Che secolo, il Seicento, per i bolognesi. Fu una Golden Age che non fiorì solo di capolavori della pittura. Una passeggiata lungo i sentieri della scienza, dell’industria e della devozione popolare riserva sorprese tali da stra-giustificare quello sguardo un po’ stupito che tanto ammiriamo nella vermeeriana fanciulla dall’orecchino di perla.
Dove avremmo accompagnato quella fanciulla, dunque, se l’avessimo incontrata turista in città?
Per cominciare, avremmo visitato il cantiere della basilica di San Petronio. È il 1657 e i lavori si stanno frettolosamente chiudendo: è svanito il sogno dei bolognesi di costruirsi la chiesa più grande della cristianità. Ma un’ultima “gemma” è appena stata deposta sul pavimento della maestosa navata: la meridiana più lunga del mondo (66,8 metri), progettata dall’astronomo Giovanni Domenico Cassini. Occhio, fanciulla, a dove metti i piedi!
Pochi passi e saremmo saliti al piano nobile dell’Archiginnasio, il palazzo voluto da Pio IV per dare una sede all’università più antica d’Occidente (e “bloccare” l’espansione di San Petronio…). Vogliamo assistere a una lezione nel meraviglioso teatro anatomico appena realizzato da Antonio Levanti (1638-49), scrigno ligneo che è un monumento al progresso degli studi di medicina. Non svenire, fanciulla: studenti da tutto il mondo riderebbero di te.
Di canale in canale, avremmo fatto scoprire alla fanciulla come nascono le sete di Bologna. Non c’è Paese in Europa dove questi tessuti non siano ricercatissimi: è merito di quasi 300 tessitori, che fanno della Bologna seicentesca una vera capitale industriale, grazie all’ingegnoso mulino da seta ideato in città. Un modello fa ancora mostra di sé in via della Beverara 123, al Museo del Patrimonio industriale.
Camminando camminando, infine, saremmo arrivati a porta Saragozza. Ecco, fanciulla, qui trovi l’intera cittadinanza. Dal 1674 è al lavoro per costruire l’opera più amata, il capolavoro d’architettura che appartiene a tutti: il lunghissimo portico che porta al santuario della Madonna di San Luca. Non è una città stupefacente? Saliamo in cima al colle per ammirarla dall’alto, allora.