Xing presenta la seconda edizione di Live Arts Week che si terrà a Bologna dal 16 al 21 aprile 2013 con sede principale negli spazi di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e con iniziative collaterali al Cinema Lumière, Garage Pincio e Cassero.Evento unico in Italia dedicato alle live arts presenterà un insieme eterogeneo di nuove produzioni che ruotano intorno alla presenza, la performance e l’esperienza percettiva di suoni e visioni.
La scelta di lanciare una ‘settimana‘ intende rompere con la concezione di un festival visto come punta consumistica della vita culturale di una città. Si tratta piuttosto di una coabitazione di forme diversificate – per dimensione ed intensità – concentrate in un tempo limitato che propongano la visione dell’arte come un fatto complesso ma coeso.
Il programma è articolato in un palinsesto di opere dal vivo (performance, spettacoli, lectures, concerti e live media con date uniche, produzioni e anteprime) presentate da personalità di spicco della ricerca contemporanea internazionale. A questo nucleo centrale, che si struttura come un flusso multi-disciplinare, si affiancheranno installazioni e interventi di natura ambientale, incentrati sulle diverse modalità dello stare e dell’attraversare lo spazio museale.
Live Arts Week II dà spazio ad atletiche esistenziali: non antepone l’arte agli artisti, espone a forme di sensibilità e idee, accoglie opere ibride e poliglotte, ospita singolarità creative e tesse una sorta di contro-design della fruizione.
GİANNY PÄNG, nome che accompagna il festival nella sua crescita biologica, sta ad indicare il momento di queste transizioni. E’ un fenomeno, non una persona: un nuovo soggetto identitario, improbabile ma reale, da trattare come un concetto astratto.
artisti Live Arts Week II:
: Tony Conrad (USA), Lucio Capece (AR/D), Daniela Cattivelli (I), Dracula Lewis/Out4Pizza (I/USA), Goodiepal (DK), Helm (GB), Rose Kallal/Joe DeNardo (CDN/USA), Junko (J), Sun Araw (USA), Pierre Huyghe (F), Riccardo Benassi (I/D), Marcel Türkowsky/Elise Florenty (D/F), Alix Eynaudi (F/B/A), Anne Juren/Marianne Baillot/Alix Eynaudi/Agata Maszkiewicz (F/A/B/PL), Sara Manente (I/B), Muna Mussie (I/B), Nature Theater of Oklahoma (USA), Eszter Salamon/Christine De Smedt (D/B), Mårten Spångberg (Sw), Dmitry Paranyushkin (RUS/D).
programma:
> Live Arts Week II inaugura martedi 16 aprile a MAMbo con la ripresa della storica performance Fifty-one Years on the Infinite Plain (1972-2013), ambiente/performance di suoni e proiezioni del musicista e filmaker Tony Conrad, uno dei fondatori del minimalismo e del cinema strutturale americano negli anni ’60. Quattro proiettori 16mm proiettano un ipnotico loop cinematografico, a cui si associano i suoni continui degli archi dei musicisti. Il risultato è un ambiente audiovisivo sospeso che intreccia astrazione formale e introspezione. (Una coproduzione Xing e Fondazione Teatro Comunale di Bologna).
>> In apertura e chiusura di serata MAMbo ospita inoltre, scanditi nel corso della settimana, sei cortometraggi inediti di Nature Theater of Oklahoma. Tipicamente americani, I Silent Movies Screen Tests, offrono un continuum tra arte colta, trash e vita quotidiana. Costruiti a partire da trascrizioni telefoniche, i dialoghi colloquiali diventano biografie multiple e collettive, in cui la banalità assume un aspetto epico, tra cinema muto, recitazione espressionista, melodramma e scampoli di memorie adolescenziali da college.
>> Il pomeriggio dello stesso giorno apre nei suggestivi spazi delle gallerie sotterranee del rifugio del Pincio, sotto il Parco della Montagnola, l’installazione audio-visiva We, the frozen storm della coppia franco-tedesca Marcel Türkowsky & Elise Florenty. Per la loro prima mostra in Italia, i due artisti hanno composto un’opera site-specific costituita da proiezioni video, suoni, bagliori e ombre: un viaggio colorato e ipnotico che spinge verso il disorientamento e la deambulazione dell’inconscio, tra storia e finzione, tra passato e futuro. L’installazione sarà visitabile per tutta la settimana.
