Nell’ambito della rassegna Gender Bender, il 28 e 29 ottobre va in scena all‘Arena del Sole Parkin’son, di e con Giulio e Stefano D’Anna, musiche Maarten Bokslag, luci, scene, costumi Theresia Knevel e Daniel Caballero.
Due uomini, un padre e un figlio, sulla scena e nella vita. I due eseguono movimenti speculari, si rincorrono, litigano, accennano a carezze, si abbracciano, si prendono per mano. Il giovane si aggroviglia al corpo dell’anziano, lo scala, lo alza, lo deposita. E viceversa. Con Parkin’son, Giulio D’Anna racconta il suo rapporto col padre Stefano, affetto dal morbo di Parkinson. Mette in danza un album di eventi quotidiani, dove s’intrecciano ricordi d’infanzia, attimi presenti e sogni futuri, gioie e drammi. Tradotti in movimenti di danza dove il corpo del padre ha la lentezza e il contegno del passato, e quello del figlio la dinamicità e l’apertura del futuro.
Giulio D’Anna ha vinto il Premio Equilibrio e il Premio Danza&Danza. I suoi lavori sono stati selezionati per i festival Nederlandse DansDagen, TAZ festival, Certamen de Coreografia de Burgos, ACT festival. È prodotto da Dansateliers (Rotterdam) e Generale Oost (Arnhem) e rappresenta l’Olanda per il progetto di residenze internazionali Choreoroam.