Sarà Michel Tabachnik, sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale, ad inaugurare venerdì 23 gennaio 2015 alle ore 20.30 la Stagione Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna, con un concerto il cui programma – come una dichiarazione di intenti – da voce e interpreta la linea di tutto il palinsesto 2015. Il concerto, come tutta la stagione, è all’Auditorium Teatro Manzoni.
Viene presentata in prima assoluta Syntax, nuova composizione orchestrale di Ivan Fedele, uno dei massimi autori del nostro tempo, commissionata dalla Regia Accademia Filarmonica di Bologna nell’ambito del progetto “Musica contemporanea – Prime esecuzioni assolute (Commissioni d’opera della Regia Accademia Filarmonica di Bologna)”, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna.
La composizione di Ivan Fedele è il primo appuntamento del progetto RESISTENZA ILLUMINATA. Omaggio a Luigi Nono nel settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione 1945-2015.
Nato in occasione del settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione, il progetto RESISTENZA ILLUMINATA vuole anche essere un omaggio alla figura di Luigi Nono, musicista, compositore e intellettuale emblematico di quel processo culturale innescato dalla Resistenza, che ha caratterizzato una straordinaria stagione non solo per la musica, ma per tutta la cultura italiana del dopoguerra.
Patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dall’A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, il progetto RESISTENZA ILLUMINATA si sviluppa nel corso di tutto il 2015 su gran parte del territorio regionale (da Bologna a Ferrara, da Marzabotto a Modena sino a Reggio Emilia) e vede coinvolte moltissime tra le realtà culturali (musicali ma non solo) presenti e attive nella Regione.
Presso la Biglietteria del Teatro Comunale, in Largo Respighi 1 (tel. 051 529019, dal martedì al venerdì dalle 12.00 alle 18.00; sabato dalle 10.30 alle 16.00; lunedì chiuso), in concomitanza con l’acquisto di un biglietto per i concerti sinfonici inseriti nel progetto RESISTENZA ILLUMINATA, è in distribuzione su richiesta la CARD che dà diritto ad uno sconto sul titolo d’ingresso di tutte le manifestazioni a pagamento del progetto.
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La composizione di Ivan Fedele è incorniciata da due opere molto significative della grande tradizione sinfonica, una di rara esecuzione ed un’altra celeberrima e tra le più amate dal pubblico: il Wandrers Sturmlied op. 14 per coro e orchestra, su testo di Goethe, composizione giovanile di Richard Strauss e la Sinfonia n.4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms, capolavoro assoluto della maturità brahmsiana. I due lavori sono stati composti nello stesso periodo (1884-1885), e rappresentano un emblematico passaggio di testimone tra la grande tradizione romantica e le derive estreme nel secolo breve.
“La figura dell’homo viator rappresenta una costante poetica del Romanticismo tedesco. Emblema dello Sturm und Drang, l’anima irrequieta del viandante si ribella contro le tradizioni consolidate, alla ricerca di nuovi valori spirituali ed estetici. Si tratta di una rivoluzione al contempo interiore ed esteriore, che mira a ricomporre la frattura illuminista tra natura e società. Il genio è la forza creatrice capace di superare questa divisione. E l’artista, animato dal genio, è colui che è in grado di comprendere e rivivere in sé la natura e i suoi violenti contrasti, non mediante l’esercizio della razionalità, ma grazie ad una profonda sensibilità. L’anelito del viandante trova così la risposta al proprio inquietum cor: in un rinnovato rapporto con la natura, l’uomo riconosce infine l’essenza divina che lo unisce al tutto.
Sono questi i temi del Wandrers Sturmlied (Canto di tempesta del viandante), scritto da Goethe intorno al 1772, all’inizio della sua fase stürmisch. Si tratta di un componimento strofico nel quale è possibile scorgere l’influenza dell’ode tripartita di Pindaro. Nella prima parte il Viandante, travolto dalla potenza degli elementi naturali, rivolge la propria invocazione al Genio, immagine della creatività artistica, impetrandone protezione e sostegno: colui che non viene abbandonato dal Genio può infatti andare incontro alla tempesta, cantando come l’allodola. La presenza del Genio è però capace anche di attrarre verso il Viandante le Muse e le Càriti, dispensatrici di grazia e bellezza. Ritrovata l’armonia tra arte e natura, il Viandante – ora simile agli dei – è infine in grado di librarsi sull’acqua e sulla terra.
