Ansia e sintomi depressivi colpiscono in alta percentuale la popolazione nel corso della vita, per questo il disagio psichico, anche quello non patologico, dovrebbe diventare un tema di salute pubblica al pari del disagio fisico. Per prevenirlo scendono in campo gli psicologi e psicoterapeuti di tutta Italia in occasione del MIP, il Maggio di Informazione Psicologica, (www.psicologimip.it), la prima e unica campagna nazionale di prevenzione del disagio psichico.
Più di 1000 eventi gratuiti aperti al pubblico per scoprire il ruolo e l’importanza della psicologia nell’era moderna.
Il MIP si svolge in 70 province italiane ed è giunto alla sua 6ª edizione e coinvolge un migliaio tra psicologi e psicoterapeuti impegnati in incontri informativi e a tema, seminari, conferenze e gruppi esperienziali.
Come ogni anni, un colloquio gratuito con lo psicologo del proprio quartiere a chiunque ne farà richiesta.
Nel mondo s’investono sempre più risorse sulla salute mentale, e l’Italia cosa fa?
Mentre la psicologia sta ripensando se stessa, le sue teorie e i suoi approcci clinici e di supporto alla convivenza sociale, anche gran parte del mondo occidentale rivede le politiche per la salute mentale, che ormai è considerata salute tout court.
Obama, a seguito delle recenti e cruente vicende di cronaca e della polemica sul possesso delle armi, si ripropone di potenziare i servizi di salute mentale. In Finlandia, Svezia e Gran Bretagna, questi servizi sono già stati incrementati, nonostante la difficile congiuntura economica e la crisi internazionale.
E’ ormai dimostrato infatti che la psicoterapia è in grado di ottenere risultati per la salute pubblica, oltre che per quella individuale, non raggiungibili con altri mezzi, riducendo enormemente il costo della spesa socio-sanitaria che grava sul bilancio dello stato e delle aziende pubbliche e private.
Poiché è ormai verificato, anche, che il 50% delle persone che svilupperanno disturbi psichici manifesta i primi sintomi già prima dei 14 anni d’età, molti paesi occidentali, Stati Uniti e Gran Bretagna in testa, si stanno attivando per fornire anche al personale docente delle scuole strumenti per riconoscere e segnalare il disagio tra gli allievi.
In Italia, i servizi territoriali per la salute mentale sono organizzati per intervenire per lo più sui disturbi di natura psicotica che, però, colpiscono solo 1% della popolazione.
Per il resto, la risposta del sistema sanitario nazionale è orientata ad accogliere il solo disagio fisico e non fornisce un’adeguata risposta a quello di natura psicologica.
La struttura di questo modello socio-sanitario è così radicata nel funzionamento della nostra società che, sebbene tra il 70 e il 90% delle persone che si rivolgono al medico di base soffrano di sintomi depressivi o ansiosi, ciononostante chiedono aiuto solo per quelli fisici.
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