> Mercoledi 17 aprile a MAMbo prende il via la prima delle serate a flusso, che proseguiranno sino a domenica. Si inizia con la performance Monkey See, Monkey Do ideata da Muna Mussie, artista attiva tra Bruxelles e Bologna: una riflessione sull’immagine e il suo potenziale a partire dalla dimensione conturbante del doppio e dello specchio. (Produzione Xing). Protagoniste sono due figure semi-identiche che agiscono come prototipo, in funzione di una messa a fuoco di quella avventura fantastica e controversa che ognuno esperisce di fronte alla propria immagine.
>> Segue Dance #2, duo di Eszter Salamon e Christine De Smedt, una performance coreografica che si basa sull’invenzione di un linguaggio comune e la sua applicazione dal vivo, attraverso una serie di azioni che alternano gesto e parola. Dance #2 cerca di estendere le potenzialità di relazione tra le performer attraverso un nuovo linguaggio ibrido; è una coreografia che gioca con i limiti della comunicazione evocando ironicamente temi pseudo-sociali.
>> Segue UIT, della compositrice Daniela Cattivelli e gli interventi del coreografo Michele Di Stefano. Progetto commissionato da Xing, UIT è una performance generata attraverso richiami per uccelli che attivano un processo di trasfigurazione spaziale e sonora. L’intenzione compositiva è costruita su meccanismi d’inganno e camouflage, ripensando le tecniche e modalità con cui questi dispositivi sonori sono abitualmente adoperati.
>> Nel corso della serata entrerà in azione Techno Casa, l’ambiente performativo concepito dall’artista visivo e musicista Riccardo Benassi per Live Arts Week. In Techno Casa l’architettura si trasforma in un sistema di display/presentazione e non c’è più alcuna differenza tra il monitor e la stanza. “Il cellulare ha sostituito il design nella mediazione tra noi e lo spazio – tutti gli strumenti di cui ci eravamo circondati sono diventati invisibili – la vittoria finale degli oggetti si è rivelata nella totale scomparsa di ogni oggetto”. Techno Casa è il sabotaggio della totale powerpointizzazione di ogni discorso, si ritorce contro quella colonizzazione tecnologica dell’istante che va a braccetto con l’arredamento modulare. Nel corso di 5 sere consecutive, Benassi agisce un progetto che incrocia scrittura, immagine, suono, spazio, luce, articolato in 5 diversi Allegati di dimensione crescente (1,12 Kb; 2,29 Kb; 3,19 Kb; 4,82 Kb; 5,53 Kb).
> Giovedi 18 aprile, il programma di MAMbo si apre con Goodiepal, compositore, performer, agitatore critico e artista visivo delle isole Far Oer, che si sposta per il mondo con un ciclo-bolide auto-costruito. Autodidatta ed eccentrico, Goodiepal è un’intelligenza alternativa e una delle figure che hanno sotterraneamente più influenzato il corso della musica di ricerca degli ultimi anni con escursioni radicali nella tecnologia digitale e nei nuovi media. [ ] è una lecture-performance in cui accumula oggetti e teorie, mescola storia personale e storia della musica per computer, prende posizioni radicali e non cede il passo agli stereotipi. La sua critica a quelle che chiama ‘posture culturali’ (la ripetizione infinita di forme e tratti di personalità) dell’arte e della cultura, è resa intensa e flagrante nelle sue gag o imitazioni. Goodiepal stazionerà per il resto dei giorni negli spazi di MAMbo, presentando in chiusura del festival un concerto dal titolo: ( ).
