Genus Bononiae Musei nella Città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, sta realizzando una mostra dedicata alla scuola pittorica bolognese, che si terrà a Palazzo Fava dal 14 febbraio 2015.
L’esposizione, curata da Vittorio Sgarbi, si propone di far convergere in una unica sede espositiva, Palazzo Fava, quanto di più significativo in campo artistico la città di Bologna ha realizzato con i suoi artisti ed acquisito nel corso di oltre sette secoli. Una meditata selezione di opere, da Cimabue a Morandi, consentirà di mettere in risalto la specificità che Bologna presenta in ambito artistico e che la rende un centro tra i più importanti della storia dell’arte italiana ed europea.
La mostra è significativamente dedicata a Roberto Longhi, come il suo stesso titolo evidenzia citando quell’antologia – un volume di 1139 pagine stampate fitte – in cui Gianfranco Contini scelse e ordinò alcuni saggi sulla storia della pittura italiana scritti da questo ineguagliato studioso d’arte. Proprio seguendo la ricerca di Longhi nella lettura delle opere d’arte sarà possibile compiere una sorta viaggio, da Cimabue a Morandi, ripercorrendo con lui “in grande compagnia” una storia delle forme intesa come evoluzione e segno della nostra identità.
La mostra è anche un omaggio a Carlo Cesare Malvasia, e alla sua Felsina pittrice una delle fonti più importanti e autorevoli per la storia della conoscenza della pittura bolognese dal Medioevo all’età barocca, pubblicata a Bologna nel 1678.
Il percorso espositivo sarà cadenzato sia da opere di proprietà della Fondazione Carisbo sia da opere provenienti da musei della città e del territorio tra le quali, a titolo esemplificativo ed in maniera non esaustiva è possibile fin da ora citare: Madonna di trono di Cimabue da Santa Maria dei Servi, il San Domenico di Niccolò dell’Arca dal Museo di San Domenico, l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello dalla Pinacoteca Nazionale, la grande tela di Ubaldo Gandolfi con raffiguranti Diana ed Endimione dalle Collezioni Comunali d’Arte, i due ovali a tema mitologico di Marco Antonio Franceschini dal Museo Davia Bargellini, opere di Morandi dal MAMbo.
Alle opere custodite nei musei e nelle chiese di Bologna si accompagneranno quelle spesso di pari importanza conservate in collezioni private, come il San Domenico di Niccolò dell’Arca proveniente dalla Fondazione Cavallini Sgarbi o il Ratto d’Europa di Guido Cagnacci della collezione Molinari Pradelli.
Ciò consentirà di stringere forti collaborazioni con le realtà istituzionali e private che hanno avuto e hanno un importante significato nella storia della città .
Il piano nobile di Palazzo Fava ospiterà, sotto gli affreschi dei Carracci, la sezione di opere dalla fine del Duecento agli inizi del XVII secolo, mentre il secondo piano sarà riservato alle opere d’arte dal Seicento all’inizio del Novecento. Una terza ed ultima sezione, al terzo piano del palazzo, vedrà una selezione di opere contemporanee dal 1915 al 2015.
Il 21 gennaio 2015 verrà esposta in Santa Maria della Vita, accanto al celebre Compianto sul Cristo Morto, un’altra opera di di Niccolò dell’Arca: San Domenico, proveniente dalla collezione privata di Vittorio Sgarbi (Fondazione Cavallini Sgarbi), dove rimarrà esposta nell’ambito delle iniziative di ArtCity. L’opera farà parte dell’esposizione in Palazzo Fava.
Titolo: “Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice” Dedicata a Roberto Longhi. Curatore: Vittorio Sgarbi
Date: 14 febbraio 2015 – chiusura mostra tra fine giugno e inizio luglio 2015.
Dove: Bologna | Palazzo Fava, via Manzoni 2
Tel. 051.19936305 email: info@genusbononiae.it
Il testo di Vittorio Sgarbi
A settant’anni dalla prolusione di Roberto Longhi, all’Università di Bologna, sulla grande tradizione artistica della città subordinata dalla critica a Firenze e a Venezia, si ripropongono non solo i principi e il metodo dell’illustre studioso, ma il percorso della storia dell’arte italiana, prima che bolognese, attraverso le opere concepite, per Bologna e a Bologna, da Cimabue a Raffaello, ad Annibale Carracci, a Guido Reni, a Guercino, a Parmigianino, a Cignani, fino a Morandi, consacrato proprio da Longhi come primo pittore italiano del suo tempo.
Una serie di capolavori provenienti da chiese, musei e collezioni, nello spazio di palazzo Fava, restituito, con gli affreschi di Carracci, alla sua storia.
“Da Cimabue a Morandi” è l’esposizione più ricca di opere d’arte assolute mai realizzata a Bologna, grazie alla collaborazione della Pinacoteca Nazionale, che ha garantito alcuni fondamentali prestiti. Ad essi si aggiungono opere mai viste, e scoperte, tra le quali spicca il San Domenico di Nicolò dell’Arca, proveniente dalla basilica di San Domenico, e riscoperto dal curatore della mostra. Un grande ritorno a casa, in dialogo con il busto del santo sempre rimasto nella sede originale. Dopo la visita occasionale di una ragazza straniera, un grande ritorno.
Vittorio Sgarbi