Diversi sono i punti di forza, le skills della nostra città e diverse sono le caratteristiche per cui è rinomata all’estero. Certo è che Bologna in termini di immagine esterna, di brand e di identità turistica non fa riferimento a un concetto forte, identificabile e riconosciuto sul territorio.
Devo dire che solo in occasione di Bologna 2000, la città ebbe una identità forte che sposava cultura e tradizione. Allora l’assessore alla cultura era Roberto Grandi. Oggi lo stesso Grandi in qualità di direttore dell’Urban Center del Comune di Bologna ha capito l’importanza della questione e in collaborazione con Bologna Welcome e il Mood Watcher, l’osservatorio statistico sui sentimenti, di cui Bologna da Vivere è stata media partner ha coordinato il progetto “Bologna City Branding” commissionato dal Comune.
Qui trovate la ricerca in formato pdf a firma di Grandi, mentre qui la ricerca sulla Percezione di Bologna condotta dal Mood Watcher da cui vengono fuori tags/parole chiavi importanti come Università, Food, Portici e Torri.
Segnalo che dai focus group condotti vengono fuori queste variabili dalle quali si dovrà tirare fuori un concetto forte, concreto che sposi la tradizione per esempio del cibo e dell’università con l’innovazione tecnologica senza tralasciare l’aspetto della Bologna dei motori che a quanto pare non è emerso nei focus group.
E’ chiaro che se l’identità si dovesse ricondurre al cibo, l’offerta della città dovrebbe essere di qualità sia in termini di accoglienza che di prodotto e non come è oggi.
- “Bologna città autentica, affettuosa e accogliente”
- “Bologna città di giovani”
- “Bologna città laboratorio, dell’ innovazione, della sperimentazione”
- “Bologna città della cultura e della creatività”
- “Bologna città di qualità”
- “Bologna città della buona cucina”
E voi cosa preferite?
articolo di Beatrice Di Pisa