>> Segue Komposition, un lavoro coreografico sul ‘danzare assieme’ di Anne Juren, Marianne Baillot, Alix Eynaudi e Agata Maszkiewicz, esponenti della nuova scena della danza viennese. Komposition è una sottile esplorazione di gruppo sulla combinazione, o meglio sulla fusione dei corpi. La natura combattiva della tenerezza, l’ambiguità e naturalezza dell’emozione, la sovversione e incorporazione di valori oltre le polarità, suggeriscono una generalità all-gender, al di fuori del giudizio. Le danzatrici sottolineano le loro differenze senza fare comparazioni. Una performance dell’incontro e del gesto esplorativo, del tocco e della danza. I gesti si consolidano sino a sorprendere le stesse artefici.
>> Chiude Junko, vocalist e strumentista, uno di membri fondatori della leggendaria band noise giapponese Hijokaidan, con Nature, performance non amplificata. Un’occasione unica, e per la prima volta in Italia in solo. La sua lingua dà accesso all’inarticolabile e indicibile. Una voce dislessica, mostruosa, che arriva ad altezze non-umane, trattenuta sulla soglia del dolore auditivo, quasi senza fine. L’urlo di Junko ricorda il fraseggio dei sassofonisti free, una naiveté musicale comune, mancante di accademismo e tecnica. Per afferrare veramente cosa accade nel confrontarsi con le sue performance dal vivo, bisogna mettere in conto un certo livello emotivo ma anche comprendere come questa esperienza forzi a pensare – una sorta di esperienza concettuale – e a cosa può alludere.
> Venerdi 19 aprile torna a Bologna Mårten Spångberg, artista svedese e teorico attivo nel campo della performance e della danza contemporanea. A Live Arts Week Mårten Spångberg porta una ‘illustrazione’ delle sue idée, mettendo in atto una lecture performance & imaginary book launch che anticipa l’uscita del secondo volume di Spangbergianism: ulteriore approdo su carta del blog politicamente scorretto con cui Mårten Spångberg ha lanciato un nuovo paradigma della coreografia su un terreno espanso. Conclusa la prima era di Spangbergianism, fondata sull’attacco dall’interno, o esorcismo, di pratiche artistiche che partono dalla danza e la performance, in questa nuova fase pensiero e riflessione si fondono con il sensuale e l’intuitivo, gli affetti fronteggiano gli effetti.
>> Segue Spheres of Eden, progetto della cineasta sperimentale canadese Rose Kallal sviluppato assieme a Joe DeNardo poliedrico musicista appartenente, fra l’altro, alla band art-punk Growing. Costruito a partire da quattro proiezioni 16mm e suono, il live combina pattern ripetitivi, forme geometriche e animazioni, con un mondo sonoro abitato da echi di minimalismo, musica ambient.
>> Dracula Lewis – suoni e voce – e Out4pizza – gif animation -, duo già collaudato a distanza, si ricongiunge fisicamente per la prima volta a Live Arts Week per presentare U$e Your Illu$ion$, sound & visual performance. I live di Dracula Lewis, side-project solista di Simone Trabucchi (attivo anche in altre vesti con Hundebiss e Invernomuto), inglobano materiali di matrice pop, evocando un protagonismo disfatto. L’impasto sonoro è fantasmatico, con tratti dub e vari slittamenti globali. Out4Pizza, artista visiva basata a New York, annoverata all’interno della corrente post-internet, parte dall’elaborazione di figure animate giocando sulle variazioni ottiche e dando forma ad immagini che evocano un immaginario tecnologico ed architettonico favoloso, tra retro-futurismo ed art noveau.
>> Il programma di venerdì si chiude con il concerto di Sun Araw, musicista statunitense di una nuova generazione di sperimentatori che articolano con maestria insiemi eterogenei di fonti ed ispirazioni: afro-beat, dub, psichedelia, retro-futurismo, krautrock, correnti sotterranee. Den Doozle!, titolo del live, è perdersi in un labirinto di riferimenti musicali o abbandonarsi alla trama sfrangiata dello spazio-tempo. Sun Araw, col suo neo-dub o psych-rock, propone una ricerca a tratti oscura, seguendo un percorso vagamente trascendentale tra bit e tradizioni misteriche afro-mediterranee, per un ingresso esemplare nei paesaggi transitori del ventunesimo secolo. Reinnesta radici su terreni instabili, ‘come in una dancehall arty disintegrata da un meteorite di plastica’.
