Una Villa Angeletti straripante di gente. Un palco quadrato, al centro dei giardini e striminzito, nel cui perimetro si sono alternati gli idoli che hanno fatto la fortuna mediatica della sinistra. Non un politico, non un sidacalista. Questi 110 anni della FIOM sono stati tanto celebrati quanto contaminati dall’ironia e dall’ottimismo con cui il popolo di sinistra tende a commentare l’attualità: dai risultati dei referendum agli insulti di Brunetta, passando immancabilmemte per Berlusconi e il ‘Ruby gate’. Tanti gli ospiti sul palco che hanno mandato in visibilio il pubblico, incredulo di fronte all’eccezionale passerella che ha visto l’apertura a cura di un pimpante Roberto Benigni, che ha esordito gridando “L’Italia s’è desta!”, la conduzione di Michele Santoro, sempre più idolo delle folle, il monologo di Marco Travaglio, che nel commentare il Ruby Gate e le contraddizioni che lo hanno accompagnato è riuscito a strappare più risate di quanto non abbia fatto lo stesso Benigni. E’ stato poi il turno di Serena Dandini, che si è snodata tra un Vauro in versione Dante Alighieri, di Corrado Guzzanti -presente attraverso un video sketch esilarante – e Elisa Anzaldo, la giornalista del Tg1 che ha rinunciato alla conduzione del Telegiornale e cheha approfittato per denunciare la morsa attraverso sui la politica controlla l’informazione pubblica.
Nell’insieme un evento disteso e sorridente, teso a dar lustro alla realtà dei lavoratori, precari e non, e a rallegrare una città che in questi giorni pullula di eventi socio culturali di grande rilievo. Una “Bologna Da Vivere” come non la si vedeva da tempo.