Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha indetto una conferenza
stampa lo scorso 28 febbraio per aggiornare i giornalisti sui recenti positivi
sviluppi in merito ai tetti di spesa imposti dall’ultima Legge Finanziaria. Era
stato proprio il MAMbo, primo tra le istituzioni museali italiane, a lanciare
l’allarme lo scorso settembre, evidenziando come la disposizione
contenuta nella Legge n.122/2010 – che impone alle pubbliche
amministrazioni un tetto di spesa dei costi per eventi, mostre, ecc. pari al
20% di quanto speso nel 2009 – avrebbe costituito non solo un innegabile
freno alla possibilità delle istituzioni pubbliche di svolgere attività culturali
e scientifiche, ma anche e soprattutto un impedimento a quei soggetti
dalla gestione virtuosa, che si sostentano in gran parte tramite risorse
non pubbliche, di proseguire su tale strada. È il caso del MAMbo, il cui
bilancio si regge solo per il 25% su entrate derivanti da contributi del
Comune di Bologna (proprio ente di riferimento) e trae il restante 75% del
fabbisogno da contributi di soggetti esterni ed entrate proprie.È stato il Presidente del MAMbo, Lorenzo Sassoli de Bianchi, a spiegare
alla stampa come una recente delibera della Corte dei Conti (7/2011 del 7
febbraio) che, a sezioni riunite, ha stabilito che debbano escludersi dal
computo delle spese soggette alla riduzione del 20% quelle coperte da
finanziamenti provenienti da altri soggetti pubblici o privati.
Tale pronuncia pone le basi per consentire all’Istituzione Galleria d’Arte
Moderna di proseguire il proprio modello di gestione economica virtuosa,
completata di recente da misure ulteriori: da un lato il contenimento dei
costi, realizzato attraverso la riduzione e razionalizzazione degli orari (e
dunque una conseguente riduzione delle spese di guardiania), dall’altro
l’aumento delle entrate, attuato con l’introduzione del biglietto a
pagamento per la Collezione Permanente del MAMbo e per il Museo
Morandi, scelta decisiva soprattutto per quest’ultimo, i cui visitatori, (38.515
nel 2010), per la maggior parte sono turisti.
L’allarme è oggi rientrato anche grazie all’impegno e alla collaborazione
dei sostenitori del museo, la Regione Emilia-Romagna, la Fondazione
Carisbo e la Fondazione Del Monte. Il coinvolgimento di diversi soggetti
della società civile è merito di due basilari punti di forza del museo:
essere dotato di un progetto forte, credibile e condiviso fin dalla sua
ideazione, ed essere un’istituzione economicamente solida, con i costi tra
i più bassi d’Italia e una struttura snella ed efficiente, a fronte dell’alto
numero di visitatori (100.514 per il MAMbo nel 2010, 154.680 complessivi per
tutte le sedi).
Questi concetti sono stati ribaditi anche dall’Assessore regionale alla
cultura, Massimo Mezzetti, che ha ripreso l’argomento della Finanziaria
sottolineando come non si tratti semplicemente di tagli di risorse, ma di
una volontà centralizzata di decidere come allocarle. Nonostante la
situazione sia critica anche per la Regione, l’assessore ha annunciato di
voler confermare, a favore del MAMbo, lo stesso impegno di spesa
dell’anno passato. E’ proprio nelle fasi di contenimento della spesa,
secondo Mezzetti, che occorre privilegiare progetti strutturali di qualità e
il MAMbo ha due caratteristiche meritevoli di sostegno: la sperimentazione
artistica contemporanea e l’attività didattica. Il museo, già di alto livello,
avrebbe potenzialità anche maggiori, che potrebbero essere coltivate se
se si disponesse di maggiori risorse. A questo proposito l’Assessore ha
invocato la necessità di creare un movimento di opinione in grado di far
leva in sede legislativa per l’introduzione di norme, come quella sulla
deducibilità fiscale, che possano definire e regolare il rapporto pubblicoprivato.
Su questa considerazione si è dimostrato concorde anche Marco
Cammelli, Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna,
che ha denunciato il vuoto legislativo al riguardo e la possibilità di una
buona cooperazione solo in presenza di regole e di stabilità. In nessun
caso, comunque, secondo Cammelli il sostentamento di una struttura
quale il MAMbo può reggersi esclusivamente su contributi privati, alla
base deve esserci il sostegno pubblico che, salvaguardando la possibilità
di esistere e la gestione ordinaria del museo, permetta la dislocazione
delle entrate da sponsor sull’attività espositiva, la cui autonomia artistica
va tutelata.
Dello stesso avviso Fabio Roversi Monaco, Presidente della Fondazione
Carisbo, che si è soffermato sui criteri in base ai quali la Fondazione
decide di stanziare i propri contributi: è fondamentale che le istituzioni
richiedenti siano in grado di autosostentarsi e di assicurare il proprio
funzionamento e una gestione trasparente e virtuosa, proprio come il
MAMbo. Lo scopo della Fondazione è di finanziare progetti in grado di
stimolare la crescita culturale e arricchire la società offrendo una valida
programmazione. Fondamentale da questo punto di vista è il ruolo della
didattica sulla quale la Fondazione investe in maniera specifica,
finanziando le attività del Dipartimento Educativo MAMbo. Proprio a
quest’ultimo si farà riferimento per le attività didattiche legate al grande
progetto Genus Bononiae – Musei nella Città.
Ha concluso la conferenza il Direttore del MAMbo, Gianfranco Maraniello,
che, dopo aver ribadito il rientro – seppur temporaneo – dell’allarme
lanciato dal museo, ha aggiunto che i momenti critici sono superabili non
solo grazie al positivo evolversi di situazioni contingenti (come la
risoluzione della Corte dei Conti) e al fondamentale impegno dei partner
istituzionali, ma anche in virtù dell’importante impegno dimostrato dallo
staff del museo. In questo senso è rilevabile una scarsa sensibilità della
politica verso i valori della cultura, anche quando sono messi a rischio
numerosi posti di lavoro. L’Istituzione Galleria d’Arte Moderna nel suo
complesso è un’organizzazione sana e vitale, la cui sostenibilità nel
medio-lungo periodo potrà essere garantita solo se al temporaneo
arginamento delle crisi si sostituiranno interventi strutturali e l’impegno
costante della politica.