All’Arena qualcuno volò sul nido del Cuculo

qualcuno volò sul nido del cuculo_foto Francesco Squeglia_1875Arriva sul palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna (da giovedì 17 a domenica 20 dicembre) l’ultimo spettacolo diretto da Alessandro Gassmann, artista tra i più amati della scena nazionale, che ancora una volta con il suo talento registico caratterizzato da un’inconfondibile cifra stilistica elegante e al tempo stesso appassionata, firma una messinscena personalissima ma fedele alle intenzioni dell’originale.

La vicenda, diventata celebre dopo il film di Miloš Forman interpretato da uno straordinario Jack Nicholson, è diretta da Gassmann in un contesto originale, che si avvicina all’attualità e rimette in discussione alcune questioni legate alle condizioni dei pazienti psichiatrici. Tratta dal romanzo di Ken Kesey del 1962, riadattata per Broadway nel 1971 da Dale Wesserman, la storia è stata infatti rielaborata per questo allestimento dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che ha trasportato gli accadimenti nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, ambientandoli nel 1982. Non siamo più in un’anonima clinica psichiatrica statunitense, ma nell’inferno in terra del più duro dei manicomi criminali italiani; cambiano lo spazio e il tempo, cambia la lingua e cambiano gli attori, ma Qualcuno volò sul nido del cuculo mantiene il dirompente anelito di libertà nell’allestimento di Gassmann.

Al centro del racconto la figura di un nuovo paziente spavaldo, irriverente e ribelle verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti. Il protagonista Ciro porta scompiglio e disordine all’interno dell’Ospedale, ma allo stesso tempo la sua travolgente carica di umanità contagia gli altri pazienti e risveglia in loro il diritto di esprimere liberamente le emozioni e desideri. Ciro si fa paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente ma riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno a individuare qualcosa che continua a esser loro negato: la speranza di essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi.

Dice Alessandro Gassmann dello spettacolo: “La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli. Il testo è una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere.”

Come spesso nei suoi lavori, anche in questo spettacolo Gassmann ha utilizzato delle videografie per tradurre in immagini i sogni e le allucinazioni dei personaggi, con l’obiettivo di emozionare il pubblico di quest’opera che è un vero e proprio inno alla libertà. La carica umana dei personaggi e la loro caratterizzazione infatti, acquisiscono forza da primi piani cinematografici, o ancora, l’unica via d’uscita dalle quattro mura dell’ospedale è offerta proprio delle videografie, dagli effetti speciali in cui il palcoscenico diventa cinema in un turbinio di luci e colori al fine di evadere dal microcosmo entro cui si svolge la vicenda.

Info e biglietteria

Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna

dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19

051 2910910
biglietteria(at)arenadelsole.it