Futoropolis ovvero la città del futuro. Come sarà? Qualche spunto ce lo da il Future Film Festival che nell’edizione 2014 fa di questo tema il cuore del Festival. Torna in città dal 1 al 6 aprile il
il primo e ormai da anni consolidato evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate all’animazione, al cinema, ai videogame e ai new media, che si conferma anche quest’anno un osservatorio irrinunciabile sul futuro (non solo) della settima arte.
Tante, come sempre, le proposte del FFF (dall’anteprima di Rio 2 all’ultimo capolavoro di Miyazaki) come sempre rivolte al pubblico di ogni età, dai bambini – con proiezioni e laboratori pensati per stimolare la creatività dei più piccoli – leggi il nostro post su Bimbò con il programma dettagliato per i bambini – agli adulti.
Tra gli ospiti d’onore di quest’edizione, il regista Carlos Saldanha (L’era glaciale): protagonista il 4 aprile di una lezione di cinema aperta al pubblico, l’autore accompagna l’anteprima italiana di Rio 2 – Missione Amazzonia (in uscita nelle sale italiane distribuito da 20th Century Fox), che tre anni dopo lo straordinario successo del primo capitolo torna a raccontare le avventure del pappagallo Blu, della sua compagna Jewel e dei loro tre piccoli, stavolta alle prese con una riunione di famiglia nella selvaggia Amazzonia, dove Blu dovrà affrontare il suo “nemico” più temuto, il suocero, e sventare i piani di vendetta di Nigel, pennuto al soldo dei bracconieri.
In tema di grandi anteprime, da segnalare anche Si alza il vento, l’ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki (distribuito in Italia da Lucky Red), che ha scelto di congedarsi dal pubblico con un’opera che è la summa di alcuni tra i suoi temi più cari: a cominciare dalla fascinazione per il volo – e per l’Italia – che anima Jiro, il protagonista del film, che sogna di progettare aeroplani ma, miope fin dalla giovane età e quindi impossibilitato a diventare pilota, nel 1927 entra a lavorare in una delle principali società giapponesi di ingegneria aeronautica, diventando uno dei progettisti più affermati del mondo.
Ancora un’anteprima: Goool!, il film (distribuito in Italia da Koch Media) che segna il debutto nel cinema d’animazione di Juan José Campanella, già vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero con Il segreto dei suoi occhi: protagonista è Amadeo, campione di calcio balilla che dovrà vedersela con la “vendetta” del rivale Asso… fortuna che al fianco di Amadeo si schierano i magici giocatori del biliardino.
Arriva a Bologna, grazie alla collaborazione di The Walt Disney Company Italia, anche la versione karaoke di Frozen – Il regno di ghiaccio di Chris Buck e Jennifer Lee, il più recente dei classici Disney: un’occasione per cantare tutti insieme i brani del film, che dal 9 aprile sarà disponibile in Blu ray 3D, Blu ray e Dvd.
La serata d’apertura è affidata a uno dei “casi” del cinema francese recente, quel Ma maman est en Amérique, elle a rencontré Buffalo Bill di Marc Boréal e Thibaut Chatel (in concorso) che ha incantato la critica d’Oltralpe con il suo tono delicato e sognante. A presentarlo a Bologna, Jean Regnaud e Èmile Bravo, autori dell’omonima graphic novel (pubblicata in Italia da Bao Publishing) da cui il film è tratto. Negli anni ’70, in una piccolo cittadina di provincia, il piccolo Jean comincia la sua avventura alle scuole elementari. A chi gli domanda cosa fa la sua mamma – che non vede mai – racconta che è una segretaria sempre in giro per il mondo, che gli manda cartoline coloratissime e piene d’avventura. Ma nel corso di questo tenero racconto di formazione (in gran parte autobiografico), il piccolo inizierà a rendersi conto che forse le cose stanno diversamente…
Altri otto i film che partecipano al CONCORSO LUNGOMETRAGGI e che si contendono il Platinum Grand Prize.
Dalla Francia, oltre al citato Ma maman est en Amérique, arrivano tre film diversissimi per tecnica, stile e tono: Tante Hilda!, che segna il ritorno di un autore già noto al pubblico italiano, il Jacques-Rémy Girerd de La profezia delle ranocchie, con un cartoon ecologista sulla bellezza del mondo vegetale, contro i risvolti oscuri prodotti dalle manipolazioni genetiche sulla natura; Aya de Youpogon di Marguerite Abouet e Clément Oubrerie, ambientato nella Costa d’Avorio degli anni ’70, racconta con ironia la storia di Aya e delle sue amiche Adjoua e Bintou, l’una agli antipodi delle altre, e ci fa fare la conoscenza di un Paese di cui sappiamo troppo poco. Negli anni ’70 è ambientato anche Jasmine di Alain Ughetto, una sorta di nuovo “Persepolis” sull’amore tra un giovane regista d’animazione (il film è autobiografico) e una studentessa iraniana, sullo sfondo della Teheran misteriosa e opprimente della rivoluzione islamica, ricostruita con un uso del tutto inedito della plastilina, plasmata con la punta delle dita e dal profondo del cuore.
