Biglietto da 1.20 a 1.30 €, nessun aumento sull’abbonamento annuale urbano di Bologna, blocco di tutte le tariffe per i prossimi 3 anni, nuovo abbonamento mensile scontato per giovani under 27, rimodulazioni selettive di alcuni servizi, rafforzamento della campagna anti-evasione, più bus con pedane handicap: queste le principali misure condivise dagli enti locali per calmierare gli adeguamenti previsti dal contratto di servizio tpl e migliorare il trasporto pubblico bolognese.
Il nuovo quadro tariffario, in vigore dal prossimo 1° agosto a seguito dell’approvazione della manovra complessiva che avverrà a breve da parte degli enti locali, si articola come segue. Il biglietto orario in ambito urbano passa da 1,20 € a 1,30 €, mentre quello acquistato a bordo resta a 1,50 €. Il prezzo del city pass (10 corse) viene aggiornato da 11 a 12 €. Il titolo giornaliero viene portato da 4 a 5 €. L’abbonamento mensile impersonale passa da 36 a 38 €. La manovra autorizza la futura introduzione da parte di Tper – che, una volta effettuate le necessarie verifiche normative e legali, predisporrà gli adeguamenti tecnici necessari – di un nuovo abbonamento mensile con addebito automatico RID (domiciliazione bancaria) a 28 €. Come segnale di attenzione verso le giovani generazioni, particolarmente colpite dalla crisi, nasce un nuovo abbonamento mensile impersonale agevolato a 29 € per giovani under 27, indipendentemente dal fatto che siano studenti, o lavoratori, o ‘neet’ (andrà a sostituire l’abbonamento mensile finora riservato agli studenti).
L’abbonamento annuale personale urbano non subisce alcun incremento, rimanendo fermo agli attuali 300 euro: in termini di competitività del trasporto pubblico rispetto all’auto privata, è equivalente al costo di circa tre pieni di benzina per una macchina di media cilindrata, senza considerare i costi di manutenzione, parcheggio, RC auto, bollo, etc., a fronte della possibilità invece di utilizzare il servizio pubblico tutto l’anno senza limitazioni. Le tariffe di tutti i titoli di viaggio validi nell’area extraurbana, infine, subiscono gli incrementi già previsti in modo uniforme su tutto il territorio regionale: ad esempio, il biglietto di corsa semplice in zona 1 passa da 1,20 € a 1,30 €.
Com’è noto, il contratto di servizio del trasporto pubblico locale nel bacino bolognese, sottoscritto nel febbraio 2011 a seguito di gara, prevede un adeguamento delle tariffe in base all’andamento dell’indice inflattivo Istat. A seguito di un approfondito confronto, gli Enti locali bolognesi e l’Agenzia per la mobilità SRM, in rapporto con TPER, hanno concordato le seguenti strategie e azioni.
In primo luogo, la manovra avrà validità per i prossimi tre anni. Questa scelta discende, anzitutto, dalla forte volontà degli enti locali di tenere bloccati i nuovi prezzi di biglietti e abbonamenti fino alla fine dell’attuale mandato amministrativo comunale. Il blocco delle tariffe per tre anni, dopo l’attuale adeguamento, rappresenta inoltre una misura anti-crisi pensata per accompagnare nei prossimi anni quella nuova fase di ripresa economica e sviluppo che si spera possa coinvolgere al più presto il territorio bolognese, e così agevolare famiglie, lavoratori e imprese escludendo nuovi aumenti tariffari per un periodo certo e di durata significativa. L’efficacia prolungata, ancora, risponde all’esigenza di allinearsi all’orizzonte triennale che i recenti provvedimenti statali stabiliscono per una riprogrammazione obbligatoria dell’intero sistema di trasporto pubblico locale.