Su questa prima sezione dell’ode goethiana si basa il Wandrers Sturmlied op. 14 di Richard Strauss (1864 – 1949), ampio componimento per coro e orchestra scritto nel 1884, in quella fase della maturazione estetico-musicale che Strauss stesso definì come Brahmsschwärmerei, caratterizzata cioè da una adesione entusiastica allo stile compositivo di Johannes Brahms (1833 – 1897). […]
“ […] Nell’ottobre del 1885 il ventunenne Richard Strauss, che aveva da poco iniziato il suo apprendistato a Meiningen come assistente di Hans von Bülow, ebbe l’occasione di conoscere personalmente Johannes Brahms e di collaborare alle prove orchestrali in vista della prima esecuzione della quarta Sinfonia, op. 98. Composta tra le estati del 1884 e del 1885, l’ultima sinfonia di Brahms è segnata da un clima meditativo e malinconico che si annuncia già nella scelta della tonalità, Mi minore, raramente utilizzata in opere sinfoniche […]. L’op. 98 rappresenta la summa del magistero compositivo di Johannes Brahms e dei due principi fondamentali che ne stanno alla base: il rigore della forma-sonata, portata al grado estremo di complessità, e la tecnica della variazione come motore di sviluppo formale. […]”.
“[…] I tre movimenti di Syntax, per orchestra, del compositore leccese Ivan Fedele (1953) completano un progetto unitario iniziato nel 2009. Syntax 0.1 (if@hay.dn), nasce infatti in quell’anno, da una commissione dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. Come dichiarato dallo stesso autore, in questo brano, concepito come un omaggio a Joseph Haydn, Fedele concentra la sua attenzione sugli aspetti innovativi che hanno contraddistinto lo stile maturo del padre del classicismo viennese e su quelle istanze dello Sturm und Drang che stanno alla base di «un nuovo pensiero musicale ancora oggi fondante per la cultura occidentale». Syntax 0.2 (if@moz.art) e Syntax 0.3 (if@beethov.en), che vengono qui presentati in prima esecuzione assoluta, sono stati commissionati nel 2014 dall’Accademia Filarmonica di Bologna. Rivelatori e programmatici i sottotitoli dei tre movimenti, modellati sulla sintassi standard dell’indirizzo di posta elettronica: le iniziali del nome del compositore occupano la posizione dell’identificativo utente (o username) e hanno di volta in volta come proprio dominio (il riferimento al provider, seguito da un punto che ne individua lo stato di appartenenza o il settore del dominio stesso) Haydn, Mozart e Beethoven. I messaggi e-mail, che in Syntax vengono inviati all’ascoltatore, riprendendo le parole dell’autore, sono dunque un modo per «cogliere nel presente elementi sintattici del passato ancora oggi pregnanti […] perché un grande di una qualsiasi epoca riverbera la propria luce nella storia sino all’attualità».
Dal programma di sala (testo di Riccardo Castagnetti)
Direttore Musicale della Filarmonica di Bruxelles, Michel Tabachnik ha studiato pianoforte, composizione e direzione d’orchestra a Ginevra e, terminati gli studi, viene notato da eminenti direttori d’orchestra quali Pierre Boulez, Herbert von Karajan, Igor Markevitch che lo hanno sostenuto. Assistente di Markevitch nell’Orchestra della Radio Televisione Spagnola a Madrid, è in seguito assistente di Pierre Boulez per quattro anni, anche alla BBC Symphony Orchestra di Londra. Tali collaborazioni lo hanno avvicinato alla musica contemporanea. Accanto a Stockhausen, Berio, Ligeti, Messiaen ha diretto numerose prime mondiali, dedicandosi in particolare alla esecuzione delle opere di Iannis Xenakis, che lo ha considerato il suo interprete di riferimento.
Michel Tabachnik è stato il Direttore dell’Orchestra della Fondazione Gulbenkian di Lisbona, dell’Orchestre Philharmonique de Lorraine e dell’Ensemble Intercontemporain di Parigi. Ad arricchire il suo percorso numerose collaborazioni con Berliner Philharmoniker, Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, Orchestra della NHK di Tokyo, Orchestre de Paris e con alcuni festival tra i quali Lucerna, Salisburgo, Aix-en-Provence.
Dopo essere stato per sei anni il Direttore della Noord Nederlands Orkest, oggi ne è direttore emerito. Dal settembre 2008 è Direttore Musicale della Filarmonica di Bruxelles con la quale è stato invitato da La Cité de la Musique a Parigi (per tre concerti ogni anno) e in tournée a Berlino, Londra, Vienna, Amsterdam, Rotterdam, Salisburgo, in Germania ed Estremo Oriente.
