Comprate cose costose. Non è facile ironia, è quel che serve per aiutare il pianeta a sentire meno il nostro peso e per aiutare la nostra economia in difficoltà. Ovviamente bisogna saper scegliere. Le cose costose che compriamo devono esserlo per l’elevata qualità e non per il sovrapprezzo (a volte una vera e propria tassa!) della griffe e del marketing pubblicitario, i quali possono incidere sul prezzo di un oggetto fino al 40%.
Un pullover di qualità, un ombrello di legno, una pentola professionale in alluminio, un paio di scarpe ben rifinite… la maggior parte delle merci di qualità arrivano dai nostri terriotori, sono realizzate da manodopera specializzata e (di norma) meglio pagata, sono spesso oggetti di design per i quali si utilizzano le cosiddette materie prime seconde, ovvero ricavate dal ciclo dei rifiuti. Basti pensare che in Italia si producono circa 7 milioni di caffettiere interamente realizzate in alluminio riciclato. Le merci di qualità portano la bellezza nella nostra vita, e anche la conoscenza: per fare un acquisto con questa logica – anche il più piccolo – occorre sapere chi lo produce, dove, come tratta i suoi lavoratori, come si comporta in termini di impatto ambientale. Tutte cose oggi facili da scoprire con un click sul mouse: grazie a internet è semplice conoscere la provenienza delle cose che desideriamo. Scegliere – e non comprare compulsivamente – richiede tempo, gusto e un certo piacere nella ricerca di un oggetto che sappiamo ci farà compagnia a lungo. Perché questa la chiave di volta anche per l’ambiente e per il portafoglio: un oggetto di buona fattura dura a lungo, molto a lungo. In un mondo che è dato, l’idea di produrre e consumare all’infinito è un’illusione che sfiora il ridicolo. Se un oggetto dura nel tempo non ci sarà bisogno di comprarne un altro. Inoltre, se siamo disposti a spendere di più per una cosa bella, la sceglieremo con cura, senza fretta, pensando bene a cosa ci portiamo a casa. E’ un’esperienza che chiunque ha fatto: gli acquisti di valore ci piacciono sempre, quelli presi al volo, per noia o alla leggera, finiscono presto al mercatino della parrocchia. Decidere con consapevolezza come spendiamo i nostri soldi e quali tasche andiamo a riempire è anche un modo di ribellarci a una situazione diventata insostenibile: il fatto che per ogni euro di economia reale, fatta di persone e di lavoro, ne girano ben 40 di economia finanziaria, che si nutre di speculazione a vantaggio di pochi.
Beba Gabanelli per la rubrica Ecoologic