Les arbres, un’ampia rassegna di pittura, scultura e fotografia che vuole rendere omaggio ai nostri amici alberi, indispensabili alla sopravvivenza non solo nostra ma dell’intero pianeta. Non a caso sono i protagonisti del 2011, proclamato dall’ONU Anno Internazionale delle Foreste.
Oltre all’aspetto ecologico, non certo di secondaria importanza, la rassegna fornisce uno spunto “letterario”: il titolo in francese LES ARBRES nasce infatti dal desiderio di rendere omaggio a tanti scrittori d’oltralpe che si sono occupati di alberi e foreste, primo fra tutti Jacques Prévert con la sua raccolta di poesie “Alberi” le cui “tracce” si potranno ritrovare lungo il percorso della mostra. Significative sono le parole di Edoardo Albinati, nell’introduzione a questa stessa raccolta “… l’albero è la ritrosa ed enigmatica proiezione del silenzio della natura che il poeta deve far parlare…”Da qui nasce un percorso di immagini e di parole per prestare voce al silenzio degli alberi. L’animo sensibile e creativo dell’artista percepisce, immagina, interpreta, plasma e raffigura ogni sorta di albero, ogni sorta di emozione che esso può evocare. L’albero è fonte di inesauribili interpretazioni e rappresentazioni, la scena artistica contemporanea ne è pervasa ed innumerevoli sono le tecniche utilizzate per rappresentarlo, dalle più tradizionali alle più avanguardiste.
L’intento della mostra non è quello di favorire l’una o l’altra tendenza o di privilegiare una particolare forma espressiva, ma quanto piuttosto quello di rendere l’effettiva varietà di tecniche e di idee che gravitano oggi intorno alla rappresentazione dell’albero e di offrirne quindi uno spaccato senza altro elemento aggregante se non il soggetto.
In esposizione una cinquantina di opere di autori italiani e stranieri tra fotografi, pittori e scultori per un percorso vario e interessante nel panorama artistico contemporaneo e non solo. Spiccano infatti alcuni nomi di artisti storicizzati come Ottone Rosai, Piero Marussig, Mario Schifano, Carlo Mattioli, Ivan Rabuzin, Romano Parmeggiani sino ad autori contemporanei giovani e meno giovani, noti e meno noti.
Paesaggi idilliaci e boschi incantati affiorano dai dipinti di Ana Kapor, Arcangelo Ciaurro e dal grande dipinto dai richiami mitologici di Igor Bitman. I paesaggi fantastici e gli alberi surreali di Fulvio Di Piazza ci conducono in una dimensione fiabesca in netta antitesi con il realismo di Graziella Marchi e l’iperrealismo quasi maniacale con cui Gianluca Corona rappresenta una singola foglia. Avvolti dalle nebbie della pianura sono invece gli alberi di Andrea Giovannini, anime sole lungo il ciglio dell’A1.
La solarità invece emerge prorompente nei paesaggi siciliani di Giovanni La Cognata e Vincenzo Nucci ma non è altrettanto evidente nel loro giovane conterraneo Giuseppe Colombo che per la mostra ha realizzato un tronco solitario che si staglia sul fondo blu intenso di un notturno. Anche le tele monocrome di Alberto Zamboni ci conducono nel buio attraverso una fioca luce che si fa largo tra la foschia e suggerisce con pochi cenni di bianco la sagoma di esili tronchi e sparute chiome.
Così come per Victor Hugo anche per Vladimir Pajevic e Isabella Molard albero significa protezione, rifugio. Questi autori hanno raffigurato una singola pianta, enorme, secolare, dall’ampia chioma e il possente tronco che con le sue fronde avvolgenti e la sua densa ombra, rassicura, protegge, nasconde.
Il realismo di Giorgio Tonelli ci conduce in spazi metafisici ove un grande pino marittimo si staglia su un orizzonte immobile, in netto contrasto con la pittura gestuale di Alessandro Papetti che emerge evidente nella grande tela dedicata alla visione dall’alto di un lungo viale alberato milanese. Antiche rovine e alberi secolari compaiono nei paesaggi vagamente surreali di Nicola Nannini, un cipresso solitario è invece protagonista della tela di Nerio Pellarin. Il rigore cromatico e formale di Massimiliano Zaffino inquadra due bambini sovrastati ed incantati da un bosco dorato.