In secondo luogo, per calmierare il più possibile gli effetti degli aumenti sui cittadini, oltre al blocco per tre anni si è deciso di ridurre ulteriormente l’impatto della manovra prevedendo un adeguamento delle tariffe inferiore rispetto a quanto dovuto in base all’andamento Istat, che avrebbe comportato ad esempio il biglietto a 1,50 €. La parte residua dovuta a Tper sarà coperta con una rimodulazione dei servizi, che peraltro lo Stato impone comunque entro il mese di settembre alle Regioni e agli Enti locali in base alla spending review nazionale in materia di tpl. Tale rimodulazione consentirà di rendere più efficiente il servizio e ottenere risparmi, e sarà studiata nelle prossime settimane con il prioritario obiettivo di produrre il minimo impatto possibile sugli utenti, di valutare eventuali sovrapposizioni esistenti e di integrare meglio i servizi su ferro e su gomma.
Alla base del quadro tariffario descritto c’è una scelta politica precisa delle istituzioni, cioè graduare la manovra in modo da salvaguardare il più possibile e incentivare gli utenti “fidelizzati”, abituati a usare quotidianamente i mezzi pubblici, premiando così i cittadini che fanno scelte virtuose di mobilità sostenibile per i propri spostamenti di lavoro, studio e tempo libero: in questo senso va la decisione di mantenere fermo l’attuale prezzo dell’abbonamento annuale per l’area urbana, il titolo più fidelizzante, conveniente e sempre più diffuso tra i cittadini (nel 2012 rispetto all’anno precedente si è registrata una crescita di oltre il +2% nell’acquisto di tale titolo).
La manovra così calibrata rappresenta il massimo sforzo possibile, nell’attuale situazione, per ridurre al minimo l’impatto sui cittadini e, nel contempo, per garantire un equilibrio gestionale e occupazionale. A questo proposito, è significativo ricordare che nelle maggiori città metropolitane – di fronte ai sempre più forti tagli di contributi statali e in presenza viceversa di aumenti dei costi sostenuti dalle aziende per carburanti e assicurazioni – già da tempo è stato alzato a 1,50 € il biglietto di corsa semplice (vedi Torino, Milano, Genova e Roma), che con questa manovra resterà invece bloccato a 1,30 € fino al 2016. Inoltre, in molte realtà sono stati effettuati pesanti tagli generalizzati ai servizi (con cali fino al -15% dei km percorsi dagli autobus), che nel nostro contesto invece saranno rimodulazioni selettive e di impatto quantitativo ben inferiore. Ancora, in alcune città sono state decise importanti cessioni di quote societarie a privati (come con l’ATAF Firenze e la GTT Torino), mentre di recente i soci pubblici hanno confermato di voler mantenere la propria partecipazione e controllo di TPER. Infine, in altre aziende di tpl sono stati avviati percorsi rilevanti di mobilità del personale e di cassa integrazione per centinaia di lavoratori (ad esempio 200 a Firenze e 500 a Genova), mentre qui si intende assicurare la continuità degli attuali posti di lavoro.
L’aumento delle tariffe andrà di pari passo con un rafforzamento della campagna anti-evasione, “Io vado e non evado”, già avviata lo scorso anno da Tper in accordo con le istituzioni, per affermare il principio di equità per cui tutti i passeggeri devono pagare il servizio di cui usufruiscono. Grazie alle azioni di sensibilizzazione e al potenziamento dei controlli sui bus, che vedranno un nuovo momento di massima intensità di verifiche subito dopo l’estate, l’evasione tariffaria è già scesa dal 8,5% di ottobre 2012 al 6% di gennaio 2013, e le rilevazioni successive confermano tale trend; in contemporanea, confrontando dicembre 2012 con lo stesso mese del 2011, si è registrato anche un importante aumento della vendita di biglietti (+2,6%) e city pass (+3,4%), con conseguente incremento dei ricavi da pagamento dei titoli di viaggio.
Da ultimo, gli enti locali bolognesi insieme a Tper hanno concordato alcune prime misure di miglioramento del servizio, tra le quali, per favorire e aumentare l’accessibilità delle persone disabili al trasporto pubblico, come richiesto anche di recente all’unanimità dal Consiglio comunale di Bologna, il progressivo incremento del numero di mezzi attrezzati con pedane: oggi ne è dotata circa il 50% della flotta urbana (già adesso una delle percentuali maggiori in Italia), l’azienda farà nuovi investimenti per arrivare a una copertura almeno dell’85%.