Gli Stati Uniti sono rappresentati da Cheatin’, il nuovo capolavoro di Bill Plympton, autentico maestro dell’animazione indipendente contemporanea (e grande amico del festival), due volte candidato all’Oscar e qui alle prese con una folle storia d’amore totalmente priva di dialoghi, un tour de force stilistico che è anche una meditazione sulla gelosia.
Dal Canada ecco Asphalt Watches, di Shayne Ehman e Seth Scriver, divertissement grottesco e low-budget che ha conquistato il Toronto Film Festival con la sua storia on the road ispirata a un vero viaggio compiuto dai due autori, anche se qui i protagonisti sono Bucktooth Cloud, una nuvoletta fluttuante con ombrello, e il suo amico malvestito Skeleton Hat.
Il Brasile porta in concorso Rio 2096 di Luiz Bolognesi – già sceneggiatore de La terra degli uomini rossi di Marco Bechis – vincitore dell’ultimo Festival di Annecy e presto nelle sale italiane distribuito da GA&A. Janaína e il guerriero indio di cui è innamorata, che al momento della morte prende le sembianze di un uccello, sono i protagonisti di questa “storia di amore e di furore”, come recita il sottotitolo, che ripercorre, con tratti da graphic novel adulta, quattro pagine della storia del Paese: colonizzazione, schiavitù, regime militare e – appunto – il futuro, nel 2096, quando una guerra per l’acqua sconvolge Rio de Janeiro.
L’Estremo Oriente, infine, da sempre privilegiato territorio di scoperta del festival, offre due titoli: il coreano The Fake di Yeon Sang-ho, thriller animato che è anche un lancinante film di denuncia e una riflessione sulla “credulità umana”, ambientato in un villaggio di provincia destinato a essere sommerso per la costruzione di una diga; e il film a episodi Short Peace, nato da un’idea del grande Katsuhiro Otomo (indimenticato autore di Akira) e diretto – oltre che dal maestro – anche da Shuhei Morita, Hiroaki Ando, Hajime Katoki: quattro autori per altrettante storie ambientate nel Giappone del passato e del futuro.
Non meno interessanti le proposte FUORI CONCORSO, dove – oltre ai citati Rio 2, Si alza il vento e Goool! – si vedranno il giapponese Gatchaman di Tôya Satô, tratto dalla mitica serie anime omonima e unico titolo “live action” di questa edizione, ambientato in un 2050 su cui incombe lo spettro di Galactor, misteriosa organizzazione che ha occupato metà de pianeta Terra e minaccia di sterminare la razza umana; il danese Marco Macaco di Jan Rahbek, storia di un bagnino innamorato della bella Lulu, corteggiata anche dal rivale Carlo…; l’hongkongese McDull The Pork of Music di Brian Tse, quinto capitolo della simpatica saga del maialino McDull, qui alle prese con gare canore sempre più ardite nel disperato tentativo di salvare l’asilo Springfield, rimasto senza fondi (il festival nelle passate edizioni ha presentato tutti i film della saga con grande successo di pubblico); e l’americano It’s Such a Beautiful Day, frutto della fantasia di uno degli animatori più originali della scena contemporanea, il candidato all’Oscar Don Hertzfeldt, che ha “assemblato” tre suoi corti girati tra il 2006 e il 2011 trasformandoli in un nuovo, grottesco lungometraggio, all’insegna del tratto minimalista (e ironicamente crudele) che caratterizza l’autore.
Accanto al concorso lungometraggi, torna il FUTURE FILM SHORT riservato ai corti, sostenuto dalla Provincia di Bologna, che offrirà i premi della giuria e del pubblico e programma una selezione di cortometraggi nel suo sito web a partire da dieci giorni prima della manifestazione. Tra le perle della sezione, citiamo almeno il vincitore dell’Oscar 2014 per il miglior cortometraggio animato, Mr. Hublot di Laurent Witz, e il nuovo lavoro dell’italiano Alvise Avati, che dopo aver lavorato agli effetti speciali di kolossal come Avatar e King Kong, ha firmato con Beans un piccolo gioiello che ha conquistato il web con il suo mix di umorismo e atmosfere in stile Gravity, fino a diventare un vero fenomeno virale (oltre 9 milioni di visite).
