Bologna Street FOOD?
GUIDA alle Golosità da passeggio sotto le Due Torri
di Gabriele Orsi
Si può, a ragion veduta, senza cadere nel ridicolo e soprattutto senza scomodare per forza tradizioni culinarie d’oltrefrontiera, parlare di street food a Bologna?
Certamente la “grassa”, per sua indole, quando è il momento di mangiare, preferisce sedersi a una tavola imbandita, e ovviamente non siamo né alla Vucciria di Palermo, con il suo proliferare di panellari e stigghiolari, né fra i trippai di San Lorenzo a Firenze, né nella Puglia dei fornelli e delle bombette e tantomeno nelle viuzze dei Quartieri Spagnoli a Napoli, rigurgitanti di friggitorie e pizzerie al metro. E tuttavia anche sotto le Due Torri, quando il caso lo richiede, esiste una forma di street food spesso dalla veste fighetta e modaiola, come si conviene alla città, ma che non fa mancare risultati di grande interesse.
Certo, in molti casi si tratta di proposte “d’importazione”, mutuate dalla vicina riviera romagnola piuttosto che dalle pendici dell’Appennino, quando non da altre tradizioni culinarie regionali, ma negli ultimi anni si è sviluppato anche uno street food dall’anima più marcatamente bolognese, con esiti alle volte anche sorprendenti.
Si parte, come diversamente non poteva essere, dal piatto-bandiera della cucina petroniana, il tortellino, che in tempi recenti ha maturato anche una dimensione street grazie a simpatiche iniziative, consentendo, specie d’inverno, di godersi passeggiando per strada una bella tazza di tortellini in buon brodo di carne. Due gli indirizzi all’uopo, Il Tortellino (via Cesare Battisti 17/a), piccolo negozio arredato con gusto, e La Bottega dei Portici (via Indipendenza 69), filiazione dell’omonimo albergo di lusso con ristorante stellato Michelin, comodissima per chi va o viene dalla stazione centrale, ma anche da Pasta Fresca Buon Gusto (via Milazzo 18), minuscola rivendita sempre in zona stazione, è possibile portarsi in giro una buona vaschetta di tortellini alla panna.
Se il tortellino in versione street è ormai pienamente sdoganato, lo stesso può dirsi per un altro piatto storico della tradizione locale, la polpetta, che si può trovare declinata in tante – gustose – versioni da Bolpetta (via Santo Stefano 6), mentre dallo storico indirizzo di Atti (via Caprarie 7) è ancora possibile gustare il vero stecco alla petroniana.
STREET FOOD D’IMPORTAZIONE: PIADA E TIGELLE
Esaurito l’elenco delle tipicità locali, non guasta comunque dare uno sguardo a quelle d’importazione, specie se a distanze brevi: è il caso della piadina, che si trova ottima, fragrante e variamente farcita da La Tua Piadina (via Borgonuovo 17) ma anche alla Piadineria Due Torri (via Petroni 19/a) oppure, tirata sul momento, al Chiosco (via Gramsci 11), particolarmente consigliato nella bella stagione per i suoi tavolini all’aperto. Di ascendenza montanara invece, come detto, sono le varie tigelle e crescentine fritte, da imbottire a scelta con salumi o formaggi: nel primo caso il nome da segnarsi è la Tigelleria Tigellino (via Calzolerie 1) il cui menù spazia dai grandi classici immortali alle varianti più creative e fantasiose, mentre per il secondo genere si può scegliere fra la location decentrata del chiosco Ai Pini (via Emilia Ponente 351) e quella centrale, per di più griffata Spisni, della Vecchia Scuola Bolognese (via Galliera 11). Una soluzione passepartout, se vi trovate a fare la spesa e vi viene un languorino, è la Dispensa Emilia (via dei Carnacini 49, presso il centro commerciale Meraville) celebre per le sue tigelle originali, mentre La Crescentina Golosa (via Zanardi 108) resta aperta sino a tarda ora.