> Sabato 20 aprile la serata a MAMbo apre con MAMbo ben temperato, sound performance di Lucio Capece – improvvisatore elettro-acustico ed esponente della scena musicale riduzionista berlinese -, realizzata per Live Arts Week come evoluzione del progetto Conditional Music. Utilizzando come materiale sonoro iniziale registrazioni degli ambienti del museo stesso, Capece seleziona un repertorio di suoni che forma la base compositiva eseguita da vivo e diffusa da speaker sospesi nell’aria su palloni aerostatici. Questo uso delle fonti sonore per creare costruzioni polifoniche semplici basate su rumori e suoni, sottolinea un certo approccio olistico all’ascolto, oltre che un’indagine sulla fenomenologia percettiva: è un modulo che intende creare un’esperienza di ascolto profondo utilizzando tecniche spettralistiche e psicoacustiche.
>> In Monique, duo in prima italiana dei coreografi e performer Alix Eynaudi e Mark Lorimer (entrambe autori di proprie creazioni, oltre che interpreti per anni della compagnia Rosas a Bruxelles), si fondono, sovvertendone i valori, svariate tecniche e immaginari legati al corpo: ginnastica, danza contemporanea e moderna, giochi sessuali, terapie del movimento. “SM meets action art meets contact improvisation meets les ballets russes”.
Monique combina e scombina rituali che coinvolgono corpi, oggetti e costumi, aprendo molteplici possibilità di transizione e passaggi da un punto all’altro. L’estetica di Monique non si arresta al clichè, ma scopre il potenziale dell’altra faccia. In una sospensione storica, le luci, il dècor e la musica calpestano impunemente le idee di buon gusto alla ricerca di una liberazione del teatro. In Monique è chiaro che le cose in scena hanno un corpo, e tra questi corpi, così come nell’aria, corre una costante energia elettrica: c’è qualcosa di animistico.
>> Segue il concerto di Helm (Luke Younger), sound artist e musicista sperimentale londinese, acclamato come una delle recenti sorprese dello sperimentalismo elettronico, e fondatore della Alter, etichetta con la quale ha prodotto artisti come Hieroglyphic Being e Richard Youngs. Helm lavora con un’ampia gamma di strumentazioni e fonti sonore, costruendo un denso paesaggio uditivo che si riallaccia a musica concreta, poesia sonora e noise. In concerto manipola e agisce su un caos controllato, operando parzialmente su basi ritmiche smorzate in un’ossessionata tessitura sonica; una lenta colata lavica costituita da una massa di indecifrabili fonti acusmatiche e registrazioni ambientali.
>> A tarda notte il Cassero ospiterà il live del producer e dj scozzese Alex Smoke, uscito su label come Hum+Haw, Soma e Vakant, la cui formula techno si fonde con gli stilemi della musica classica, seguito dal djing techno beat al femminile di Miss Kittin.
> Domenica 21 aprile, ultimo giorno di Live Arts Week, è ancora possibile visitare dal pomeriggio l’installazione We, the frozen storm di Marcel Türkowsky & Elise Florenty al Garage Pincio.
>> Il programma pomeridiano prosegue al Cinema Lumière con la prima italiana del film The Host and the Cloud di Pierre Huyghe. Il film nasce come esperimento all’interno degli spazi del Musée des Arts et Traditions Populaires di Parigi, ormai chiuso. Gli impiegati del museo sono stati coinvolti in una serie di azioni ispirate alle tradizioni popolari, reinterpretate da alcuni attori, accadute nei giorni di Halloween, San Valentino e Primo Maggio. The Host and the Cloud è una fiaba, una giornata nella mente di un soggetto assente. Gli attori incarnano i diversi aspetti di questo fantasma; la situazione dal vivo, il suo movimento e i caratteri di finzione che appaiono nel film sono l’alter ego – nel paesaggio mentale – di questo soggetto assente. The Host and the Cloud è un film ipnotico e sull’ipnosi, ambientato nel più condizionante degli spazi di narrazione, il museo modernista, pervadendolo di semi di immaginario.
