“E LA VOLPE DISSE AL CORVO. CORSO DI LINGUISTICA GENERALE”. IL TEATRO DI
ROMEO CASTELLUCCI NELLA CITTA’ DI BOLOGNA: GLI APPUNTAMENTI DI APRILE
Dopo l’allestimento di Parsifal al Teatro Comunale, dopo l’installazione
Persona al rifugio antiaereo del Pincio, presentato da Art City Bologna, e
dopo il debutto di Uso umano di esseri umani all’ex Ospedale dei Bastardini, presentato da Xing, il programma bolognese prosegue l’indagine sul linguaggio attraverso la presentazione di
due lavori teatrali e un convegno internazionale.
Giulio Cesare. Pezzi staccati (andato in scena dal 27 al 30 marzo) e
Giudizio Possibilità Essere (2-6 aprile), una performance basata sulla
tragedia incompiuta La morte di Empedocle di Hölderlin, che il regista
colloca nella Palestra Arcoveggio, cercando lo straniamento di un ambiente
appositamente non teatrale.
Completa il quadro il convegno internazionale La quinta parete. Nel teatro
di Romeo Castellicci (5 aprile) curato da Piersandra Di Matteo e presentato
dal Centro La Soffitta – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
nell’ambito della XXVI rassegna La Soffitta.
“La quinta parete. Nel teatro di Romeo Castellucci” sabato 5 aprile, dalle
9.30 alle 18.30, Palazzo Marescotti, via Barberia 4
Nella mappa articolata del progetto speciale bolognese dedicato a Romeo
Castellucci (realizzato dal Comune di Bologna con la Socìetas Raffaello
Sanzio e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, curato da
Piersandra Di Matteo) nasce l’occasione per il primo convegno
internazionale interamente rivolto al lavoro dell’artista che ha dato corpo
a un nuovo modo di pensare il teatro nella nostra epoca.
Autore di un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una
percezione integrale, l’artista cesenate ha creato opere che pulsano di una
tensione visuale capace di sottrarre l’immagine al dominio della
comunicazione, e mettono in scacco il principio di rappresentazione
scavando nella verità della materia. È un teatro che strappa il reale al
principio di realtà, che tocca le radici della tradizione per recidere la
consuetudine, che sonda l’intima alleanza tra visivo e sonoro.
Attraverso l’incontro tra studiosi e pensatori da anni interessati al
lavoro di Castellucci si snodano le linee di questa linguistica – scandita
da regie, installazioni e progetti curatoriali nell’arco cronologico che
muove dagli esordi della Socìetas Raffaello Sanzio all’attuale periodo
hölderliniano – dove la quinta parete è la forza creatrice in dote allo
spettatore.
“Il mio lavoro si installa nello spazio-fra il palcoscenico, dove si
manifestano suoni, materie, corpi, luci, e lo spazio del pubblico, dove
abita la presenza anonima dello spettatore. Questi due spazi separati,
scena e platea, sono divisi e collegati da un terzo spazio corticale, la
quinta parete, nello spettatore stesso, vera potenza creatrice dello
spettacolo contemporaneo”.
Interverranno al convegno Lucia Amara (Università di Bologna), Marie Hélène
Brousse (Université Paris VIII), Adele Cacciagrano (Università di Bologna),
Shintaro Fujii (Waseda University-Tokyo), Joe Kelleher (Roehampton
University-London), Marcello Neri (University of Flensburg), Eleni
Papalexiou (University of the Peloponnese), Enrico Pitozzi (Università di
Bologna), Daniel Sack (Florida State University), Dorota Semenowicz
(Jagiellonian University in Krakow). Moderano Piersandra Di Matteo e Tihana
Maravic. Introduce Marco De Marinis (Responsabile scientifico del Centro La
Soffitta), dopo i saluti di Giuseppina La Face (Direttore del DARvipem), e
Alberto Ronchi (Assessore alla Cultura del Comune di Bologna).
Nella mattinata Joe Kelleher affronterà la questione di ciò che avviene
nello spettatore dopo la visione di immagini che tendono a una sorta di
oblio, che sfidano lo spettatore aprendo il tempo del suo pensiero. Sarà
poi Dorota Semenowicz a proseguire l’indagine sul rapporto delle immagini
con lo spettatore – dal loro bisogno di essere viste, al conflitto che esse
creano evocando reazioni intimamente contrastanti. Mentre Enrico Pitozzi
approfondirà l’aspetto percettivo e impercettivo dell’epifania degli enti
che nella scena di Castellucci prende corpo in una tessitura diffusa, mossa
particolarmente dal suono e dal colore. La studiosa ellenica Eleni
Papalexiou muoverà alla ricerca delle tracce del pensiero greco antico,
esaminando i modi in cui, attraverso una sequenza di continuità e rotture,
il regista ridefinisce il rapporto del suo teatro con le origini. Shintaro
Fujii si concentrerà come l’assenza entra in scena, a partire da una
performance realizzata a Tokio dopo il potente terremoto del 2011, cercando
di analizzare la posta in gioco alla luce della nozione di catastrofe,
termine che, sinonimo di peripezia, ha le sue radici nel teatro.
