Un evento di arte internazionale che unisce cinema, musica, perfomances e teatro in una grande opera.
Dopo i successi di Londra, Monaco, Los Angeles e New York il film River of Fundament, distribuito dal Manchester International Festival, arriva in prima italiana sotto le Due Torri per celebrare la 40^ edizione del Salone Internazionale dell’Arte Moderna e Contemporanea.
River of Fundament sarà proiettato il 29 gennaio alle ore 17.30, presso il Teatro Comunale, a un prezzo speciale, per i visitatori di Arte Fiera.
Un evento unico per celebrare i 40 anni di Arte Fiera, a BolognaFiere dal 29 gennaio al primo febbraio 2016, grazie alla collaborazione fra il Salone internazionale dell’arte moderna e contemporanea e della Fondazione Teatro Comunale di Bologna: arriva in città l’anteprima italiana del film capolavoro River of Fundament (2014), che sarà proiettato il prossimo 29 gennaio, alle ore 17.30, al Teatro Comunale di Bologna, per 500 visitatori di Arte Fiera. Il pacchetto speciale a 25 euro consentirà l’accesso ad Arte Fiera unitamente al posto riservato in Teatro per la visione del film River of Fundament. I biglietti saranno acquistabili on line dal 7 gennaio su www.artefiera.bolognafiere.it.
Il lungometraggio, che attraverso più tappe “nei luoghi centrali delle avanguardie” in tutto il mondo – come ha sottolineato Sani aprendo la conferenza – quali Bayerische Staatsoper di Monaco, Ruhrtriennale a Essen, Center for the Art of Performance di Los Angeles, English National Opera di Londra e IFC Center di New York, rappresenta un unicum di arte che mette assieme cinema, musica e teatro in un’unica grande opera. Il film è scritto e diretto da Matthew Barney, musicato da Jonathan Bepler e prodotto da Matthew Barney e Laurenz Foundation. River of Fundament viene presentato in tutto il mondo, per conto degli artisti, dal Manchester International Festival.
L’evento è stato presentato oggi al Teatro Comunale alla presenza di Duccio Campagnoli, Presidente di BolognaFiere, Nicola Sani, Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Davide Conte, Assessore Cultura e Rapporti con l’Università del Comune di Bologna, Lorenzo Sassoli De Bianchi, Presidente Istituzione Bologna Musei, e Paul Clay, Executive Producer Manchester International Festival.
Si tratta di “un’iniziativa straordinaria per l’edizione speciale di Arte Fiera 40 – ha ricordato il presidente Campagnoli – e ci fa molto piacere che nasca dalla collaborazione di BolognaFiere e Arte Fiera col Teatro Comunale, dove la proiezione avverrà il giorno di aperura del Salone, il 29 gennaio. Quando mi hanno proposto di portare in Italia, per il 40mo di Arte Fiera, un’opera così importante mi sono consultato con i direttori artistici e abbiamo deciso che questo poteva essere il miglior regalo che ArteFiera fa alla sua città: portare l’opera di un assoluto protagonista della scena artistica internazionale in un evento che è una prima nazionale, non un film ma una vera e propria opera d’arte che usa l’audiovisuale per comunicare e sperimentare. È una sorpresa per questo importante anniversario che nasce dall’attenzione, dalla fantasia e dall’autorevolezza culturale del Teatro Comunale e del Presidente dell’Istituzione Bologna Musei e che si inserisce nel circuito di eventi di Art City che realizziamo nell’ambito dell’importante collaborazione con il Comune di Bologna.”
“Il film – ha spiegato Sassoli de Bianchi – è stato concepito proprio come un’opera e fa parte di un più vasto progetto che comprende anche una mostra di 85 sculture esposte a Los Angeles. Mattew Barney ha lavorato più come scultore che come regista, usando uno spirito che si può definire barocco. La vera protagonista è la musica con le immagini stesse costruite proprio come una partitura”.
