Xing presenta la quarta edizione di Live Arts Week che si terrà a Bologna da martedi 21 a domenica 26 aprile 2015, con sede centrale nel complesso dell’Ex Ospedale dei Bastardini, e con un progetto speciale negli spazi di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna per tutta la settimana.
Evento unico in Italia dedicato alle live arts, presenta un insieme eterogeneo di performance che ruotano intorno alla presenza e all’esperienza percettiva di corpi, movimenti, suoni e visioni, con un programma-palinsesto di opere dal vivo (performance, ambienti, concerti, live media, expanded cinema, con date uniche, produzioni e anteprime) presentate da personalità di spicco della ricerca contemporanea internazionale.
Per questa quarta edizione Xing ha messo assieme gruppi di scompagnati e ricercatori solitari. Un villaggio/palazzo ed un museo di arte moderna accoglieranno questo insolito insieme di habitat, aprendo due mondi che si alterneranno, tra giorno e notte: la grande composizione novecentesca di John Cage HPSCHD con le collezioni post-digitali che la accompagnano sul piano visivo nella grande sala di MAMbo, e gli enunciati collettivi, le teorie incarnate e le fenomenologie sonore che vivranno nelle suggestive sale del vecchio Ospedale dei Bastardini.
Live Arts Week dà spazio ad atletiche esistenziali: non antepone l’arte agli artisti, espone a forme di sensibilità e idee, accoglie opere ibride e poliglotte, ospita singolarità umane, tessendo una sorta di contro-design della fruizione. Progettato come un’unica campata ed un’architettura inedita, raccorda e permette di attraversare tensioni estetiche e pratiche rappresentative del mondo contemporaneo.
Gianni Peng, nome che accompagna il festival nella sua crescita biologica, sta ad indicare il momento di queste transizioni. E’ un fenomeno, non una persona: un nuovo soggetto identitario, improbabile ma reale, da trattare come un concetto astratto.
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artisti:
Live Arts Week IV: Claudia Triozzi (F/I) · Xavier Le Roy (D/F) · mk/Luca Trevisani/Franco Farinelli/Roberta Mosca/Sigourney Weaver/Lorenzo Bianchi Hoesch (I) · Vera Mantero & guests (P) · Jack Hauser/Satu Herrala/Sabina Holzer/Jeroen Peeters (A/B/FIN) · Markus Öhrn (S) · Francesco Cavaliere (I/D) · Gábor Lázár (HU) · VV AA LR/Adam Asnan/Vasco Alves/Louie Rice (UK/P) · Adrian Rew (USA) · N.M.O./Morten J Olsen/Rubén Patiño (N/E) · Canedicoda (I) · HPSCHD/John Cage/Lejaren Hiller (USA) · Philip Corner (USA) · Valerio Tricoli (I/D) · Luciano Chessa (I/USA) · Marco Dal Pane (I) · Anthony Pateras (AUS/D) · Salvatore Panu (I) · Enrico Boccioletti (I) · Ben Vickers/Holly White (UK) · Yuri Pattison (IRL) · Carola Spadoni (I/D) · Jennifer Chan (CDN) · Jaakko Pallasvuo (FIN/D) · Ogino Knauss (I/D) · Riccardo Benassi (I/D) · Andrea Magnani (I) · Anne de Vries (NL) · Harm van Den Dorpel (NL) · David Horvitz (USA) · Andrew Norman Wilson (USA) · Martin Kohout (CZ/D) · Roberto Fassone (I) · Alessandro di Pietro (I) · Seth Price (USA) · Ilja Karilampi (PL/D) · Auto Italia (USA/UK) · MACON (F) · Z.B.Aids (F)
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programma:
Con il progetto HPSCHD 1969>2015 Live Arts Week IV propone a Bologna, nella grande sala delle ciminiere di MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna, una riedizione singolare dell’opera multimediale HPSCHD, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e MAMbo. Considerata da molti come la più stravagante, colossale e ‘rumorosa’ composizione musicale del ventesimo secolo, è la leggendaria opera totale che John Cage, in collaborazione con il pioniere della computer music Lejaren Hiller, realizzò nel 1969 con procedimenti stocastici. Cage elabora l’idea sonora di HPSCHD includendo dei clavicembali, oltre i nastri audio e un’apparato visivo, utilizzando il metodo compositivo del Gioco dei Dadi, che Mozart usò nel ‘700 in una sorta di composizione algoritmica ante-litteram.