In ambito operistico, è stato invitato all’Opera di Parigi, Ginevra, Zurigo, Copenhagen, Lisbona, Roma, Montreal, Genova, Mosca. Ha inoltre anche collaborato con la Compagnia d’Opera Canadese di Toronto, dove ha diretto Lohengrin, Madama Butterfly, Carmen, The Rake’s Progress.
Miichel Tabachnik ha diretto molte giovani orchestre internazionali. E’ stato per dodici anni direttore artistico dell’Orchestre des Jeunes du Québec e dell’Orchestre des Jeunes de la Méditerranée, da lui stesso fondata nel 1984.
Insegnante stimato, ha tenuto diverse master-class, a Hilversum, Lisbona (Fondazione Gulbenkian), e ai Conservatori di Parigi, Bruxelles e Stoccolma. E’ stato nominato professore di direzione d’orchestra all’Università di Toronto e all’Accademia Reale di Musica di Copenhagen.
La sua discografia (per Erato e Lyrinx) riflette l’eclettismo del suo repertorio, che si estende da Beethoven a Honegger, da Wagner a Xenakis. La sua registrazione del Concerto per pianoforte di Schumann (con Catherine Collard) è stata designata come la migliore esecuzione di questa composizione dalla giuria internazionale della Radio Suisse Romande. A questa registrazione ne sono seguite altre con l’etichetta della Filarmonica di Bruxelles, tra cui Le sacre du printemps, premiato durante i Gramophone Awards del 2013 e La mer di Debussy.
Nella veste di compositore, Michel Tabachnik ha diretto recentemente diverse sue composizioni, tra cui Lumières fossiles, nei Paesi Bassi, Prélude à la légende al Festival di Besançon, Concerto per violino con la Filarmonica di Bruxelles e in ottobre 2014 la prima esecuzione mondiale di Livre de Job alla Cité de la Musique di Parigi. La prima mondiale della sua opera La dernière nuit de Walter Benjamin, con libretto di Régis Debray, su commissione del Teatro dell’Opera di Lyon, è prevista in febbraio 2016 a Lyon.
Andrea Faidutti si è diplomato in clarinetto, musica corale e direzione di coro, ha studiato armonia, contrappunto e fuga con Daniele Zanettovich, canto con Cecilia Fusco e Scherman Low e pianoforte con Antonio Nimis.
Dal ’89 al ’91 è stato allievo nella classe di direzione corale e orchestrale presso l’Hochschule di Vienna e successivamente, rientrato in Italia, ha collaborato come maestro del coro dell’Athestis Chorus firmando produzioni con diverse istituzioni musicali tra cui l’Orchestra della Toscana (ORT), l’Orchestra sinfonica “Toscanini” dell’Emilia Romagna, l’Orchestra di Padova e del Veneto e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino.
Dal settembre 2000 al giugno 2005 ha ricoperto il ruolo di Altro maestro del coro all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, e dal giugno 2005 al dicembre 2008 è maestro del coro al Teatro Lirico di Cagliari. Dall’ottobre 2008 al dicembre 2011 è maestro del coro al Teatro Massimo di Palermo. È attualmente maestro del coro del Teatro Comunale di Bologna.
Per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha diretto la Petite messe solennelle di Rossini, i Carmina Burana di Orff nella versione cameristica per due pianoforti e percussioni, i Liebeslieder-Walzer di Brahms per pianoforte a quattro mani e i Sei cori di Michelangelo Buonarroti il giovane di Dallapiccola per coro a cappella. Per il Teatro Lirico di Cagliari, oltre ai titoli citati, ha diretto, in stagione sinfonica, la versione cameristica dei Chichester Psalms di Bernstein, la Mass di Stravinskij per coro e doppio quintetto di fiati, i Quatre motets pour un temps de pénitence di Poulenc, la Missa festiva op. 155 di Grechaninov per coro e organo. Per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha inoltre curato la partecipazione del coro al “Progetto Pollini”, festival musicale dalla polifonia rinascimentale alla musica contemporanea diretto da Maurizio Pollini all’Auditorium-Parco della musica.
Membro di giuria in concorsi nazionali, è stato docente/assistente ai corsi di “Alto perfezionamento per direttori di coro” presso la Fondazione Guido d’Arezzo ed è insegnante di esercitazioni corali al Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani.