venceslai) attraverso il progetto “Manutenzione parco strumenti” del Teatro, che consente di manutenere o sostituire gli strumenti in dotazione del Teatro, aiutando a preservare nel tempo la qualità artistica che contraddistingue la Fondazione bolognese. Altre realtà hanno scelto di “adottare un progetto”: la prima è stata Alfa Wassermann (oggi Alfasigma) che ha dotato il Comunale di una nuova camera acustica di grande pregio e di un nuovo impianto audio-video; Marino e Paola Golinelli hanno donato al Teatro una nuova platea, oggi Platea Marino e Paola Golinelli; Alfasigma nel 2018 ha adottato il progetto “Digitalizzazione e streaming”, che prevede uno sviluppo anche nel 2019.
I biglietti per il concerto in San Petronio (10 euro, posto unico non numerato) sono in vendita presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna fino alle ore 20.00 del giorno stesso del concerto