Retrospettivamente HPSCHD può essere letto come una risposta preveggente che metteva in risonanza gli studi sulla comunicazione, la società e l’immaginario collettivo di Marshall McLuhan, gli Happenings, l’atterraggio sulla Luna, la storia della musica classica occidentale, le utopie hippy e Buckminster Fuller. E’ stato anche un presagio sull’attuale epoca delle Information Technologies e i loro effetti sulla coscienza umana.
A MAMbo gli elementi costituivi della composizione musicale saranno adeguati alle tecnologie attuali e l’impianto immaginario verrà riattualizzato affidando la sua realizzazione visuale a una nuova generazione di artisti visivi e multimediali (costituita in larga misura da nativi digitali, ovvero la cosiddetta millennial generation) selezionati da Enrico Boccioletti e Daniele Gasparinetti. Per l’esecuzione della parte musicale Xing ha invitato uno dei musicisti che ha partecipato alla prima esecuzione del 1969 assieme a John Cage: Philip Corner, pianista, compositore e artista visivo di area Fluxus, ora ottantenne, in qualità di testimone vivente oltre che esecutore, affiancato da altri musicisti di generazioni successive che si muovono tra musica contemporanea e musica attuale: Luciano Chessa, noto per la riproposizione dell’Intonarumori di Luigi Russolo, l’australiano Anthony Pateras, e gli italiani Marco Dal Pane e Salvatore Panu, con Valerio Tricoli al sound design ed electronics.
Dopo l’esecuzione con i musicisti dal vivo che inaugura Live Arts Week, tutto l’apparato audiovisuale sarà visitabile in forma di installazione per l’intera settimana. La composizione sonora di Cage fornirà in questa modalità uno strano sottofondo come ambiente acustico che accompagna la vera e propria mostra composta dagli interventi audio-visuali selezionati o commissionati ad hoc a venti artisti internazionali che rappresentano uno spaccato della produzione visiva contemporanea impegnata nell’analisi della rappresentazione del mondo nell’era digitale e la produzione di nuove estetiche. Contributi visivi di Seth Price, Ben Vickers/Holly White, Yuri Pattison, Carola Spadoni, Jennifer Chan, Jaakko Pallasvuo, Ogino Knauss, Riccardo Benassi, Andrea Magnani, Anne de Vries, Harm van Den Dorpel, David Horvitz, Andrew Norman Wilson, Martin Kohout, Roberto Fassone, Alessandro di Pietro, Ilja Karilampi, Auto Italia.
Adagio con Buccia è la nuova commissione affidata a Canedicoda, che come artista e designer ha “disegnato suoni, suonato ambienti, vestito spazi e indossato segni” per le quattro edizioni di Live Arts Week, accompagnando Gianni Peng nelle sue metamorfosi. Per Peng IV è stato invitato a installare un atelier sartoriale temporaneo e costruire direttamente sui corpi dei visitatori. In questo singolare progetto, basato sul rapporto individuale e sull’artigianalità ad personam, Canedicoda dedica due ore a ciascuno dei pochi fortunatissimi e determinati fruitori, nei giorni di attivazione degli Ex Bastardini (solo su prenotazione).
Slot Machine Music for Four Drifters è un’installazione sonora del sound artist di Chicago Adrian Rew, sullo stato di trance prodotto dall’attività con le slot machine, effetto del sofisticato sistema ergonomico che contraddistingue le case da gioco. Le registrazioni delle slot machine, fatte da Rew senza alcun intervento di post-produzione, sono una cornucopia di toni ondulatori, cascate aleatorie di suoni fusi in masse scintillanti in Do maggiore. Dopo aver realizzato una serie di sessioni di registrazione nei casinò del Midwest americano, raccolte nel disco Slot Machine Music, Rew è tornato sulla scena del delitto, con un’equipe di tecnici di registrazione al seguito, per l’anteprima di Slot Machine Music for Four Drifters, in cui assembla quattro derive sonore simultanee e in soggettiva, riprodotte da un sistema quadrifonico.
Con la sua nuova creazione Boomerang, ou “le retour à soi”, Claudia Triozzi lancia segni e materiali per poi attenderne il ritorno, trasformati. Questa è l’immagine guida che accompagna la coreografa in uno spettacolo ricco di riferimenti (dall’Orlando Furioso di Ronconi ad una archeologia della sessualità, inframmezzati da interviste/testimonianze di vita) di cui è co-protagonista come artista e come soggetto, preservando uno sguardo al femminile ironico e profondo. In scena, tra corpo e voce, in questa rappresentazione del sé attraverso l’altro, Claudia Triozzi intreccia discorso spontaneo e saperi tecnici.