Tronchi contorti, rami spogli e nodosi ci catapultano invece istantaneamente in situazioni angoscianti, atmosfere noir, stati d’animo allarmanti come le sagome scure di palme in controluce frustate dal vento di Ubay Murillo,oppure i grovigli di arbusti, rami e cespugli dalla pittura vagamente informale di Loris Liberatori, ombre lunghe proiettate su caseggiati avvolti dal mistero di Enrico Lombardi, o l’angosciante albero genealogico di Giovanni Sesia che sembra riemergere minaccioso dal passato “tutti noi siamo all’oscuro di qualcosa che ci riguarda”. Eric Serafini, fedele alla scelta monocromatica che caratterizza tutto il suo percorso pittorico, propone un fitto bosco attraversato da potenti fasci di luce.
Le fronde cariche di fiori e frutti come l’albero di limoni di Mario Madiai sembra vogliano suggerirci di gioire della vita, così come la poesia che pervade ogni lavoro di Claudio Cargiolli vuole ricordarci di godere delle piccole cose, di permettere alla natura di stupirci ancora.
Molti sono gli artisti che sfidano il modo convenzionale di rappresentare la natura come massima espressione di colore utilizzando il non-colore, ottenendo risultati di sorprendente raffinatezza. Significativo a questo proposito è il lavoro di Pier Paola Cané e di Andrea Barin, disegnatori di grande talento, nonché di Federica Galli nota per le raffinate incisioni ad acquaforte
Il fotografo Nicola Cicognani parte da un fondo cupo, lasciando affiorare attraverso il vetro sporco di una vecchia finestra semiaperta, un esile albero di cachi completamente spoglio se non dei suoi frutti e sembra esibirne con orgoglio l’intenso colore arancione che si impone sulla desolazione del grigio circostante.
Il tema ecologico affiora quindi inesorabile ed è ulteriormente indagato da un altro fotografo, Roberto Rossi con un ciclo di scatti dedicato agli “alberi urbani”, esseri viventi braccati tra le mura di un cortile, nati tra il cemento, eppure sono esseri viventi che si ergono fieri, nonostante le brutali barriere imposte dall’uomo, innanzi a muri graffittati, a recinzioni, cantieri e cementificazioni di ogni genere. Alberi urbani, anche se di matrice “meccanica”, potrebbero definirsi pure quelli di Giacomo Costa, il cui lavoro si contraddistingue per la creazione di paesaggi surreali, inesistenti ma probabili, privi di colore ed intrisi di un’atmosfera alla Blade Runner.
La sezione di fotografia continua con i suggestivi scatti di Luigi Tazzari il quale ha aggiunto un tocco di evanescenza a quest’ultimo ciclo di lavori dato dal sapiente uso del fuori fuoco. Il fotografo Vanni Calancasembra sottolineare l’inesorabile tendenza delle piante a svilupparsi in altezza, ordinati filari di tronchi sottili che si susseguono in una labirintica ed ordinata distesa di ombre e di luci, “l’albero è una potenza verticale che punta l’alto e l’eterno” per usare le parole di Albinati. Non potranno certo mancare alcuni lirici scatti di Marco Alemanno, gli straordinari alberi cambogiani di Fabio Rangoni e gli scatti di Stefano Olivieri.
Non potrà mancare un “Sogno nel cassetto” di Angelo Piersimoni che aprendolo svelerà chissà quale forma di pianta nella sua vincente combinazione di ironia e profonda poesia.
Tra gli scultori Giuseppe Tirelli con una terracotta realizzata per l’occasione, Mario Branca con unascultura/installazione che vuole evocare il silenzio delle foreste ed un “bronzo bonsai” di Claudio Parmiggiani. Marcello Jori presenterà un insolito e raffinatissimo lavoro in bassorilievo su foglia d’oro ed Annalù presenterà invece una scultura in vetroresina dalla recente serie “aqua”, una corteccia dalla quale fuoriesce linfa che dà origine a nuove forme di vita.
Gli alberi sono il nostro respiro. Valgono una riflessione.
dal 16 aprile al 24 maggio 2011
Collettiva – LES ARBRES