Compie 18 anni il Festival Danza Urbana e inaugura il 5 settembre per chiudersi l’11 settembre.
Dopo Arcipelaghi, il titolo-guida della scorsa edizione, il Festival prosegue la sua crescita manifestando la sua direzione verso quelle geografie immateriali che garantiscano una prospettiva non oggettiva e mappabile, ma che proprio nella loro “soggettiva”, possano trovare la chiave per approcciare i luoghi della città. Ci si interroga quest’anno sulla relazione tra territorio e identità, tra geografia concreta e immateriale, esplorando Bologna attraverso spettacoli di danza, creazioni coreografiche site-specific, conferenze e progetti laboratoriali.
Le nove compagnie provenienti da Italia, Spagna, Israele e Corea del Sud, tracceranno una mappa sensibile di Bologna, delle sue architetture, dei paesaggi, della vita che vi si svolge. Il linguaggio empatico della danza guiderà i partecipanti a (ri)conoscerne i suoi molteplici volti attraverso il Complesso di Santa Maria dei Servi, il Museo del Patrimonio Industriale, il Canale Navile e altri spazi pubblici, musei e spazi privati della città di Bologna.
Il Festival inaugura (5 settembre), come lo scorso anno, con un momento di riflessione teorica sul rapporto tra geografia, identità e paesaggio attraverso l’analisi di un illustre geografo (Franco Farinelli, Professore di Geografia all’Università di Bologna), di due performer che a diverso titolo si stanno interrogando sulla relazione tra corpo e spazio urbano o naturale (Alessandro Carboni e Leonardo Delogu) e di una paesaggista e ricercatrice in Architettura del paesaggio all’Università di Roma Tre (Annalisa Metta).
Si colloca a pieno titolo in questa tendenza lo spettacolo SIENA (6 settembre) della compagnia spagnola La Veronal, che indaga il sottile collegamento tra danza e geografia che la compagnia ha svolto creando dieci opere di cui questo rappresenta il sesto capitolo, dedicato all’arte e alla cultura italiana e presentato in versione site-specific all’interno del Complesso di Santa Maria dei Servi, aperto eccezionalmente al pubblico grazie alla collaborazione con la Delegazione di Bologna del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Il 7 settembre si prosegue con la creazione appositamente ideata da Alessandro Carboni per il Canale Navile, sito di grande interesse storico/culturale e urbanistico di Bologna. Il Festival Danza Urbana sceglie di dare seguito alla collaborazione con Alessandro Carboni, che negli ultimi anni ha sviluppato numerosi progetti, mostre e performance in festival, musei e gallerie in Europa, Stati Uniti, Hong Kong, India e Cina, intrapresa con il progetto di esplorazione performativa di alcuni corsi d’acqua, affidandogli la curatela e la realizzazione di questo nuovo evento site-specific. Carboni lavorerà con il Gruppo Phren con il quale a partire dall’anno scorso ha intrapreso un percorso formativo, finanziato dal Festival e con la collaborazione del Centro Mousikè, volto alla riflessione su cosa significhi oggi performare nello spazio urbano, sviluppare la capacità di agire in contesti diversi, improvvisare, relazionarsi in modi inusuali con il pubblico, tutti elementi essenziali nel bagaglio di un danzatore contemporaneo.
La compagnia ferrarese CollettivO CineticO presenterà l’8 settembre Ballroaming, una “performance urbana partecipata”, presentata al Festival in prima assoluta, aperta alla partecipazione di tutti coloro ne abbiano voglia, che sottoporrà le vie del centro di Bologna a un “rito di territorializzazione creativa” attraverso micro-azioni performative (per info su come iscriversi: 0516440879).
Anche ROD -Terzo Impatto di Tommaso Monza – terzo capitolo di un progetto dedicato al territorio, alla cultura e alla storia del Kazakistan, in programma il 9 settembre – si occupa del rapporto fra geografia e soggettività, cercando di ricostruire in una coreografia cruda e scarna, attraverso l’astrazione, il disastro ambientale del lago d’Aral.
Sempre il 9 settembre la coreografa israeliana Dana Ruttenberg propone Private I’s, con cui ha vinto nel 2010 il Curtain Up Festival: un viaggio nelle diverse sfaccettature della mascolinità, reale o immaginaria, attraverso un duo che lascia senza respiro per venti minuti, capace di fondere i corpi dei due danzatori in un’unica bellezza.
E’ un ritorno a Danza Urbana anche quello di Noemi Bresciani, che continuando sulla traccia di Fragile, performance presentata due anni fa, ha creato Nowhere. che racconta diversi personaggi dei giovani di oggi, la cosiddetta “generazione in fuga”, attraverso quattro ritratti di donne. Lo spettacolo/performance – in programma il 10 settembre – mette a fuoco “quattro luoghi, quattro mondi diversi ma pezzi di un unico grande corpo, messo all’angolo”.
Ospitata all’interno del Festival da ormai quattro anni, MasDanza Plattform rappresenta una intera giornata dedicata alle proposte di artisti della scena internazionale. La cornice del MAMbo ospiterà la conclusione del Festival, l’11 settembre, dove il coreano Hyunjin Jung (Turn of the dawn), l’israeliana Sharon Vazanna (Red fields) e l’italiana Claudia Catarzi (Qui, ora) ci parleranno dell’oggi.
Due sono gli eventi fuori programma ma in collaborazione con il Festival, nella sezione denominata “Terre di confine”: il primo è Babel – previsto il 5 settembre – esito del laboratorio di danza e teatro fisico che Anna Albertarelli ha tenuto con performer abili e disabili, un lavoro con cui la compagnia Vi-Kap si insinua nell’ordito della Genesi facendo emergere come il nome di Babele costituisca un momento di rottura e reinterpretazione positiva dell’esegetica biblica.
Il secondo (sabato13 e domenica 14 settembre) è curato da Fabrizio Favale e Angelica Zanardi di Fienile Fluò. Running up that hill è il titolo del progetto che vede coinvolte Sharon Vazanna, Francesca Penzo e la compagnia Le Supplici in un incontro coreografico sulle colline di Bologna giunto alla sua seconda edizione.
Il festival è sostenuto dal Comune di Bologna tramite convenzione con il Settore Sistema Culturale e Università.
La diciottesima edizione del Festival Danza Urbana è resa possibile grazie al contributo di: MiBACT– Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Ambasciata d’Israele, Ambasciata di Spagna, Instituto Cevantes (MI), Institut Ramon Llull, Inaem
in partnership con: FAI – Fondo Ambiente Italiano Delegazione di Bologna, Masdanza, Studio RP
in collaborazione con: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo del Patrimonio Industriale, Biblioteca Salaborsa, Comando Legione Carabinieri Emilia-Romagna, Mousikè, Camera a Sud, Festival Città Cento Scale, Artu – arti per la rinascita e la trasformazione urbana
mediapartner con: Radio Città del Capo