Squame Mosaico è la nuova commissione affidata da Live Arts Week a Francesco Cavaliere: uno spazio magico di messa in scena di una narrazione favolosa e notturna, nata dalla costruzione di un universo immaginario sospeso tra alchimia e science-fiction. Cavaliere ha sviluppato un vero e proprio dizionario che cataloga gli strani esseri abitanti di un universo non definito da coordinate: ibridi tra oggetti, minerali, animali, piante, pianeti, scie, oggetti cosmici e fenomeni fisici e percettivi. Dinastie e singolarità a cui Cavaliere dà voce in forma sonora o mera suggestione visiva. La produzione si articola in un ambiente in mutazione e due sessioni live a mezzanotte, Gancio Cielo, alla ricerca del terzo occhio di tartaruga e Guanto Parabola, il gruppo respingi comete, un audio-libro in due puntate, tra letteratura fantastica e musica elettronica esotica.
TOLE è la sound performance di Martin Kohout, artista visivo ceco che che ha iniziato recentemente a suonare dal vivo sotto questo pseudonimo. Presente anche in HPSCHD 1969>2015, il suo lavoro sui new media si declina tra installazione, performance e musica, e indaga in modo critico il sistema produttivo, quello dei consumi e il corporate branding. Nell’ambito sonoro, le azioni di TOLE vanno dalla sound performance open-air con un trasmettitore radio collegato a dei taxi che funzionano come un sound system temporaneo, ai live di computer music e interferenze, come riflessione sul radio global warming.
In Bergman in Uganda, l’artista svedese Markus Öhrn ci introduce ad una nuova figura di narratore contemporaneo: il veejay. Al di là dell’assonanza, non si tratta qui di un virtuoso del mixaggio di immagini digitali, bensì di uno speaker che traduce e commenta in diretta film – di solito blockbuster hollywoodiani – per un pubblico che si raccoglie in baracche adibite a cinema, negli slums o nei villaggi più remoti dell’Uganda. Markus Öhrn ha avuto l’idea di introdurre un film di Ingmar Bergman in questo singolare contesto. Come si guarda un capolavoro introspettivo europeo del 1966 come Persona nelle periferie di una metropoli africana, oggi? Non senza ironia, Öhrn produce un’inversione che confonde e ci induce a riflettere sulla nostra prospettiva.
Xavier Le Roy, coreografo francese noto per l’approccio sperimentale ai codici della rappresentazione, presenta a Live Arts Week un progetto articolato in due momenti. Le Roy maneggia una materia strana, complessa e fantasmagorica, creando situazioni poco chiare su cui proiettare interpretazioni. A distanza di 10 anni, con UNTITLED 2005, a lecture, torna su Untitled, sua coreografia presentata nel 2005 come autore anonimo. Nessuna immagine, nessun testo o informazione introduceva questo lavoro, evitando quelle modalità di rappresentazione che aiutano a comunicare e promuovere un’opera d’arte al suo pubblico. Untitled era un lavoro che voleva mettere in dubbio la necessità e la garanzia di un rappresentate affinchè qualcosa venga rappresentato. Con questo obbiettivo i movimenti sono stati composti per produrre zone di indeterminazione tra animato e inanimato, oggetto e soggetto, visibile e invisibile. Nel 2015 Le Roy circoscrive questa esperienza in forma di lecture/performance, riaffrontando le trappole, i chiaro-scuri e le necessità. Il processo si completa con Untitled (2005-2015), un’installazione vivente visitabile per 3 sere negli spazi degli Ex Bastardini. Le componenti di questo progetto cercano di spostare le abitudini e le funzioni dell’incontro tra spettatore e performer, e dello spettacolo in generale.
Gábor Lázár, enfant prodige della musica elettronica di origine ungherese, eseguirà a Bologna un Live delle sue composizioni per computer. Lázár ha uno stile compositivo strettamente matematico e dinamico, che è stato definito come un improbabile ibrido tra l’accademismo più estremo e una nuova musicalità barbarica. Una sound performance di patterns in movimento e paesaggi sonori astratti. Il suo minimalismo estraniato può procurare delle esperienze d’ascolto in grado di ridisegnare la percezione di cosa è un ritmo.
