Straordinario è l’incontro che ho avuto questa mattina con tre donne affascinanti alla Galleria Maurizio Nobile di Bologna.
Due portano il nome di Eva, una mitica ed una contemporanea, e sono intensi ritratti scultorei della prima donna, mentre la terza, in carne ed ossa, si chiama Lea Monetti ed è la loro creatrice.
Le due Eva si fronteggiano l’una con l’altra all’interno degli spazi della Galleria Maurizio Nobile che in occasione di Arte Fiera e Art City 2016 firma due eventi espositivi, in collaborazione con la Galleria del Laocoonte di Roma.
“Eva contro Eva” è il titolo dell’installazione che potrete ammirare, dal 23 gennaio fino all’1 febbraio, alla Nobile, opera di un’artista, pittrice, scultrice e ritrattista, appassionata e attiva dagli anni ’70.
La Monetti esprime il senso di ribellione della donna contro l’Eva tentatrice e peccatrice, contro il tentativo secolare di sottomettere la donna, rendendola impotente a esercitare il potere maschile..
L’Eva mitica seduta su un cumulo di torsoli di mela è, a detta dell’artista, rappresentata in chiave ironica come mangiatrice di mele, come se il suo peccato fosse impossibile da scontare perché costantemente ripetuto, mentre Eva 2000, quella contemporanea, è stata creata per rappresentare il tempo moderno, con un corredo che non è solo quello esistente ma può essere qualcosa di nostro e che invita a riflettere sul ruolo della donna tra innocenza e colpevolezza; una donna che combatte contro la quotidianità di una vita sempre più frenetica.
Ad Arte Fiera invece sarà visibile nello stand della galleria romana l’opera “La Laocoonte”, rivisitazione bronzea in chiave femminile e materna della figura mitologica del Laocoonte realizzata dalla Monetti su commissione del critico d’arte Marco Fabio Apolloni, curatore della Galleria Laocoonte (anteprima il 28 gennaio- padiglione 26 B17, ore 18 ).
“La Laocoonte vuole essere vincitrice non solo come madre ma come donna” dice la Monetti.
Ad Arte Fiera vedrete una prova d’artista, tridimensionale, da cui verranno poi realizzati 8 bronzi, un’opera unica, ognuno dei qualisi differenzierà dall’altro, così come avveniva per i bronzi del rinascimento, grazie a diverse patine, una in terracotta, una con i serpenti dorati ,una che farà finta di essere di marmo, una patinata antica.
“La Laocoonte è il risultato di una meditazione di come si trasforma un mito cambiandogli di sesso”, spiega Apolloni.
Il lavoro della Monetti si rivela dunque denominatore comune di queste due storiche e prestigiose gallerie, che saranno protagoniste della settimana bolognese dedicata all’arte.