>> Spostandosi a MAMbo la sera, sarà possibile seguire gli ultimi step dei due progetti a capitoli ospitati nel corso della settimana: il cinema-teatro di Nature Theater of Oklahoma in Silent Movies Screen Test No.6 , e il performative environment Techno Casa di Riccardo Benassi che si conclude con la presentazione dell’ultimo Allegato 5,53 Kb.
>> Segue Faire un four, performance ideata da Sara Manente coreografa d’origine italiana, basata in Belgio. Faire un four parte da quattro persone, dalle loro fisionomie e le loro danze. Non è tanto l’individualità che qui interessa, quanto la rilavorazione del quartetto inteso come cifra dello spazio multiplo in cui si stratificano modi di fare con la danza. La performance si costituisce come architettura scenica, scandita in 4 soli. Percependo la contaminazione e il contagio, i sinominimi e gli omonimi, emerge alla fine la somiglianza. Faire un four produce una collezione fisica e verbale in cui si mette in dubbio l’effettualità del riconoscimento e si esalta l’opacità delle cose. Ogni segno viene sottilmente confuso e messo alla prova. Il lavoro è dedicato a Marcel Broodthaers e Andy Kaufman, due artisti che hanno indirizzato la società e l’arte verso uno sforzo perpetuo di rinarrazione, ridefinizione e scrittura, riformulando la realtà, l’identità e la fisicità come campi del possibile.
>> L’ultimo atto è lasciato a Goodiepal che si esibisce in ( ), concerto che chiude la settimana della sua permanenza a Live Arts Week. La sua originalità, i ritmi e le strutture sonore riportano al contesto della musica colta e pop, attraversando elettronica, hardcore e dance music. Goodiepal lavora in una logica che prevede una forma di idiosincrasia nei confronti della rete e una totale adesione all’idea di liveness vcomee possibilità di far irrompere elementi stranianti o di magia nel reale.
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on-line/on-air:
> Parallelamente alla programmazione dal vivo Live Arts Week propone, a partire da questa edizione, un video channel (www.liveartsweek.it/ita/video-channel) che ospita ulteriori contenuti, disponibili anche per chi non è in grado di seguire il festival a Bologna:
>> The Life Skills è un progetto video ‘educational’ lanciato dal poliedrico artista russo Dmitry Paranyushkin e The Solvents. Si tratta di una serie di interviste in cui ogni singolo protagonista divulga una propria abilità peculiare, rivolgendosi a generazioni future di umani e alieni. I protagonisti (danzatori, performer, registi, musicisti internazionali) porgono un resoconto di banali attività ordinarie in un modo assolutamente straordinario.
>> Goodiepal – A Day in the Mouth episode 5 è il ritratto che Sami Sänpäkkilä, musicista, filmmaker, artista visivo finlandese e fondatore dell’etichetta Fonal, dedica a Goodiepal. Il video riprende nella quotidianità Goodiepal, a partire da Kommunal Klon Komputer 2, lo strano veicolo con cui si sposta. Goodiepal disserta sui suoi viaggi, sulle sue esperienze di partecipante a festival (e sul senso e il modo di programmare festival) e passa dall’estetica dell’elettricità ai suoi modi e modelli di composizione musicale. A Day in the Mouth episode 5 è un ritratto che penetra dentro un mondo e un metodo, e dove vita e ricerca artistica si sovrappongono in una balzana indistinguibilità.
>> On line dal 8 aprile anche i cortometraggi di Nature Theater of Oklahoma Silent Movies Screen Test No. 1>6, e il videoTechno Casa – an introduction to di Riccardo Benassi/Jurij Magoga/Margareth Kammerer.
> Live Arts Week sarà accompagnato dal progetto di live critics e streaming Volatile Voices a cura di Elisa Fontana in collaborazione con Radio Città del Capo (in onda quotidianamente dal 18 al 21 aprile sulle frequenze della radio bolognese e in pod-cast). Ispirato al libro di Elizabeth Grosz, Volatile Bodies, ne condivide le istanze decostruttrici ed esploratrici: decostruire la modalità di composizione di un discorso per esplorare nuove possibilità di senso. Volatile Voices è un formato sonoro che parte da un gioco: si chiede ad ogni artista ospite di comporre una frase a partire dall’ultima parola (l’unica visibile) della frase scritta dall’artista precedente. La composizione delle diverse voci e delle diverse frasi, produrranno un discorso multi-senso, che si dipanerà lungo tutta la settimana, in una Volatile map da ascoltare ogni giorno in radio. Materiali sonori registrati durante gli eventi si inseriranno nell’oggetto sonoro come parte del discorso.
>> NERO magazine ospiterà, nel suo spazio web, il progetto di critica e rifrazione BLENDED GAZE a cura di Piersandra Di Matteo con il coinvolgimento di un gruppo di critici, osservatori, fotografi. In una dinamica di uscita/rientro dal programma di eventi, GIANNY PÄNG (nome che segnala una multi-appartenenza e figura di un incrocio e di un innesto tra mondi e culture), problematizza la presa di parola che si attacca all’“io dico”. GİANNY PÄNG guarda GİANNY PÄNG. Chiasmi specchianti si travasano l’uno nell’altro e fanno coesistere le scritture (appunti, note, reprint, interviste, fotografie, disegni) di diverse figure che annegano nella ‘persona’ di PÄNG, insinuandosi nella processualità live delle opere e nei loro interstizi, per negoziare un posizionamento rispetto all’accadere.
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inoltre:
Live Arts Week pubblica un quaderno con interventi di artisti, critici, osservatori e teorici: non è una guida accompagnatoria né un catalogo strettamente inteso. Segue piuttosto i percorsi possibili disseminati negli spazi reali della settimana delle arti dal vivo. Sono materiali eterogenei, frutto di un lavoro di assemblaggio, produzione e prelievo dal flusso complessivo del mondo culturale dell’inizio del XXI secolo.
L’immagine coordinata di Live Arts Week II è a cura di Invernomuto; il set disegn degli spazi di MAMbo con sculture funzionali di legno riciclato, intitolato Hurly Burly Dr. Team, è a cura di Canedicoda con la collaborazione di Mirko Rizzi; la sonorizzazione degli ambienti è a cura di Musica Moderna.
La mostra/workshop Avvenire Succedendo, annunciata al Museo della Storia di Bologna di Palazzo Pepoli nell’ambito di Accademie Eventuali III, progetto avviato da Fondazione Carisbo e Fondazione Furla dedicato a giovani artisti delle Accademie Italiane, è stata cancellata per cause non dipendenti da Live Arts Week.
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credits:
Live Arts Week è ideato e realizzato da Xing, network nazionale che progetta, organizza e sostiene eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi.
Partners: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna, Goethe Institut Mailand, INTPA International Net For Dance And Performance Austria/Tanzquartier Wien, Fondazione Nuovi Mecenati, L’Onda Office National De Diffusion Artistique, Cassero, Associazione Amici delle Vie d’Acqua e dei Sotterranei di Bologna. Media partners: Mousse, Cura, Nero, Blow Up, Alias, Il Manifesto, Edizioni Zero, Radio Città del Capo, UnDo.Net. Live Arts Week fa parte della Rete dei Festival del Contemporaneo di Bologna.
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luoghi:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Via Don Minzoni 14
Cinema Lumière – Via Azzo Gardino 65
Garage Pincio – Via Indipendenza 71
Cassero – Via Don Minzoni 18
sede organizzativa:
Xing – Via Ca’ Selvatica 4/d Bologna
info: tel 051.331099
info@xing.it
http://www.liveartsweek.it
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twitter.com/liveartsweek
www.xing.it
info point e biglietteria:
MAMbo h 20.00>23.00
biglietti:
MAMbo: 7 euro
Cinema Lumière: 6 euro
Cassero: 5 euro (con tessera)
Garage Pincio: ingresso libero
abbonamento intero: 35 euro
abbonamento ridotto studenti: 25 euro