Scivola sulla pista del GP di Malesia: muore travolto da Edwards e Rossi.
Un giovanissimo, già campione del mondo nel 2008. Una carriera stroncata sul nascere e che l’ha visto cadere inaspettatamente proprio sulla pista, travolto proprio da quella leggenda di cui veniva considerato l’erede. Se ne va un potenziale mito, destinato oramai a diventare un martire. Marco Simoncelli, motociclista 24enne di Cattolica è stato infatti salutato, oltre che dall’intero mondo dello sport e delle istituzioni, anche da un numero incalcolabile di fans che nel frattempo hanno inondato i social network, dominandoli, con un impeto di quelli che neanche la scomparsa di Steve Jobs. Vuoi per l’età di Marco, ancora davvero troppo giovane per andarsene, vuoi per la vitalità con cui colorava ogni sua apparizione in modo genuino e spontaneo, vuoi per il fatto che sia scomparso in seguito a una caduta in moto, questa tragedia sta toccando davvero tutti. Straziante anche il bollettino medico, che parla di segni di pneumatico sul collo del motociclista, assieme alle immagini, davvero poco rassicuranti anche in chiave sicurezza stradale, del casco di Marco che si slaccia, per poi rotolare lungo la pista. In mezzo c’è Simoncelli, immobile. Un grande che se ne va, una vita che si spegne, ma anche un’occasione per riflettere sulla pericolosità di questo sport, troppo spesso esaltato unicamente, cinicamente, per le brezza della velocità con cui superficialmente si manifesta.
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