OGNUNO SE LA GIOCA COI MEZZI CHE HA

Il racconto dell’estate – Editoriale scritto da Gianluca Morozzi uscito su Bolognadavivere.com il 14.07.2011

Uno due tre, prova. Uno due, uno due. Si sente? Scusate. Questo microfono ha un ritorno fastidioso. O forse c’è un’eco strana nella piazza…mi scusi, signorina, se parlo troppo in fretta e non le do il tempo di tradurre.

Allora, prima di tutto: sono molto onorato di essere stato scelto, io, umile scrittore, per presentare le bellezze di Bologna ai turisti stranieri. Uh, quanti siete…!

Dunque, orbene, suvvia, bando alle ciance e cominciamo a descrivere i luoghi più significativi della città nella quale ci troviamo tutti quanti riuniti, io sul palco insieme a questa gentile signorina che tradurrà le mie parole, e voi sotto, ad ascoltarmi.

Però, ecco, pensavo: se hanno chiamato me, un narratore, un creatore di storie, non vorranno mica un trito resoconto da depliant turistico, giusto? Quello saprebbe farlo chiunque, allora, là ci sono le Due Torri, lì San Petronio, eccetera, eccetera. Io dovrò essere originale.

Quindi, per iniziare: un luogo importantissimo di Bologna sta all’angolo tra la via Emilia e Timavo, di fronte all’Ospedale Maggiore. Cioè, così, a vederlo, mi rendo conto, è un bar, ma non è un bar qualunque: è il luogo del mio primo appuntamento con Linda. Che mi ha lasciato, va bene, ma io la amo ancora e sto facendo di tutto per riconquistarla. Cosa dicevo? Il bar.

Ci eravamo dati appuntamento in quel bar il giorno trentuno agosto duemilanove alle ore diciotto e trenta, be’, figurarsi, questa è buffa, mentre andavo verso il bar dopo aver parcheggiato, ah ah, la mia mano destra, no, scusate, rido, è divertentissima, la mia mano destra ha avuto un misterioso sfogo, si è riempita di bollicine rosse, prudeva, e così, ah ah, perdonatemi, è davvero esilarante, Linda era già nel bar, e ha visto il ragazzo con cui aveva un appuntamento aggirarsi fuori dalla vetrina con aria perplessa, mentre si grattava una mano come un pazzo. E dopo…

Signorina?

Dice che divago? Mi perdoni. Non traduca la cosa della mano, magari.

Comunque, per concludere: se andate in quel bar prendete un gin tonic, non il Martini, perché un’altra volta che abbiamo preso il Martini poi io e Linda abbiamo litigato. Ve lo dico perché vi regoliate.

Sì, sì, torno sul pezzo, Bologna: là c’è il Compianto sul Cristo Morto, laggiù c’è San Pietro… ma io volevo soffermarmi in particolare su una zona ingiustamente sottovalutata di Bologna, cioè, il parcheggio dei taxi della stazione.

Vedete, intorno a quel parcheggio si innesta un episodio controverso, che io, sì, lo so che sto divagando, ma vi prego, datemi il vostro parere…

Insomma, eravamo in un pub irlandese poco lontano dalla stazione, una sera, c’erano i miei amici, Linda aveva mal di testa, si stava annoiando a sentirci parlare di calcio, io pensavo, okay, ti annoi, ma stiamo insieme da un anno e mezzo, potrò stare un po’ con i miei amici, no?, e mica la ignoravo, ogni tanto le sfioravo un braccio, le toccavo una coscia, giusto per farle sentire il contatto, d’accordo, lei ringhiava, forse non dovevo toccarle la coscia, be’, a un certo punto mi ha detto Senti, io vado a dormire, io le ho detto Dai, aspetta un’altro po’ che poi andiamo a casa, ci sono i miei amici, lei ha detto No, non ti disturbare, prendo un taxi. E io cos’ho fatto? Da buon fidanzato, l’ho accompagnata fino al taxi.

Eh, sì ho capito: non dovevo accompagnarla fino al taxi, dovevo portarla a casa in macchina e poi parlare, capire, spiegarmi, ma insomma, aveva mal di testa, no?

Io l’ho accompagnata alla piazzola dei taxi, e, attenzione, non è che ho scelto di proposito Olanda 18! No: era l’auto più vicina, tutto lì. Linda dice che l’ho fatto apposta, che volevo a tutti i costi farmi mollare da lei e non sapevo come fare, e allora ho scelto apposta Olanda 18. Allora, signori, io qui, in questa piazza, con voi testimoni, smentisco! Non ho scrutato nell’abitacolo dei cinque taxi lì presenti per scegliere il tassista giusto! Non ho detto, Uhm, analizziamo i tassisti, abbiamo un vecchio, un grassone, un vecchio grassone, un mostro generico, un figone pazzesco con la maglietta disegnata sul fisico da palestrato, il cranio lucido e luccicante, gli occhi blu intenso tipo lago di montagna, il pizzo perfettamente delineato sulle labbra malandrine, i tatuaggi invitanti sul collo, e ho detto Va là, diamo la mia fidanzata in pasto al vincitore del concorso Mister Universo sezione Taxi Cab, così magari si mette con lui, mi molla e mi lascia in pace, no! Era il più vicino! Tutto lì! Lo so anch’io che se avessi scelto Giappone 31, quello del vecchio grassone, Linda non si sarebbe fatta ammaliare. Lei che dice che sono stato io che in un impeto di autolesionismo… oh, ma scusate, non è che se un figone pazzesco con gli occhi blu intenso tipo lago di montagna ti chiede il numero di cellulare tu glielo devi dare per forza, no? Non è che sei obbligata a uscirci, per di più, per poi comunicare al tuo fidanzato che è meglio prendersi una pausa perché… Che ne dite, signori? Non ho ragione? Lei, signore, che ne pensa?

Signorina? Non ha tradotto una parola? Mi guarda esterrefatta?

Signorina, la prego, mi comprenda! Lei è donna! Conoscerà le tempeste del cuore! Linda è la creatura più straordinaria che abbia mai attraversato questo mondo su due bellissime gambe! Se ho ancora una possibilità di riconquistarla, di avere il privilegio di guardare i suoi incredibili occhi verdi da pochi centimetri e di vedere il suo stupendo sorriso allargarsi per me, ebbene, lo farò con le armi a mia disposizione! Non ho gli occhi color lago di montagna o il fisico da palestrato? E allora userò le mie parole! Questo microfono che ho a disposizione! Linda! Ti amo! Lo dico in inglese, visto il contesto! I love you! You know, my love is true! Torniamo insieme! Let’s stick toghether! No, aspettate, su questa non sono sicuro. Linda! Non ti lascerò più andare a casa in taxi da sola e non preferirò più Bologna-Chievo a una domenica con te e ti dedicherò una canzone su facebook tutti i giorni e ti manderò un messaggio tutte le notti e…

Sì, sì, scusate, mi sono fatto trascinare. Dunque, Bologna, luoghi importanti, città, eh, là c’è il Museo Morandi, lì c’è Santo Stefano, ma spostandosi un po’ verso il Pratello c’è un ristorantino in via San Rocco dove io e Linda, una sera…

Mi cacciate via? Davvero?

Chi chiamate al mio posto?

Brizzi?

Ah.