Orgia – La “scandalosa” tragedia di Pasolini per ricordare il 90esimo anniversario della sua nascita. Una nuova occasione per ricordare l’intellettuale “corsaro” che ha segnato l’Italia del dopoguerra, prefigurando con le sue riflessioni le condizioni della società contemporanea. Pier Paolo Pasolini è nato a Bologna il 5 marzo 1922: nel marzo 2012 cade dunque il novantesimo anniversario della sua nascita. Una ricorrenza importante, che Teatri di Vita, il centro teatrale per l’innovazione di Bologna, ricorda con uno spettacolo all’interno della propria stagione, intitolata – non a caso – “Passione e ideologia”. dal 6 all’11 marzo ai Teatri di vita
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Un’orgia di parole, passioni, ricordi travolge un Uomo e una Donna, in un sacrificio rituale fatto di sesso e violenza: è “Orgia”, la “scandalosa” tragedia borghese scritta e portata in scena dallo stesso Pasolini nel 1968. Lo spettacolo è diretto da Andrea Adriatico, con l’interpretazione di Francesca Ballico, Maurizio Patella e Monia Fucci. L’appuntamento è da venerdì 2 a domenica 11 marzo, alle ore 21 (festivi ore 17), a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; info 051.566330 – www.teatridivita.it). Attenzione: i posti sono limitati.
Lo spettacolo, già realizzato da Teatri di Vita nel 2004, è prodotto da Teatri di Vita, con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con l’adesione della Presidenza della Repubblica Italiana.
Fra tutte le opere teatrali di Pasolini, anzi fra tutte le sue opere, “Orgia” è forse quella più “astratta” e forse la più emozionante e poetica. Il suo stesso autore la portò in scena nel novembre 1968, tra lo scandalo generale, al Teatro Stabile di Torino per l’interpretazione di Laura Betti.
I protagonisti sono un Uomo e una Donna che si torturano a vicenda come in un sacrificio rituale fatto di sesso e violenza, iniziato in un giorno di Pasqua. Tragedia del sadomasochismo ma anche denuncia dello sradicamento di una società lanciata verso un abbagliante e infido progresso; e sono proprio quelle radici di “un passato felice che ha prodotto persone infelici” a portare verso la fine i due protagonisti, schiacciati dalla memoria di un tempo perduto e sincero.
Fino a una conclusione che conduce inesorabilmente verso una prevedibile sconfitta, che però assume genialmente i caratteri di una rivoluzione. La rivoluzione della Diversità, che per Pasolini è l’ultima possibilità per resistere, inutilmente, all’omologazione, alla nuova barbarie che avanza: il mito borghese del consumo, la rimozione di un passato che è impossibile rimuovere.
Andrea Adriatico conduce la sua “Orgia” su un equilibrio della recitazione tra attenzione alla poesia e al senso delle parole di Pasolini e una fisicità estrema che viene sottolineata dalla vicinanza imposta agli spettatori.