Quattro volti noti della movida studentesca che, manco fossero usciti da un telefilm americano, nelle ore diurne tra un Giovedì Rock e un Decadence, usano il Millenium a mo’ di saletta prove. Quattro moschettieri amanti dei party e del sottogenere Rock che da circa sei anni a questa parte sta dettando regole e tendenze, ma con una differenza sostanziale. Mentre la stragrande maggioranza dei complessi Indie Rock nostrani utilizza la propria italianità come mezzo attraverso cui esprimersi, spesso maldestramente, in modo da risultare il più possibilmente alla moda, i Post No Bills hanno invertito i canoni. E hanno fatto bene. La voce di Diego Martini è tutto un dire: uno stile spiccatamente britannico, adattato – presumibilmente non senza fatica – a un cantato in italiano che, purtroppo o per fortuna, arriva a tratti a ricordare quella di Giuliano dei Negramaro: delicata e possente, melodica e sinuosa al tempo stesso. Caratteristiche che unite al fascino innocente del singer, nonchè a una pettinatura sempre impeccabile, non mancheranno di agevolare la band, se non altro nell’ambito della promozione della propria immagine. Nei 3 brani del promo ( ‘La gente Vuole’, ‘L’alternativa‘ e ‘Spogliami’, pubblicato sul finire del 2010) appare subito evidente come i nostri abbiano le idee chiare: nessun contenuto impegnato, testi ispirati alla vita quotidiana e uno stile che attinge a piene mani da band che hanno scritto gli ultimi dieci anni di storia, dal post Grunge all’Indie di ultima generazione, dai Silverchair ai Wombats, il tutto in una chiave squisitamente italiana e clamorosamente efficace. Quella dei Post No Bills è una realtà che ha i numeri per fare tanta strada, basterebbe che qualcuno si facesse carico della loro missione e li mettesse di fronte a una platea degna di questo nome. Intanto godimoceli, finchè siamo in tempo, mentre affrontano il loro primo avventuroso tour tra locali e bar.