«È un cambiamento di paradigma quello a cui dobbiamo prepararci. Il lavoro è probabilmente la sfida più impegnativa e affascinante che, come imprese sostenibili, abbiamo davanti», ha sottolineato Adriano Turrini, presidente di Coop Adriatica e presidente di Impronta Etica, intervenendo al convegno “L’impresa sostenibile per il lavoro che cambia” promosso dall’associazione che si è tenuto questa mattina a Bologna.
Una sfida che anche l’Europa sta affrontando alla luce dei trend in corso che vedono in particolare una crescente disoccupazione giovanile. «Il lavoro è un tema che vede impegnate diverse direzioni generali della Commissione europea – ha spiegato Christine Neumann del network europeo CSR Europe – che stanno elaborando politiche su temi come l’educazione all’imprenditorialità, la qualità dei tirocini, le nuove professioni digitali».
L’impresa che affronta la sfida del lavoro e che vuole guidare il cambiamento, facendone una leva di competitività, deve mettersi in discussione e ripensare i propri modelli organizzativi. Alcune lo stanno già facendo, come WL GORE, presentata da Edouard Frignet, ex-manager dell’azienda, che ha realizzato un modello d’impresa non gerarchica grazie al quale i dipendenti sono più a loro agio con un ritorno diretto sulla crescita e la performance dell’impresa.
Impronta Etica ha presentato un documento frutto della riflessione avviata con le aziende socie che, partendo dallo scenario attuale a livello italiano ed europeo, individua alcuni aspetti chiave su cui le imprese si impegnano a lavorare nei prossimi anni, dalla diffusione di conoscenze e competenze alla valorizzazione dei potenziali, anche attraverso l’attivazione di partnership pubblico-privato.
Diversi i casi di aziende italiane presentati nel corso della mattinata, fra queste IMA che ha realizzato un’impresa sociale nel carcere di Bologna. «Il sistema universitario e formativo va riformato – ha affermato Daniele Vacchi, direttore Corporate Communications di IMA – perché attualmente propone percorsi formativi che non sono adatti alle reali esigenze di un mercato del lavoro che sta evolvendo rapidamente». Daniele Ravaglia, direttore di Emil Banca, ha presentato il progetto Young Tutor e l’impegno per i giovani della banca di credito cooperativo.
«Dobbiamo partire dall’assunzione che la competitività di un’impresa e il benessere della comunità circostante sono strettamente interconnessi» ha aggiunto Turrini.
È il concetto di creazione di valore condiviso il modello teorico di riferimento del documento di Impronta Etica (che sarà pubblicato sul sito www.improntaetica.org), che individua le leve a disposizione dell’impresa per creare valore per il territorio e include una rassegna di buone pratiche e case studies di aziende italiane e internazionali.
Fra queste, oltre a Ima e Emil Banca, hanno partecipato: Maria Paola Palermi, Communication Manager di Loccioni Group, Elena Salda, vice Presidente del Gruppo CMS, Andrea Gambi, amministratore delegato di Romagna Acque – Società delle Fonti S.p.A., Aldo Soldi, direttore generale di Coopfond e Michał Dżoga, Corporate Affairs Group di Intel con una testimonianza video.