Numeri, bisogni e sentimenti per la Bologna del futuro

L’OSSERVATORIO BOLOGNESE COME MODELLO
“Bologna MoodWatcher, il sentimento in Comune” fa proseliti in Italia e all’estero. L’osservatorio
indipendente e la sua ricerca sono stati scelti come punto di riferimento per progetti analoghi già nelle
università di Napoli e Caserta e perfino a Buenos Aires, in Argentina, alcuni esperti della Fundación
Ciudad Politica stanno lavorando per mettere in piedi un MoodWatcher nella Capital Federal. D’altronde
anche il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, si è detto interessato a questo tipo di uso dell’indagine
statistica ed ha sottoposto l’esperienza del Bologna MoodWatcher al tavolo permanente Istat-Cnel sulla
diffusione della cultura statistica.

L’importanza di istituire uno strumento di indagine slegato dai poteri forti e che avesse a cuore il
sentimento dei cittadini è stata ribadita negli interventi degli esperti intervenuti durante i lavori del 1°
workshop dell’osservatorio. Tra loro anche il noto economista Stefano Zamagni dell’Università di
Bologna, che ha affermato:
«si tratta di un primo pregevole tentativo di mettere la pulce all’orecchio dei policy makers, non si può continuare
così. Le nuove generazioni vivono con disagio la condizione di stasi attuale, presto potrebbero dare l’impulso al vero
cambiamento. L’osservatorio può anticipare e captare il mutamento, attraverso l’importante lavoro di raccolta dati
finora condotto, fornendo indici sintetici della felicità pubblica. E’ in questa direzione che Bologna MoodWatcher
deve continuare a guardare».

Clicca qui per leggere la relazione sul primo worshop del Bologna Mood Watcher

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