Dal 19 al 31 gennaio
Dopo il successo del debutto bolognese lo scorso dicembre, torna in scena all’Arena del Sole il nuovo spettacolo firmato dal regista Pietro Babina, Ritter, Dene Voss uno dei testi più significativi della produzione drammaturgica di Thomas Bernhard.
Il rapporto tra ERT e Pietro Babina risale a quasi 30 anni fa: tra il 1998 e il 2005 ERT ha collaborato a due produzioni dirette da Babina (Tempesta-Melologo e Hedda Gabler) e prodotto gli spettacoli Madre assassina e L’alba di un torturatore. A dieci anni di distanza si rinnova il sodalizio, che apre la strada ad una rinnovata collaborazione che si svilupperà nel prossimo futuro.
Il regista si avvicina al testo del drammaturgo austriaco svincolandolo dalla gabbia di interpretazioni filosofiche in cui spesso viene racchiuso. «Ritengo che il patrimonio testuale di Bernhard – afferma lo stesso Babina – sia da considerarsi classico e, di conseguenza, da assurgere al grande privilegio che solo alcuni autori detengono, cioè quello di essere materiale teatrale con valenze universali. Questa idea mi ha permesso un approccio non reverenziale o da intenditore e, quindi, di poter lavorare sul testo con assoluta libertà interpretativa. Il vincolo dell’integrità del testo fa parte di una mia decisione aprioristica, come fosse uno dei temi del lavoro stesso».
Tre fratelli e una sala da pranzo. Un pasto allestito dalla sorella maggiore, Dene, per accogliere il fratello filosofo Ludwig, riportato a casa dal manicomio di Steinhof contro il parere della sorella minore, Ritter. È il tentativo di ricostruire un nucleo familiare tra i tre fratelli, ma l’amore fraterno si è ormai pervertito da lungo tempo e tutto sfocia in un convulso scambio di feroci giudizi, rimproveri, sarcasmi e sentenze, concludendosi con il fallimento e il tradimento. Quello che in superficie appare come l’ennesimo quadro familiar borghese si rivela essere molto di più. I giudizi pronunciati come coltelli, esondano da quel piccolo nucleo per divenire emblematici di una catastrofe più ampia, quella di una civiltà intera, quella occidentale. L’apparente trama diviene il supporto di ben più numerosi livelli formali a partire da un linguaggio che pur apparendo coerente risulta a lungo andare folle, ossessivo, distruttivo, nichilista e tuttavia, nel suo eccesso, ferocemente comico.
Il compito di dare vita ai protagonisti, è stato affidato a tre tra gli interpreti più sensibili della scena italiana.
Francesca Mazza dopo la lunga collaborazione con Leo de Berardinis, negli ultimi anni ha
collaborato principalmente con Andrea Adriatico e con Fanny & Alexander, e proprio con due spettacoli della compagnia ravennate ha vinto il Premio Ubu nel 2005 come miglior attrice non protagonista, e nel 2010 come migliore attrice protagonista.
Nel percorso artistico di Renata Palminiello è sicuramente da evidenziare la collaborazione con Thierry Salmon che l’ha vista interprete dei suoi lavori dal 1986 fino alla scomparsa del regista belga. Ha lavorato inoltre come attrice con diversi registi tra i quali Luca Ronconi, Mario Martone, Gabriele Lavia.
Leonardo Capuano affianca il suo lavoro di attore, a quello di autore e regista. Come attore lo ricordiamo almeno ne Gli uccelli per la regia di Federico Tiezzi, e nella produzione ERT Molly Sweeney diretta da Andrea De Rosa nel 2007, a fianco di Umberto Orsini con il quale torna a lavorare nel 2012 ne Il grande inquisitore diretto proprio da Pietro Babina.
Come autore, interprete e regista lavora con Roberto Abbiati, con Renata Palminiello, e in alcuni monologhi in cui focalizza la sua visione della profondità dell’animo umano e delle sue contraddizioni.
Info e biglietteria
Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna
dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19
051 2910910
biglietteria(at)arenadelsole.it
19, 20, 21, 22, 26, 27, 28, 29 gennaio ore 20.30
23, 30 gennaio ore 20
24, 31 gennaio ore 16.30