A partire da diverse sperimentazioni ispirate al romanzo Ancient Evenings di Norman Mailer, Matthew Barney e Jonathan Bepler hanno dato origine al progetto di film in sette parti intitolato River of Fundament, combinando strumenti narrativi tradizionali del cinema con elementi di live performance, scultura e opera, in modo da poter presentare il lavoro nei teatri d’opera e nelle sale con proscenio in una serata divisa in due parti. Ambientata nell’Egitto pre-cristiano, la trama di Mailer descrive in dettaglio sette stati dell’anima dalla morte fino alla rinascita secondo la mitologia egizia. Le riprese comprendono la partecipazione di un’ampia gamma di ospiti, sia reali – tratti dall’ambiente intellettuale statunitense vicino a Mailer – sia immaginari, come alcuni che derivano dal mondo di Cremaster, e sono state effettuate in occasione di rappresentazioni “site specific”tenutesi nel corso degli anni in importanti città statunitensi come Los Angeles, Detroit e New York. Ne risulta un affresco al tempo stesso violento, erotico, intriso di cupo umorismo, profondamente radicato nell’immaginario americano moderno.
L’evento rientra nell’ambito della quarta edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere, che dal 29 al 31 gennaio 2016 affianca la quarantesima edizione di Arte Fiera con un calendario ancora più ricco di oltre 50 appuntamenti, all’insegna di una contaminazione interdisciplinare sempre più avanzata tra le diverse espressioni artistiche.
Matthew Barney
Nato nel 1967 a San Francisco, Matthew Barney vive e lavora a New York e Reykjavik. Fin dalla laurea a Yale nel 1989, l’artista si è subito imposto nel panorama dell’arte mondiale esponendo al San Francisco Museum of Modern Art (1991, 1996 e 2000), a Documenta 9 (1992), alla Tate Britain (1995) e al Guggenheim (2002). Nel 1994 Matthew Barney ha dato il via al ciclo Cremaster, sicuramente il suo lavoro più complesso, che consiste in cinque lungometraggi a tema che ha scritto, diretto e nei quali si è esibito. Il ciclo esplora la creazione del genere e della sessualità costruendo una propria mitologia. Per ogni pellicola, Matthew Barney ha anche creato delle sculture, scattato fotografie e realizzato dei disegni inerenti i temi e le immagini del ciclo. Una mostra dell’intero ciclo è stata esposta al Guggenheim a New York nel 2002.
La serie Drawing Restraint esplora la resistenza e la creatività, in particolare come il corpo risponde al potenziamento della resistenza. Drawing Restraint 9, probabilmente la chiave di volta dell’intera serie, è una pellicola da 143 minuti girata in digitale e trasferita su pellicola da 35mm, dove si esibisce lo stesso Barney. Il film fonde la storia e la cultura giapponese con l’interesse di Matthew Barney per la metamorfosi e gli stati di passaggio.
Jonathan Bepler
E’ nato a Philadelphia ed era già uno studente autodidatta in molti strumenti quando si iscrisse al Bennington College nel 1982. In seguito si è specializzato in Composizione con Louis Calabro, in Improvvisazione con Bill Dixon, in Percussioni con Milford Graves, e in Studi Performativi con diversi artisti e coreografi, tra cui Lisa Nelson e Min Tanaka. Il suo interesse per la contaminazione tra le discipline è proseguito a New York; il suo lavoro lo ha visto spesso unire gli elementi in apparenza più disparati, spinto dall’amore per il caos e il desiderio della riappacificazione. Tra i coreografi con cui ha lavorato ci sono John Jasperse, Sasha Waltz, Jennifer Lacey e Wally Cardona. In qualità di multistrumentista ha guidato ensemble sia con lavori di improvvisazione sia su partiture, esibendosi spesso a New York e in Europa.
Tra le commissioni che gli sono state assegnate ricordiamo quelle per l’Ensemble Modern, la Glenn Branca Ensemble e la Basel Synfonietta. Ha collaborato inoltre con l’artista Ann-Sofi Siden per il Royal Dramatic Theatre of Sweden e il suo lavoro è stato poi visto e ascoltato a Stoccolma e Berlino.
La sua collaborazione con Matthew Barney dura da vent’anni e comprende 7 film e 9 performance. Jonathan Bepler vive e lavora a Berlino.

La visione del film “River of Fundament” è vietata ai minori di 18 anni.
Info e prenotazioni
T. +39 051 282111