CAPITOLO PIZZA
Al capitolo pizza la città si divide ineluttabilmente fra nostalgici e innovatori: i primi non potranno che scegliere la soffice certezza di Altero (via Indipendenza 33), storico indirizzo che da oltre quarant’anni sforna deliziosi tranci ottimamente conditi (ma occhio che sia calda), mentre i secondi punteranno su Pizzartist (via Marsala 35/a), dove la pizza è alla romana, cioè bassa e scrocchiarella, e le farciture volano sulle ali della fantasia.
UN CARTOCCIO DI PESCE FRITTO
Chi avesse desiderio di un cartoccio di pesce fritto, alla maniera romagnola, potrà indirizzarsi decisamente alla Pescheria San Gervasio (via Belvedere 13/d) dove, pur senza eguagliare i chioschi di Cesenatico, la sua voglia sarà ottimamente appagata, mentre le delizie della gastronomia pugliese, anche da asporto, sono disponibili da Slow Sud by Giancaspro (via Andrea Costa 133) e da Zest (via Andrea Costa 118/a).
I patiti dell’hamburger non potranno esimersi dal fare tappa da Well Done, locale di apertura recente (ma non recentissima) e assurto a rapida gloria per il suo pane realizzato con le farine bio di Alce Nero, i suoi hamburger di carne certificata, le sue salse fatte in casa e le sue birre artigianali, oggi presente in due punti vendita (via Fioravanti 37/a e via Caprarie 3), ma noi vi consigliamo anche l’antesignano dei burger di qualità, Queen Burger (via Pelagio Palagi 42/a), dove un kebabbaro libanese preparava già hamburger da un chilo e passa quando in città si conoscevano soltanto McDonald’s e Burghy. Carne in quantità e di ottimo livello – hamburger ma non solo – anche da RoManzo (galleria del Mercato di Mezzo), la nuova iniziativa nata dalla joint venture fra lo chef Fabio Fiore (Trattoria Quanto Basta) e la Macelleria Zivieri di Monzuno: da non perdere un panino, magari del Forno Calzolari, farcito con la mortadella di Pasquini & Brusiani realizzata con carne di Mora Romagnola. Un passaggio, già che ci siamo, lo meritano anche gli street etnici, che a Bologna, vista la natura multiculturale della città, sono tantissimi e ahinoi non sempre all’altezza della situazione: fanno eccezione per il kebab la Caffetteria Al Salam (via Centotrecento 24), gestita da un simpaticissimo farmacista palestinese e che prepara anche deliziosi antipasti e falafel, e per la cucina greca la Gyrosteria (via Goito 9/b), piccola e poco attraente ma prodiga di ottime pite farcite con gyros e souvlaki e meravigliose dolmades (foglie di vite ripiene di riso).
SWEET FOOD
Per chiudere in dolcezza, se non si vuole ricorrere alla tradizionale panierina di gelato, si può sempre optare per un cannolo farcito, o in maniera classica oppure sempre con tutti i gusti di gelato del mondo: la nostra scelta, in questo caso, cade sul siciliano Doc del Gelatauro (via San Vitale 98), che ha anche ottime focacce.
CHEF STREET FOOD A LA CARTE
E per concludere, last but not least, una segnalazione che conferma come lo street food non sia soltanto roba per piccoli cucinieri e chioschi seminascosti, ma ormai abbia conquistato anche l’alta cucina: da un po’ di tempo a questa parte al Ristorante La Piazzetta (via del Pratello 107) lo chef Claudio Sordi (membro dell’associazione TourTlen) propone in carta alcune specialità ispirate allo street food, dal classico cartoccio di calamari fritti, servito però con julienne di patatine e salse fatte in casa, deliziose, all’innovativo pop corn di cervella, richiamo alla natura popolare e di recupero della cucina di strada magari non per tutti gli stomaci ma che getta una nuova luce sulle prospettive di sviluppo del genere all’ombra delle Due Torri.