Inaugurazione Sabato 2 Aprile
h 18.30-20.30
fino al 4 Giugno 2016
Cadere con eleganza. Cadere lacerandosi i legamenti, e istantaneamente alzarsi come se niente fosse successo, senza portare ferite. Questo in parte è il tentativo insito del mio disegnare. R. Baruzzi
P420 è felice di presentare Del disegno disposto alla pittura, la mostra personale di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976) che, dopo la presenza nella mostra collettiva Le leggi dell’ospitalità a cura di Antonio Grulli (2014), si confronta con il nuovo spazio espositivo di Via Azzo Gardino 9, con lavori inediti realizzati tra il 2014 e il 2016. Il disegno, il segno e la linea sono gli elementi attorno ai quali si articola il lavoro di Riccardo Baruzzi. La sua ricerca esplora la nozione di incompiuto e provvisorio, restituendo nell’opera una tensione verso una soluzione a cui si allude, ma non si arriva. Il disegno viene indagato attraverso il corpo della pittura, restituita in queste opere come sottrazione. La sottrazione è allora la cifra di questo corpus di opere di Riccardo Baruzzi che si manifesta come velo, soglia, limite, che intercorre tra fenomeno e noumeno, tra figurazione e astrazione. La linea, fedele e incostante compagna, assomiglia più al pensiero che alle cose. I soggetti non sono importanti, quello che conta è tracciare un intervallo delicato, audace, sofisticato, essenziale, un segno che è espressione originaria di una anamnesi dell’incompiuto. Nelle sue opere Riccardo Baruzzi ci dice che la potenza evocativa dell’opera risiede nella mancanza di descrizione, nel suo esistere come accenno, allusione, o ancora come esplorazione del limite tra supporto e opera, come in Ordine, o tra disegno e pittura, come in Quasimezzochilo: composizioni visive brevi, sincopate, musicali, intermittenti.
La pratica artistica di Baruzzi è fatta anche di sperimentazioni stilistiche e tecniche, di cortocircuiti ironici e spiazzanti. In Più o meno otto chili ricopre una tavola di uno spesso strato di colore a olio per usarlo come supporto per disegnare; i Porta Pittura sono dispositivi o sculture che ospitano serie tematiche di dipinti: una sorta di quaderni di appunti che coinvolgono lo spettatore nella selezione.
L’intento dell’artista è dunque mettere in discussione la scala di valori tra pittura, scultura e disegno attraverso una produzione famelica incentrata sul gesto e la linea e il superamento dei confini tra i singoli media. Allo stesso tempo la sperimentazione e l’interesse per la contaminazione dei linguaggi lo hanno da sempre condotto all’esplorazione di sonorità elettroacustiche e all’invenzione di strumenti attraverso i quali l’artista plasma suoni e dà forma a performance o concerti dove lo strumento diventa quasi scultura.
In occasione di Live Arts Week, sabato 23 aprile alle ore 20, P420 ospiterà una performance sonora.
Al termine della mostra verrà presentata una pubblicazione monografica con testi di Davide Ferri e Alessandro Rabottini.
Tra le mostre personali ricordiamo Plantel Renovado, Spazio O’, Milano; Mini strutture Sparse, Careof , Milano; Curva Sopra Lama, Arcade Gallery, Londra; ha esposto anche da Neon Campobase, Bologna; Ceri Hand Gallery, Liverpool; Lucie Fontaine, Milano; Turbine Hall, Tate Modern, Londra. Si è recentemente aggiudicato il Premio Termoli 2016.