L‘immigrata per amore, il padre ambizioso, il figlio di due donne saranno alcuni dei Libri Viventi che la “Biblioteca Vivente Bologna” e “abitanti” di Casa della Conoscenza presenteranno di nuovo mercoledì 6 novembre, dalle 15.00 alle 18.00, nell’Emeroteca al piano terra di Casa della Conoscenza (Via Porrettana, 360 – Casalecchio di Reno), per raccontare se stessi e la propria esperienza a tutti i frequentatori della struttura culturale che vorranno ascoltarli, superando insieme gli stereotipi attraverso il dialogo e la relazione. L’appuntamento fa seguito alla prima fortunata esperienza in Casa della Conoscenza del 29 maggio scorso.
L’iniziativa fa parte del progetto di co-progettazione partecipata Laboratori della solidarietà sociale, coordinato dall’Ufficio di Piano del Distretto di Casalecchio di Reno e realizzato con il sostegno della L.R. 3/2010 Regione Emilia-Romagna, che si propone di riprogettare il welfare locale coinvolgendo attori istituzionali, del terzo settore e profit attraverso modalità innovative, tra cui il teatro sociale e il teatro dell’oppresso.
In particolare, l’iniziativa proposta con “Biblioteca Vivente Bologna” si colloca entro una strategia di prevenzione e soluzione dei conflitti nell’uso degli spazi di Casa della Conoscenza, oggi frequentata da soggetti dalle caratteristiche e dalle esigenze eterogenee, per garantire la definizione partecipata di forme di civile convivenza nel mantenimento di una mission culturale della struttura.
“Biblioteca Vivente Bologna” è un’associazione di promozione sociale nata nel 2011, che riunisce volontari attivi dal 2007 come gruppo informale nell’organizzazione di Biblioteche Viventi e accomunati dal desiderio di una società più rispettosa nei confronti di ognuno ed ognuna, che non teme le differenze ma sa valorizzarle a beneficio di tutti e di tutte. Per avvicinarsi a questo obiettivo, i volontari si trasformano in “libri viventi” e raccontano semplicemente se stessi, mettendosi in gioco per rispondere francamente alle domande dei lettori in un dialogo faccia-a-faccia della durata di circa mezz’ora, secondo il metodo della Biblioteca Vivente nato nel 2000 e oggi diffuso in diversi Paesi europei come buona prassi della promozione del dialogo interculturale.