Tra gli EVENTI SPECIALI del Festival, da non perdere l’omaggio – a cura di Mario Serenellini – a Guido Manuli: collaboratore storico di Bruno Bozzetto e Maurizio Nichetti, autore di film, corti e serie tv, questo grande protagonista della storia dell’animazione italiana presenterà in anteprima mondiale a Bologna il suo nuovo lavoro, I Love Hitchcock, omaggio meta-cinematografico al maestro del brivido. E ancora, tre appuntamenti targati Disney Italia: oltre alla citata versione karaoke di Frozen (per intonare tutti insieme la colonna sonora del film, tra cui la ballata “Let It Go”, fresca vincitrice dell’Oscar per la migliore canzone), anche il documentario Walt Disney e l’Italia – Una storia d’amore di Marco Spagnoli, che ricostruisce i rapporti tra Disney e il Belpaese, e un omaggio a Topolino con una selezione di corti. Il Future Film Festival festeggia inoltre il talento di Alessandro Rak, autore del cartoon italiano dell’anno, ospite a Bologna insieme alla produttrice Carolina Terzi per presentare i making of dell’applaudito e pluripremiato L’arte della felicità e del suo nuovo corto Donna Maria.
Come saranno le città del futuro? E come le ha immaginate, e continua a immaginarle, il cinema? Il tema FUTUROPOLIS – LE CITTÀ DEL FUTURO non solo percorre la XVI edizione (con titoli come Rio 2096, in concorso), ma addirittura la anticipa: il FFF ha infatti voluto coinvolgere in una speciale riflessione alcuni dei più importanti architetti di Bologna, che il 27 e 28 marzo – in occasione dell’iniziativa Future Film Skyline – aprono le porte dei loro studi per raccontare al pubblico un film che si sia distinto per il proprio valore di innovazione architettonica. Alimenterà le riflessioni sulla città del futuro anche una serie di collaborazioni tra cui: Architetti di Strada, Urban Center Bologna, e un barcamp dedicato alle pratiche per una città sostenibile. Il tema “Futuropolis” viene approfondito inoltre attraverso la riscoperta di 4 lungometraggi emblematici, che hanno fatto della città futuristica un vero e proprio personaggio: Jin-Roh – Uomini e lupi di Hiroyuki Okiura (1999) su una Tokyo sconvolta da crisi economica e terrorismo; Metropolis di Rintaro (2001), ispirato all’omonimo manga di Osamu Tezuka e al film di Fritz Lang; La città dei bambini perduti di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro (1995), capolavoro poco visto e meritevole di riscoperta; e In Time di Andrew Niccol (2011), che immagina un futuro non troppo lontano in cui il mondo è diviso drasticamente tra ricchi e poveri e tutto – persino il tempo – ha un prezzo.
Inoltre il FFF e i ragazzi del “Vanilia & Comics” hanno chiesto a tre grandi artisti – Giuseppe Palumbo, Beatrice Boo e Emanuele Rosso – come rappresenterebbero le città del futuro: è nata così l’iniziativa Vetrilia: Le città del futuro in vetrina, che ha messo a disposizione degli artisti non un semplice foglio di carta ma addirittura un’intera vetrina a testa: le vetrine dipinte resteranno allestite per tutta la primavera.
Sempre in tema città del futuro è il concorso Futuropolis: la tua città del futuro, che il FFF ha lanciato nelle scuole elementari e medie del territorio di Bologna e Provincia. Tanti disegni, scritti e plastici realizzati dai ragazzi dimostrano la grande fantasia dei ragazzi nell’immaginare una città del futuro: dai palazzi fatti con le caramelle fino a città in miniatura completamente alimentate da energia solare. Il concorso è realizzato in collaborazione con la Fondazione del Monte di Bologna.
Una speciale maratona di scrittura sarà il cuore della collaborazione tra Future Film Festival e Bottega Finzioni di Carlo Lucarelli: il 3 aprile la 12 ore di scrittura sarà l’occasione per giovani scrittori in erba di dimostrare abilità e velocità nel creare un racconto fantascientifico.
In occasione del Future Film Festival viene anche lanciato il contest per webseries Hello! Series, un progetto di We Love Cinema by BNL per Hello Bank!. Il concorso, che mette in palio euro 10.000 per la produzione di una webseries, propone anche un appuntamento in programma della manifestazione. Sabato 5 aprile alle ore 14.15 al Cinema Lumière si terrà infatti (ad ingresso gratuito) la WebSeries Masterclass con Ivan Cotroneo, giurato d’eccezione del concorso, sceneggiatore – tra gli altri titoli – di Mine vaganti, Io sono l’amore, Tutti pazzi per amore e regista di La kryptonite nella borsa e della webseries di successo Una mamma imperfetta. Cotroneo spiegherà al pubblico i segreti della creazione di una webseries.
Per il quarto anno, inoltre, l’Associazione Amici del Future Film Festival, sotto il patrocinio dell’Università di Bologna, promuove il PREMIO FRANCO LA POLLA riservato alla critica cinematografica. Il Premio è conferito a giovani studiosi italiani per un saggio sul cinema americano che affronti uno o più dei seguenti temi: animazione, effetti speciali, musical, serie tv, fantascienza, fantastico. Il Premio consiste in una pubblicazione sulla rivista Cineforum, inoltre sarà segnalato in una sezione dedicata nel sito di Future Film Festival.