Il 19 e 20 maggio all’Arena del Sole
spettacolo in lingua inglese con sovratitoli in italiano
New York City Players
The Evening è coprodotto da Kunsten Festival des Arts, con il generoso sostegno di Greene Naftali Gallery e The Kitchen. The Evening è sostenuto da Andrew W. Mellon Foundation New York Theater Program, Doris Duke Performing Artist Award, Alliance of Resident Theaters’ New York/Creative Space Grant e da Mid Atlantic Arts Foundation. Collaborazione alla produzione di Edith Lutyens e Norman Bel Geddes Design Enhancement Fund, un programma della Alliance of Resident Theatres/New York (A.R.T./New York).
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Eventi speciali di giovedì 19 maggio
APERITIVO NEL CHIOSTRO
A partire dalle ore 19.00 nel Chiostro dell’Arena si terrà un aperitivo durante il quale i presenti potranno conversare in lingua inglese grazie al contributo degli insegnanti dell’Anglo American School di Bologna.
In attesa dei due spettacoli in programmazione (The Evening in Sala De Berardinis e Memorie di un pazzo in Sala Salmon) sarà possibile degustare i piatti preparati dal C’entro Camst di via Indipendenza.
Alle ore 20.00, sempre nel Chiostro, si potrà assistere al breve incontro introduttivo sullo spettacolo THE EVENING, condotto da Piersandra Di Matteo.
CONVERSANDO DI TEATRO
Al termine della rappresentazione INCONTRO CON RICHARD MAXWELL
conduce: Piersandra Di Matteo / dramaturg e teorica di arti performative
partecipa: Rossella Menna, studiosa di teatro contemporaneo
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In esclusiva italiana, giovedì 19 e venerdì 20 maggio, va in scena all’Arena del Sole The Evening, scritto e diretto da Richard Maxwell. Non ancora cinquantenne, Maxwell è stato definito dal New York Times «il più grande autore sperimentale americano della sua generazione», mentre il New Yorker lo descrive come «uno dei registi più potenti in circolazione, un artista impegnato a farci vedere il mondo per quello che è». Direttore artistico della compagnia New York City Players, è drammaturgo e regista noto per il suo lavoro coerente e minimalista.
Permeato di un forte senso dell’ironia, The Evening è ispirato liberamente a Inferno di Dante ed è parte di un trittico dedicato alla Divina Commedia. È dunque la storia di un viaggio verso la redenzione. Ma non ci troviamo nella selva oscura di Dante bensì in un fatiscente bar del Minnesota in cui Beatrice serve birra e progetta una fuga a Istanbul («spero sia l’opposto di qui» dichiara). Con i due clienti – un cage fighter (lottatore da gabbia) sul viale del tramonto e il suo manager corrotto –, che fanno a gara per possederla, forma un triangolo di desideri frustrati.
In scena una band di musicisti contrappunta il succedersi delle azioni sceniche interpretando canzoni.
Uno spettacolo tragico, sarcastico e sorprendente, la cui scrittura scenica è sospesa tra testo e musica. Maxwell ci guida oltre la realtà in un luogo remoto e inafferrabile, offrendoci una toccante rappresentazione della condizione umana messa a nudo.
Maxwell ha lavorato a questo spettacolo durante l’agonia di suo padre. E The Evening inizia con un prologo tratto dal diario che lo stesso Maxwell teneva durante gli ultimi giorni di suo padre: “Ho continuato a cercare di scrivere, mentre mio padre stava morendo. Mentre scrivevo, mi sono sentito sempre più come se fossi io quello di cui scrivevo. In realtà, la sensazione era quella di essere non scritto e privo di forma”.
Richard Maxwell
Nato nel 1967, Richard Maxwell è un regista e drammaturgo che vive e lavora a New York. Ha ricevuto lo Spalding Gray Award 2014, assegnato da Performance Space 122, Andy Warhol Museum, On the Boards e Walker Art Center. Nel 2012 ha ottenuto il Doris Duke Performing Award e ha ricevuto un “Guggenheim Fellowship”, due OBIE Awards, un riconoscimento della Foundation for Contemporary Arts, ed è stato un artista ospite della Whitney Biennial.
Tra i suoi recenti progetti, i lavori teatrali The Evening, Isolde, and Neutral Hero. Il suo ultimo libro è Theater for Beginners (2015). Ha diretto Really di Jackie Sibblies Drury per for New York City Players (marzo 2016). Tra i prossimi progetti, The Evening (Part 2) e Samara, diretto da Sarah Benson con la musica di Steve Earle (2017).
Il teatro di Richard Maxwell (a cura di Cristina Ventrucci)
Il teatro di Richard Maxwell e della sua compagnia, New York City Players (attiva dal 1996), opera una creazione di linguaggio molto sottile, frutto di «particolare talento nel sovresporre e fomentare la relazione teatrale realtà/finzione (…). La dizione lineare dei suoi testi, caratterizzata talvolta da accensioni enfatiche e inattese, sposta i piani della partecipazione patetica degli eventi in un luogo in cui la parola di fatto è come disossata» (Piersandra Di Matteo).
Composta da presenze sceniche ‘improprie’ – inclini a una mobilità essenziale, orchestrate tra silenzi, lingua ibrida e innesti musicali, collocate in una millimetrica alterazione tra testo e contesto – la dinamica teatrale che si sprigiona offre allo spettatore una concezione del palcoscenico come luogo che è allo stesso tempo il più reale e il più falso. Anche attraverso un rapporto con la musica che fa i conti senza remore con quella tradizione del teatro musicale americano da cui tutto l’occidente è affascinato, la scena sviluppa una temperatura cruda, dove una promessa di affezione non mantenuta apre il vero varco allo spettatore.
Fin da Good Samaritans, primo lavoro presentato in Italia nel 2005 – in una storica edizione della Biennale di Venezia diretta da Romeo Castellucci –, il teatro di Richard Maxwell è apparso come un’esperienza innovatrice per la consuetudine, anche quella sperimentale, della nostra cultura teatrale. «L’aspetto che più mi colpiva era quel modo sapientemente strampalato di disconnettere il contratto finzionale con lo spettatore. Provocare la scena con una recitazione impassibile, monotona, legnosa o sovraccaricata da accensioni emozionali (mal) controllate suggeriva una deriva disfunzionale capace di sollecitare un rovesciamento parodico degli eventi, nel cuore di un’adesione partecipata. Tutto mi sembrò un’anormalità che potesse saldare poli opposti: credibile e incredibile. Non realistico ma reale» (Di Matteo).
Info e prenotazioni ARENA DEL SOLE, BOLOGNA
Biglietteria Arena del Sole: dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19
Via Indipendenza 44 Bologna – 051.2910910
Biglietteria telefonica: 051.656.83.99 (dal martedì al sabato ore 10-13)
www.arenadelsole.it | www.emiliaromagnateatro.com
Photo credit: New York City Players