25 anni di fotografie industriali, scattate tra il 1912 e il 1937, dal più famoso fotografo del mondo degli anni’20. Emil Otto Hoppé mette in mostra il suo stile modernista e la sua passione romantica per paesaggi e uomini al MAST di Bologna e, la riscoperta di questo artista, per lungo tempo dimenticato, è davvero speciale.
Sono scenari industriali del mondo di allora in cui si percepisce l’empatia tra fotografo e soggetto, fotografo che riesce a cogliere da un angolatura efficace, come lui stesso la definisce, la profondità, la spazialità ma anche lo spirito del soggetto.
Gli scatti di Hoppè “anticipano” il modernismo americano e lo rendono unico proprio per la capacità dell’artista di vedere oltre e di metterci quella attenzione all’essere umano e alla natura che gli era propria. “Hoppé faceva modernismo quando gli americani pensavano di averlo inventato”( Graham Howe della E.O.Hoppè Estate Collection)
Il lavoro di Hoppé è rimasto per anni sepolto negli archivi fotografici di una libreria londinese, frammentato e di difficile fruizione, alla quale lo stesso Hoppè aveva venduto le sue fotografie negli all’età di 76 anni. Grazie alla passione e al lavoro della Curatorial Assistance Inc. californiana le opere sono state riorganizzate, catalogate e digitalizzate.
Al MAST di Bologna da oggi fino al 3 maggio 2015 potete ammirare ben 190 scatti del fotografo inglese nato in Germania, realizzati nel corso delle sue esplorazioni in Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Australia e altri paesi. La mostra è intitolata Emil Otto Hoppé: il segreto svelato.
Le fotografie sono davvero suggestive, come quella scattata a Sidney nel 1930, del ponte sul porto durante la costruzione o quelle della fabbrica di auto Tata che testimonia il ruolo delle donne indiane nell’industria del paese.
Stamattina la mostra è stata presentata alla stampa ed introdotta in lingua inglese dalle interessanti presentazioni del curatore della mostra al MAST Urs Stahel, di Graham Howe della E.O.Hoppè Estate Collection / Curatorial Assistance California e di Phillip Prodger della National Portrait Gallery di Londra.
“Hoppè aveva l’ambizione di svelare la vera natura delle rispettive regioni” ha ricordato Stahel, era figlio di banchieri, era ambizioso e aveva anche un gran senso degli affari come lui stesso sosteneva paragonando il suo successo a quello di altri artisti dell’epoca.
Una sezione della mostra è dedicata ai ritratti. Hoppè pubblicò un libro nel 1922 Book of Fair Women dove compaiono le donne che avevano posato per lui e in cui lui stesso faceva dei paragoni.
Hoppè si distacca dallo stile dell’epoca di fare ritratti come se fossero dipinti, lui approcciava gli individui come esseri umani; nelle sue foto Filippo Marinetti e anche Benito Mussolini.
Era un fotografo versatile, creativo e instancabile.
Al MAST nello spazio a side event è stata allestita una sorta di camera oscura con proiezioni digitali di altri tempi, di ritratti di personaggi celebri, di paesaggi, di uomini e dei nudi.
L’esposizione è organizzata da Fondazione MAST Bologna in collaborazione con E.O.Hoppè Estate Collection/ Curatorial Assistance, California.
Emil Otto Hoppé: il segreto svelato
Fotografie industriali, 1912-1937
MAST
via della Speranza 42 Bologna
21 gennaio-3 maggio 2015
Orari apertura
da martedì a domenica 10-19
Ingresso gratuito
Orari e aperture durante Arte Fiera
Mercoledì 21 gennaio 16-20
Giovedì 22 gennaio 10-20
Venerdì 23 gennaio 10-18
Sabato 24 gennaio 10-23 Art City White Night
Domenica 25 gennaio 10-20
Lunedì 26 gennaio 10-17