Nel corso di 2 giornate si sviluppa l’ambiente performativo commissionato da Xing/Live Arts Week a partire dal dialogo con Michele di Stefano e Luca Trevisani, artisti interessati alla costruzione di prototipi di habitat estemporanei. Fronterizo I & 2. the melograno session è un ambiente in continua trasformazione, un terreno di gioco che registra di tanto in tanto picchi di intensità, che possono assumere le sembianze di una sala conferenze, di uno show-case scientifico o di un campo coreografico. Fronterizo è un progetto messo a punto dall’artista visivo Luca Trevisani e dal gruppo mk ed è sviluppato in collaborazione con il geografo Franco Farinelli, il musicista Lorenzo Bianchi Hoesch, il duo Sigourney Weaver e la performer Roberta Mosca, danzatrice della Forsythe Company. Si costituisce come un laboratorio aperto, crocevia di due progetti in divenire di cui condivide obiettivi e ossessioni: un film girato da Luca Trevisani nel 2015, e uno spettacolo di mk che compatterà retroattivamente le coreografie elaborate durante le differenti sessioni del progetto. La postura performativa di Fronterizo intende lo spazio in maniera topologica, cioè dall’interno. Rifugge dunque dalla definizione di confine, dando a tutto ciò che è spaziale la caratteristica dell’intersecare e del sovrapporsi. L’indagine coreografica esplora questioni legate alla prossimità, alla comunicazione superficiale, al microclima, alla permeabilità delle membrane, all’incongruità volumetrica e irriducibilità della sfera al piano. Si articola in: Franco Farinelli – il discorso del cerchio; mk – olympic swimmers from Nigeria; Roberta Mosca – SUB I; mk/Luca Trevisani – gabinetto alchemico; Sigourney Weaver – hey; Roberta Mosca – SUB II.
Die Unbändigen, celebrazione di una comunità improbabile, è il nome di un progetto performativo collaborativo costruito su più media e occasioni: un esperimento di esplorazione e sviluppo di modi alternativi di vivere e di produrre attraverso processi collettivi. Partendo da background differenti, Jack Hauser – performer, musicista e designer -, Satu Herrala – danzatrice e curatrice -, Sabina Holzer – perfomer e critica – e Jeroen Peeters – scrittore, drammaturgo e performer – utilizzano le proprie pratiche artistiche, tecniche e discorsive come terreno di incontro. Die Unbändigen è un laboratorio mobile da cui guardare il mondo e dove raccogliere, analizzare e mappare materiali eterogenei (immagini, movimenti, suoni, storie, canzoni..). In scena, il desiderio e l’imprevisto crescono rigogliosamente, i gesti migrano, i codici culturali assumono nuove configurazioni. Die Unbändigen sono una folla eterogenea, una band instabile che ha i propri rituali e il proprio folklore, le proprie mitologie indisciplinate, tra Sun Ra, l’Art Ensemble of Chicago o il cinema etnografico-sperimentale di Maya Deren.
N.M.O. è il progetto nato dalla collaborazione tra il sound artist norvegese Morten J. Olsen e il musicista spagnolo Rubén Patiño. N.M.O. è una sound performance che intreccia musica elettronica contraddistinta da un’esecuzione estremamente scarna e sessioni ritmiche per rullante. N.M.O. è un oggetto musicale cangiante che attraversa, o piuttosto assembla e decostruisce, con divertita stravaganza, una matassa di stereotipi della cultura musicale novecentesca: techno e marce militari, dance music e fluxus, neo-tribalismo e post-avanguardie.
Until the moment when God is destroyed by the extreme exercise of beauty della coreografa, performer e cantante Vera Mantero & guests (una delle figure più influenti della danza portoghese), è una meditazione cantilenata che cambia costantemente per rimanere sempre la stessa. In questo lavoro, sei danzatori in scena parlano all’unisono cercando una forma d’accordo. E’ una comunità che si confronta con un’altra comunità, quella degli spettatori. Un’esperienza del qui ed ora, in cui il tempo e lo spazio vengono dilatati. La sensazione è quella di un percorso dentro uno spazio mentale, di un viaggio intergalattico in slow motion sino a raggiungere uno stato di insussistenza, come suggerisce il titolo: Fino al momento in cui Dio non sarà distrutto dall’estremo esercizio della bellezza. Questo lavoro sull’esausto porta a Bologna artisti di grande talento, che per la prima volta vedremo in una dimensione riflessiva, anomala ed in-attuale.
Concert for Signal Flares è una sound performance che impiega le proprietà acustiche dei fumogeni, condotta da VA AA LR, il trio composto dal musicista portoghese Vasco Alves e dai sound artists inglesi Adam Asnan e Louie Rice. Sfruttando le forti componenti visive di questi segnalatori il Concerto per Fumogeni si dispiega su di una scena in cui gli strumentisti sono sostituiti da elementi dispersivi, attivando un complesso gassoso e meccanico che ricorda in qualche modo gli organi idraulici della tradizione rinascimentale e barocca. L’abilità dei tre performer nella modulazione dei timbri grazie a semplici movimenti di prossimità o allontanamento, dà vita ad una composizione musicale e spaziale basata su degli ‘artefatti sonori’, che sfrutta variazioni minime di distanza e orientamento, entrando in interazione con gli elementi dell’architettura dello spazio.
Z.B. Aids è il progetto in solo del francese Hendrik Hegray, artista sonoro e visivo, famigerato per le sue intense performance live (come Helicoptere Sanglante o Popol Gluant). Il live che chiude Live Arts Week, Zulu is not a solution, è una proposta di tapes a-ritmici + chitarra atonale + fun fun fun. Una non-musica che si muove dal collage schizoide all’ossessione per il drone, rasentando la parodia burlesca. Segue Music for Lili Reynaud-Dewar: techno music caotica low fi di seconda categoria suonata dal vivo e in diretta, suonata da MACON (pseudonimo di Nicolas Murer), artista francese che segue diversi progetti musicali, dirige l’etichetta musicale Stochastic Releases, e ha realizzato le musiche per performance e mostre di Lili Reynaud-Dewar.
Segnaliamo infine l’incontro teorico First Person Plural con Martina Ruhsam, Jeroen Peeters, Satu Herrala/Sabina Holzer, Jack Hauser, Xavier Le Roy, Vera Mantero, Michele Di Stefano e Luca Trevisani, su pratiche e teorie che si sperimentano a partire da singolarità messe in risonanza all’interno di un corpo comune. Si parla oggi di collaborazione post-consensuale. Piuttosto che cooperazione, collettività, collaborazione o complicità, ci interessa il terreno della riformulazione (che non significa né consenso nèé compromesso). La prima persona plurale, noi, non esprime un amalgama, ma un momento di coesistenza.
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Live Arts Week pubblica un quaderno con interventi di artisti, critici, osservatori e teorici: non è una guida accompagnatoria né un catalogo strettamente inteso. Segue piuttosto i percorsi possibili disseminati negli spazi reali della settimana delle arti dal vivo. Sono materiali eterogenei, frutto di un lavoro di assemblaggio, produzione e prelievo dal flusso complessivo del mondo culturale dell’inizio del XXI secolo.
L’immagine coordinata di Live Arts Week IV è a cura di Invernomuto; il set disegn degli spazi dell’Ex Ospedale dei Bastardini è a cura di Canedicoda e Mirko Rizzi.
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Live Arts Week è ideato e realizzato da Xing, organizzazione culturale basata a Bologna che progetta, organizza e sostiene eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi.
Partners: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei/MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Fondazione Teatro Comunale Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Goethe-Institut Mailand, Reale Ambasciata di Norvegia, Reale Ambasciata dei Paesi Bassi, INTPA – International Net for Dance and Performance Austria del Tanzquartier Wien/BKA/BMeiA, Marsèll, BH audio, Radio Sata, Bonotto. Media partners: The Wire, Mousse, Nero, Cura, Artribune, Blow Up, Alias, Il Manifesto, Edizioni Zero, Radio Città del Capo. Live Arts Week fa parte di Bologna Contemporanea.
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luoghi:
Ex Ospedale dei Bastardini Via D’Azeglio 41 Bologna
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna Via Don Minzoni 14 Bologna
sede organizzativa:
Xing Via Ca’ Selvatica 4/d Bologna
info e prenotazioni: tel 051.331099
dal 13 aprile prenotazioni per Canedicoda Adagio con Buccia: mob 331.3546364
info@xing.it
info point e biglietteria:
Ex Ospedale dei Bastardini – apertura 22,23,24,25 aprile da h 19
MAMbo – apertura ordinaria del museo
www.liveartsweek.it
www.xing.it
facebook.com/xing.it
twitter.com/liveartsweek
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biglietti:
biglietti giornalieri (cumulativi):
Ex Ospedale dei Bastardini
mercoledì 22 aprile – intero 12 euro; ridotto 5 euro
giovedì 23 aprile – intero 15 euro; ridotto 10 euro
venerdì 24 aprile – intero 20 euro; ridotto 10 euro
sabato 25 aprile – intero 20 euro; ridotto 10 euro
sino ad esaurimento posti
esclusi dal sistema abbonamenti e giornalieri:
MAMbo – live John Cage/Lejaren Hiller – HPSCHD 1969>2015 – intero 10 euro; ridotto 5 euro
MAMbo – mostra John Cage/Lejaren Hiller – HPSCHD 1969>2015 – 2 euro
Canedicoda – Adagio con buccia – 20 euro (solo su appuntamento*)
prenotazioni dal 13 aprile: +39.331.3546364
riduzioni: under-25 e studenti
abbonamenti:
Ex Ospedale dei Bastardini
intero: 50 euro
ridotto: 30 euro