Francesco Locane oggi è il responsabile musicale di Radio Città del Capo, dove lavora da 12 anni. Si occupa del coordinamento della redazione musicale e conduce dal 2007, talvolta accompagnato da altri redattori e conduttori, una trasmissione chiamata Maps. Dal 2007 a oggi Maps ha mandato in onda oltre 200 live dagli studi della radio, e numerosissime interviste a musicisti italiani e internazionali: tutto il materiale è raccolto sul sito http://maps.rcdc.it. Chi meglio di lui ci poteva raccontare lo Stato della Musica oggi a Bologna?! Lo abbiamo intervistato.
Francesco, ci descrivi il panorama musicale bolognese oggi?
Bologna, rispetto alle sue dimensioni, offre tanta musica diversa in tante forme diverse. Ogni settimana in città ci sono concerti e, durante l’anno, sono tanti i festival tematici e all’avanguardia, importanti a livello nazionale e internazionale. Pensiamo al Robot, che si svolge nella prima metà di ottobre o ad Angelica: ma sono talmente tanti che citarne solo alcuni sarebbe riduttivo.
Che ruolo ha la radio, RCDC, nel contesto musicale metropolitano?
Alla radio cerchiamo di raccontare tutte queste musiche attraverso trasmissioni condotte da redattori preparatissimi, legati talvolta a un genere o a un altro, ma con un occhio generale al panorama musicale odierno. Cerchiamo di raccontare tutta la Bologna della Musica per quanto possibile e soprattutto per quanto è nelle nostre corde. Inoltre da anni la musica organizza, insieme alla storica etichetta bolognese Unhip Records, “Murato”, una rassegna di concerti itinerante che ha portato in città nomi storici come Codeine, tanto per citare un appuntamento della scorsa stagione.
Dipende, ce ne sono tanti. Per esempio ci sono i Tubax, band in crescita, esperimento bolognese che mischia funk elettronica e progressive. Lo Stato Sociale sta avendo molto successo in Italia, mentre gli A Classic Education, che pure vengono da Bologna e hanno da poco inaugurato a stagione del Covo, sono una delle band italiane più sentite in alcuni circuiti anglosassoni. C’è anche un ritorno alla Bologna del post-77: i Confusional Quartet escono con un nuovo album (dopo l’esordio del 1980) che presenteranno al Locomotiv il 19 ottobre. Insomma c’è sempre molto fermento in città.
E i luoghi della musica?
Sono diversi, impossibile citarli tutti. Per anzianità, diciamo, cominciamo dal Covo, che ha una storia trentennale ed è ormai un locale noto anche all’estero. Il Locomotiv ha ospitato in un contesto suggestivo alcuni grandi nomi del rock, dell’elettronica e dell’hip-hop, organizzando spesso le uniche date italiane di tour di artisti stranieri. L’Estragon, che ha una capienza notevole, è un club noto in tutta Italia, la cui programmazione varia moltissimo di settimana in settimana. Segnaliamo anche il Link e il Kindergarden per l’elettronica, l’Arteria, che spesso ha nel suo cartellone interessanti band emergenti e gli storici Crash e TPO che mantengono (rinnovandola) la relazione tra spazi autogestiti e musica di qualità.
Quello di cui avrebbe bisogno a livello nazionale. Dalle istituzioni dovrebbero arrivare risorse e disponibilità, oltre che l’apertura a una politica generale che comprenda la musica dal vivo in quanto fenomeno sociale e culturale molto importante per la nostra città. E’ stata tentata una stagione di concerti all’aperto, nell’estate appena trascorsa, ma ci sono stati degli scontri tra organizzatori e comitati di quartiere. Peccato, perché il lavoro che si stava facendo era ottimo e frutto di fatiche e rischi imprenditoriali corsi da parte di giovani gruppi di persone, associazioni o locali.
Quali concerti ci segnali nei prossimi mesi?
Impossibile citarli tutti, ma sarà interessante vedere i Japandroids al Covo (19 ottobre), i Liars al Locomotiv (27 ottobre) e i Calexico all’Estragon (14 novembre).