Il pomeriggio vedrà avvicendarsi gli interventi di Daniel Sack, interessato
al movimento essenziale del teatro – la sua sospensione tra apparizione e
scomparsa, creazione e distruzione; Lucia Amara, sulle tracce di Antonin
Artaud, del suo essere “figura del corpo” nel ciclo dell’Epopea della
polvere, dove “per far cadere la Parola è necessario passare dalla materia
corporea e mettere in minuscolo Dio”; Marcello Neri, con un’indagine sul
corpo liberato dalle sovrastrutture del logos, dagli addomesticamenti della
cultura, nella distinzione del corpo-enigma e del corpo come enigma; Marie
Hélène Brousse sul “teatro degli oggetti” – alludendo a “voce, sguardo,
cibo, escrementi, spazzatura, il niente” – in relazione all’esperienza
analitica lacaniana; e infine Adele Cacciagrano, intenta a segnalare il
Castellucci curatore utopico, che dalla Biennale 2005 e Avignone 2008, fino
a diversi altri contesti, declina su palchi immensi il proprio “museo delle
ossessioni”.
L’appuntamento è a Palazzo Marescotti (Salone Marescotti), presso il
Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, in via Barberia 4,
sabato 5 aprile dalle 9.30 alle 18.30. Ingresso libero fino esaurimento
posti. Info: 051.2092400/10 www.dar.unibo.it.
Giudizio Possibilità Essere- Palestra Arcoveggio
È a una palestra – luogo dell’esercizio e della disciplina, estraneo
all’ortodossia del teatro – che Romeo Castellucci affida il compito di far
risuonare le parole di Friedrich Hölderlin nella loro eresia e bellezza
inattuale. Nell’Antica Grecia – mondo a cui il poeta tedesco si è rivolto
assiduamente – il Ginnasio era il luogo della preparazione dei giovani in
vista delle gare atletiche e della vita adulta, oltre che preludio al
momento della guerra.
“Hölderlin si riferisce continuamente alla giovinezza – afferma Romeo
Castellucci – ma non in termini anagrafici. E allora chi è questo
adolescente, cosa vuole e cosa rappresenta? Il giovane è l’inattuale, colui
che non vive nel suo tempo, colui che per contrarium, è il contemporaneo e
per il quale tutto è sempre nuovo. Colui al quale sarà affidato il compito
di parlare a questa epoca dal tempo differito di una rappresentazione. Sarà
l’Empedocle, l’eretico che abbandona la città per salire la montagna e
gettarsi nel fuoco dell’essere”. Secondo un’estetica sorvegliata fino al
midollo, intesa qui come radicalismo politico, viene messo in scena il
dramma incompiuto La morte di Empedocle, testo in cui il filosofo si fa
esule perché accusato di essersi reso simile agli dei.
“La poesia di Hölderlin sarà proferita in una palestra, in forma
‘clandestina’, fuori dai cablaggi ortodossi del teatro istituzionale –
continua il regista –. Ho cercato una palestra come posto ‘sbagliato’ per
il teatro che diventa invece luogo esatto per il compimento dell’eresia”.
Il luogo della ginnastica lascia così spazio alla rivelazione, esaltando lo
scorrere retorico dei gesti e l’articolazione di versi che affermano la
potenza della natura e ricordano, senza consolazione, la finitezza
dell’umano. Accolti sui cuscini del salto in alto, gli spettatori hanno il
compito di inverare ogni giudizio, possibilità, essere.
Ideato e diretto da Romeo Castellucci, la cura del movimento è di Silvia
Costa. Con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris e con
Chiara Castaldini, Gaia Germanà, Nuvola Vandini, Eleonora Massa, Silvia
Berti, Sara Dal Corso, Lara Russo, Irene Migliori, Leila Ghiabbi.
Produzione Socìetas Raffaello Sanzio.
Palestra Arcoveggio di Bologna
via di Corticella 180/4
mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4, sabato 5 aprile alle 21, e domenica 6 aprile alle 16
(ingresso 10 euro).
Organizzazione: Cronopios. Info: 051 224420.
Prevendita
su www.vivaticket.it, Bologna Welcome Piazza Maggiore 1/e, e negli altri
punti vendita Vivaticket. Nei giorni di spettacolo: biglietteria presso
Palestra Arcoveggio un’ora prima di ogni performance, 338 2237327.
Si ringraziano per la collaborazione il Quartiere Navile e il Centro
Sportivo Arcoveggio.
E LA VOLPE DISSE AL CORVO. CORSO DI LINGUISTICA GENERALE
PROGRAMMA DI APRILE
mer 2 aprile ore 21 / Palestra Arcoveggio Bologna
Giudizio Possibilità Essere
gio 3 aprile ore 21 / Palestra Acoveggio Bologna
Giudizio Possibilità Essere
ven 4 aprile ore 21 / Palestra Acoveggio Bologna
Giudizio Possibilità Essere
sab 5 aprile ore 9.30-18.30 / Palazzo Marescotti – Università di Bologna
La quinta parete. Nel teatro di Romeo Castellucci
sab 5 aprile ore 21 / Palestra Acoveggio Bologna
Giudizio Possibilità Essere
dom 6 aprile ore 16 / Palestra Acoveggio Bologna